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Post - Marco Bosco

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Le altre discussioni / Re: Modifiche editoriali nei Fumetti Disney
« il: Martedì 17 Feb 2009, 16:18:52 »

Io sono un lettore e non ho la presunzione di sapere cosa cavolo provochi gli effetti che poi al momento della lettura mi disgustano/fanno gioire. Per cui ti faccio notare che non esiste un solo mio post dove ho parlato di raccomandati. Questo perchè lo trovo un termine inesatto, sbagliato, impreciso, offensivo. E' chiaro che si capisce benissimo cosa Pacuvio intenda quando usa a sproposito tale termine. Per cui in quel mio post ho provato a farmi interprete del suo pensiero, correggendo il tiro e facendo capire cosa invece intendesse. Però noto che tu qui hai voglia di nomi da me, di materiale su cui riversare difese, e su cui far rimbalzare verso chi scrive i tuoi insulti. Ergo te li faccio, come un bambino di quattro anni ti faccio i nomi di quelli che secondo me, al netto delle giacenze, sono i nomi degli autori - non certo raccomandati - ma sicuramente più ricorrenti.

Salati, Vitaliano, Bosco, Ambrosio.

E premetto che non ho fatto alcuna indagine statistica per delineare la frequenza delle loro apparizioni, è solo un'impressione datami dal vedermi sempre davanti quegli stessi nomi laddove inizi una qualche saga/storia importante. Alcuni di questi nomi mi danno gioia, altri gioia con riserva, altri dispiacere con riserva, altri proprio dispiacere.
La gioia essenzialmente mi deriva da Salati che mi sembra promettente, non ha ancora spaccato, ma ha dimostrato fin'ora una certa finezza e un corretto uso dei personaggi.
Ci sei poi tu, che in passato hai sollevato qualche perplessità a causa del temuto tuo sclerotizzarti su un registro troppo cinico o quasi esclusivamente umoristico. Poi però ti sei cimentato in altri generi e il pericolo è scampato (anche se m'indubbia non poco il fatto che una serie only demenziale come il dottor Mouse, e per giunta di poche pagine a episodio possa far da mega traino per numeri del Topo quasi scevri di ogni altra attrattiva. Come breve da centro giornale è il meglio di sempre s'intende, però di questo avremo modo di parlarne quando mi metto in pari con le rece topesche). Per quanto riguarda Bosco mi spiace molto dirlo, anche perchè in passato si dimostrò molto ma molto permaloso, ma il 90% delle sue storie partono da premesse e da una confezione ottima che regolarmente viene meno non appena il soggetto si dimostra in tutta la sua povertà. E infine abbiamo Ambrosio che ormai fa tenerezza poverino visto quanto di lui si parla male, ma penso che non ci si possa aspettare molto di meglio se si imposta l'intera propria carriera sceneggiatoria all'insegna di 1) riscritture dei passati dei personaggi 2) commercialate esplicite 3) plagi imbarazzanti 4) pacchianate e sbalzi tonali 5) vippaggini assortite e reiterate 6) modernume ostentato 7) target esclusivamente infantile. E considerato tutto questo, vederlo che tranquillo insiste nel suo sfornare storie di Papenova, Wizards of Mickey e che si mette anche a scrivere articoli per Disney Collection e TopoOscar, omettendo regolarmente i nomi degli autori americani perchè non gli fa comodo, permettimi ma infastidisce non poco. Specie perchè fa tutto questo assolutamente indisturbato, come avesse carta bianca.

Ecco, credo di essermi sputtanato abbastanza. Ovviamente sono pronto a subire le conseguenze di quanto ho scritto.



Caro Grrodon,
rileggendo il tuo post con più attenzione, scopro che non sei tu a parlare di raccomandati. E che, anzi, prendi le distanze da questa interpretazione. Te ne do atto e mi scuso per l’equivoco.

Di nuovo, statemi bene tutti.
m.b.


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Le altre discussioni / Re: Modifiche editoriali nei Fumetti Disney
« il: Martedì 17 Feb 2009, 12:53:43 »

Io sono un lettore e non ho la presunzione di sapere cosa cavolo provochi gli effetti che poi al momento della lettura mi disgustano/fanno gioire. Per cui ti faccio notare che non esiste un solo mio post dove ho parlato di raccomandati. Questo perchè lo trovo un termine inesatto, sbagliato, impreciso, offensivo. E' chiaro che si capisce benissimo cosa Pacuvio intenda quando usa a sproposito tale termine. Per cui in quel mio post ho provato a farmi interprete del suo pensiero, correggendo il tiro e facendo capire cosa invece intendesse. Però noto che tu qui hai voglia di nomi da me, di materiale su cui riversare difese, e su cui far rimbalzare verso chi scrive i tuoi insulti. Ergo te li faccio, come un bambino di quattro anni ti faccio i nomi di quelli che secondo me, al netto delle giacenze, sono i nomi degli autori - non certo raccomandati - ma sicuramente più ricorrenti.

Salati, Vitaliano, Bosco, Ambrosio.

E premetto che non ho fatto alcuna indagine statistica per delineare la frequenza delle loro apparizioni, è solo un'impressione datami dal vedermi sempre davanti quegli stessi nomi laddove inizi una qualche saga/storia importante. Alcuni di questi nomi mi danno gioia, altri gioia con riserva, altri dispiacere con riserva, altri proprio dispiacere.
La gioia essenzialmente mi deriva da Salati che mi sembra promettente, non ha ancora spaccato, ma ha dimostrato fin'ora una certa finezza e un corretto uso dei personaggi.
Ci sei poi tu, che in passato hai sollevato qualche perplessità a causa del temuto tuo sclerotizzarti su un registro troppo cinico o quasi esclusivamente umoristico. Poi però ti sei cimentato in altri generi e il pericolo è scampato (anche se m'indubbia non poco il fatto che una serie only demenziale come il dottor Mouse, e per giunta di poche pagine a episodio possa far da mega traino per numeri del Topo quasi scevri di ogni altra attrattiva. Come breve da centro giornale è il meglio di sempre s'intende, però di questo avremo modo di parlarne quando mi metto in pari con le rece topesche). Per quanto riguarda Bosco mi spiace molto dirlo, anche perchè in passato si dimostrò molto ma molto permaloso, ma il 90% delle sue storie partono da premesse e da una confezione ottima che regolarmente viene meno non appena il soggetto si dimostra in tutta la sua povertà. E infine abbiamo Ambrosio che ormai fa tenerezza poverino visto quanto di lui si parla male, ma penso che non ci si possa aspettare molto di meglio se si imposta l'intera propria carriera sceneggiatoria all'insegna di 1) riscritture dei passati dei personaggi 2) commercialate esplicite 3) plagi imbarazzanti 4) pacchianate e sbalzi tonali 5) vippaggini assortite e reiterate 6) modernume ostentato 7) target esclusivamente infantile. E considerato tutto questo, vederlo che tranquillo insiste nel suo sfornare storie di Papenova, Wizards of Mickey e che si mette anche a scrivere articoli per Disney Collection e TopoOscar, omettendo regolarmente i nomi degli autori americani perchè non gli fa comodo, permettimi ma infastidisce non poco. Specie perchè fa tutto questo assolutamente indisturbato, come avesse carta bianca.

Ecco, credo di essermi sputtanato abbastanza. Ovviamente sono pronto a subire le conseguenze di quanto ho scritto.



Caro Grrodon e cari paperseri,
non avrei voluto tornare a occupare il vostro spazio. L’ultima volta dissi che non vi avrei disturbato più e ciò accadeva, se non sbaglio (ma forse sì), un paio d’anni fa. Da allora, per inciso, ho anche smesso di leggervi. Nel rispetto - e lo sottolineo - che ho di voi come persone, ho concluso che il frequentarvi non mi fosse di alcuna utilità. Parere personale, naturalmente. Posso sbagliare. Ma continuo a pensarla così.
Ieri, però, un solerte collega mi ha segnalato questa discussione e in particolare il tuo intervento, Grrodon. Nel quale, mi par di capire, si avanza l’ipotesi - neanche troppo velata - che io sia un raccomandato. La cosa mi ha fatto molto ridere. Poi mi ha fatto pensare. Infine, ho deciso di scrivere. Di scrivervi. Per spiegarvi alcune cose. Una volta per tutte.
Partirò da lontano.
Mettetevi comodi.

Cominciamo dall’episodio che mi fece arrabbiare la prima volta. E scrivere cose poco delicate nei confronti di alcuni di voi. Accadde dopo l’uscita di Paperi nella torre. Un tale, di cui non ricordo il nome, formulò la fantasiosa teoria secondo cui Claretta Muci mi avrebbe “affiancato” a Silvia Ziche per realizzare quella storia. Aggiungendo che non si spiegava il perché della scelta, dato che in giro c’erano sceneggiatori molto - ma mooolto - migliori di me (cosa, tra l’altro, vera). Perché Bosco? Bella domanda… Bene, la risposta è: tutto questo è falso. Claretta Muci non “affiancò” proprio nessuno. Paperi nella torre la scrissi io. Senza sapere a chi sarebbe toccato disegnarla, come capita per (quasi) tutte le storie. Poi, fortuna volle che fosse Silvia. Se l’avesse disegnata un altro, credo (anzi, sono sicuro) che nessuno l’avrebbe notata. Perché era una storiella da niente, ma proprio da niente. Così, invece, tutti a esaltarsi per “la nuova saga della Ziche”. Salvo, poi, tutti a darmi addosso perché quella non era una saga “degna della Ziche”. Ma saga di che? Ma chi ha mai detto che era una saga? Mah! Lo stesso tale, poi, affiancato da altri, passò settimane a triturare i maroni sul fatto che il Topolino una volta era bello, quello attuale fa schifo, i nuovi autori non valgono niente, etc. etc. Così, le due cose, insieme, mi fecero uscire dai gangheri. E scrissi ciò che scrissi. Dissi a coloro ai quali il Topolino faceva schifo che potevano anche fare a meno di leggerlo. Dissi a chi blaterava di cose che non sapeva che avrebbe fatto meglio a tacere. Lo ribadisco.

Proseguiamo con il secondo episodio, quello di due (mi pare) anni fa. Anche in quell’occasione, Grrodon, fosti tu a innescare la miccia. Definisti una “cagata” una storia del mio caro amico Bruno Sarda. La cosa mi diede molto fastidio. Intervenni. Spiegai perché quella storia non era una cagata. Anzi. Era una bella storia. Ne seguì una discussione, al termine della quale mi congedai così: “resto convinto che, del nostro lavoro, non capiate una beneamata ceppa. Ma ho di voi il massimo rispetto, come persone e come lettori”. La beneamata ceppa offese alcuni di voi. Feriti nell’orgoglio di esperti fumettistici. Bene, credo che non mi abbiate capito. Non intendevo dire che non capite niente di fumetti. Alcuni di voi - compreso te, Grrodon, anche se mi duole ammetterlo, perché non mi sei per niente simpatico - di fumetti ne capiscono. Ciò che intendevo dire è che non capite il nostro lavoro. Cioè, che cosa significa scrivere in modo professionale per i bambini. Come si fa a distinguere che cosa “funziona” e che cosa no. Le regole, tante e complicate, che dobbiamo seguire (perché, vi piaccia o no, il Topo è prima di tutto - prima di ogni altra cosa - un prodotto per bambini). In breve, appunto, di come si fa questo mestiere. Ma è naturale che non lo capiate. Voi non ci siete dentro. Voi ne siete fuori. Ma vi ostinate a parlarne come se ci foste dentro. E così dite un sacco di sciocchezze: sulle storie, sugli autori, sul marketing, sulla redazione… Un sacco di sciocchezze. Perché se si seguissero i vostri gusti e i vostri consigli, Topolino chiuderebbe in un mese. Ma credete davvero che, se le vostre idee funzionassero, non le avremmo già messe in pratica? Credete davvero che la Disney sia un mucchio di persone pagate apposta per produrre giornali brutti e invendibili? E non, invece, una squadra di seri professionisti che si danna l’anima per creare, ogni volta, il prodotto migliore? Stateci. E’ così. Ve lo dice uno che è dentro. Che questo lavoro lo fa. Perché non dovreste fidarvi? Una buona volta, fidatevi.

E arriviamo all’ultimo punto. Gli autori. Quelli bravi. E quelli raccomandati. Di base, per fare questo mestiere, bisogna saperlo fare. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Da cui discende il seguente corollario: nel dato momento, chi lo sa fare meglio lavora di più; chi lo sa fare… meno meglio, lavora di meno. Nel dato momento. E la vita è fatta di tanti dati momenti. C’è chi in passato ha scritto capolavori e ora è a corto di idee. Chi si è rotto i coglioni della Disney - e ne aveva sacrosante ragioni! - e se n’è andato sbattendo la porta. Chi è rimasto e tira avanti facendo quel che può. Ma il punto è: voi siete in grado di dire chi sa fare meglio questo mestiere? La risposta è: no. Per i motivi di cui sopra. Citerò un solo caso: Stefano Ambrosio. A voi le sue storie non piacciono. Bene. Ai bambini, invece, piacciono molto. Le storie di Stefano sono uno dei motivi per cui il Topo è comprato e letto. E Stefano è un OTTIMO sceneggiatore (ed è anche un gran signore, perché non si abbassa a rispondere ai vostri insulti). Perché scrive cose che piacciono ai bambini, che sono il nostro pubblico di riferimento. Cose che funzionano. Anch’io, nel mio piccolo, cerco di fare lo stesso. E’ vero, Grrodon, che faccio spesso trame prevedibili. Ma prevedibili per chi? Per il lettore adulto, che i modelli di queste storie già li conosce. Non per i bambini. Con i bambini si comincia - si deve cominciare - dall’inizio. Dagli archetipi. E i bambini sono i nostri lettori di riferimento. Voi, invece, non lo siete. Voi venite dopo. Non dico, badate bene, che non contate o che non vi si deve considerare. Dico che venite dopo i bambini. Perché così dev’essere.
Scrivere è un lavoro bellissimo, caro Grrodon. Ma è anche un lavoro duro. Specie se è il tuo unico lavoro. Se ci devi mangiare, pagare l’affitto, le bollette. Se ci devi vivere. Per questo, la faccenda del raccomandato mi ha fatto molto ridere. Magari lo fossi, un raccomandato… Tutto sarebbe più facile. Purtroppo, non è così.

A risentirci (forse) fra un paio d’anni.

Statemi bene tutti.

Marco Bosco



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