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« il: Martedì 25 Mar 2025, 21:29:47 »
In merito a un possibile "trasferimento" dall'America all'Italia avrei i miei dubbi. Primo, probabilmente i lettori più affezionati potrebbero non gradire questa italianizzazione estrema, e magari rinuncerebbero al settimanale odierno.
Secondo, le storie in dialetto sono curiose perché sono praticamente delle novità, ma cosa succederebbe se queste storie diventassero molto frequenti? La novità non sarebbe più tale e le storie perderebbero il loro fascino di storie in dialetto. Forse anche questa iniziativa ha indotto Cornelius a pensare a un trasferimento in Italia: è molto difficile che degli americani parlino dei dialetti italiani, anche se, con i numerosi viaggi che hanno fatto, dovrebbero conoscerla bene.
Infine, se questo trasferimento avverrebbe davvero, dove si troverebbero Paperopoli e Topolinia? Si chiamerebbero ancora così, o i loro nomi verrebbero italianizzati ancora di più?
Non penso che cambiamenti così radicali verrebbero accettati da tutti i lettori, da me in primis, anche perché ormai la cultura del Calisota è americana: se questo trasferimento avverrebbe, e le storie nel passato della città continuerebbero, come spiegerebbero la fondazione di Paperopoli?
Riguardo alle storie in costume, di tutti i tipi, penso che "il troppo stroppia", ma se è fatto bene si può anche accettare: la maggior parte delle storie che ha citato Cornelius (non dico tutte perché alcune non le ho lette) sono comunque delle belle storie, ma ne andrebbero fatte di più del tipo della recente "Isola che non c'è", con i protagonisti che sono davvero le solite persone e nel loro tempo.