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Numero interessante "Paperino ed il giorno del ringraziamento" e "Paperino ed il castello del fantasma" sono, a mio parere, i pezzi forti del volume. Le storie di Mowgli e Baloo - nessuno me ne voglia - potevano benissimo essere omesse: non se ne sarebbe sentita la mancanza.

Scusate il ritardo, è un periodo molto denso (ma in senso buono): ho caricato la recensione ed ora è possibile esprimere il proprio giudizio in stellette. Personalmente non lo ritengo un numero particolarmente riuscito, ma la radicale bontà di alcune scelte (purtroppo poche) mi ha tutto sommato convinto a dare una stelletta in più.
E poi avevo fatto una mezza promessa a qualcuno di darne cinque, di stelle...

Io ho trovato questo numero ottimo soprattutto per la presenza dei due maestri del disegno e del soggetto come Floyd Gottfredson e il nostro Romano Scarpa, due grandi per genialità di soggetti e bellezza dei disegni. Speriamo che in futuro vengano maggiormente usati su questa testata . Per il resto un Martino un po' ripetitivo ma con i bellissimi disegni di Giovan Battista Carpi, ed anche Cavazzano con una storia un po' sbiadita ed abusata  per ristampe. Per quanto riguarda l'ultima di Luciano Gatto, l'ho trovata abbastanza insipida, mentre Massimo De Vita è al massimo per disegni, ma il soggetto troppo didascalico gli tarpa le ali. Le americane sono solo un riempitivo di pagine, e non meritano nemmeno un commento.

Io ho trovato questo numero ottimo soprattutto per la presenza dei due maestri del disegno e del soggetto come Floyd Gottfredson e il nostro Romano Scarpa, due grandi per genialità di soggetti e bellezza dei disegni. Speriamo che in futuro vengano maggiormente usati su questa testata . Per il resto un Martino un po' ripetitivo ma con i bellissimi disegni di Giovan Battista Carpi, ed anche Cavazzano con una storia un po' sbiadita ed abusata  per ristampe. Per quanto riguarda l'ultima di Luciano Gatto, l'ho trovata abbastanza insipida, mentre Massimo De Vita è al massimo per disegni, ma il soggetto troppo didascalico gli tarpa le ali. Le americane sono solo un riempitivo di pagine, e non meritano nemmeno un commento.

Le americane sono quelle che, invece, contribuiscono ad innalzare il livello puramente storico della testata, recuperando storie che sono alla base del fumetto Disney odierno. Poi, tendenzialmente, condivido l'idea che rispetto ad avventure come quella di Gottfredson spariscano proprio, però l'evoluzione della Disney passa tanto da Barks quanto da queste storielle.

Vabbè, però sempre lo stesso bacino di storielle americane: quelle che a suo tempo qualcuno ha preso la briga di rimontare su tre strisce. E tra l'altro, appunto, stravolte rispetto al formato originale a quattro strisce.
Ci voleva tanto a dare un altro centimetro in più in altezza ai nuovi grandi classici nati dalla ristrutturazione dell'anno scorso, e iniziare a pubblicare tutti I Grandi Classici, pescando a 360 gradi anche nella produzione a quattro strisce? Insomma ristampare anche le cose apparse su Zio Paperone ed eventualmente sulle varie incarnazioni dei mega Almanacchi? Non contesto la scelta delle storie, anche perché della rivista non me ne frega niente (non com'è adesso...). Non capisco però la limitatezza della visione (e la conseguente visione distorta che si dà ai lettori, quelli almeno interessati a comprare degli albi non solo per riempire le loro librerie ikea). Con il rilancio c'era l'occasione di risolvere il grande difetto de i grandi classici, e non lo si è fatto.

Così restano sempre e solo "I Grandi Classici italiani, Barks (ma non il suo meglio, quello è per altre pubblicazioni) e una valanga di storie scritte da neanche sappiamo chi negli anni '50 in America".

Rosa, Jippes, e tutti gli altri non sono Grandi Classici. Anzi neanche Piccoli Classici. Rosa è uno da un volume ogni vent'anni. Jippes è solo quello che "ridisegnava le giovani marmotte di barks e strobl". I maestri olandesi e tedeschi neanche esistono. Vabbè...  :

Rosa, Jippes, e tutti gli altri non sono Grandi Classici. Anzi neanche Piccoli Classici. Rosa è uno da un volume ogni vent'anni. Jippes è solo quello che "ridisegnava le giovani marmotte di barks e strobl". I maestri olandesi e tedeschi neanche esistono. Vabbè...  :
 

Se non ci metti Scarpa in Italia non vendi, lo sappiamo tutti. Anche "Zio paperone" funzionava grazie a Barks. Tesori International potrebbe essere (e dico potrebbe) la testata di sfondamento per cambiare un po' l'andazzo, visto che col prossimo numero faranno una cosa non spiccatamente commerciale come la ristampa delle storie di Paperoga di Kinney/Hubbard; buon segno per un futuro allargarsi alla Disney europea facendo scoprire autori meno conosciuti qui, magari?

E chi ha detto di togliere Scarpa da i GCD?

Condivido appieno la tua speranza di un'apertura di TI ai migliori autori europei e americani, anche quelli ancora attivi.
Per capirci, io sto pregando per un volume intero dedicato al finlandese Kari Korhonen (di cui sappiamo che Boschi è appassionato), almeno uno a Van Horn (che non so quanto piaccia a Boschi, Beccattini e Cannatella, visto quanto è stato snobbato su ZP e sul Mega, a giudicare dall'Induck), uno intero dedicato ai vari autori norvegesi (magari come filo conduttore il disegnatore Arild Midthun!), uno ai tedeschi (questi proprio quasi del tutto inediti in italia), uno con le migliori di Marco Rota (ce ne sono di passabili anche tra le inedite in Italia), uno sul trio olandese Milton-Jippes-Verhagen, etc... Sono autori che personalmente ho difficoltà a recuperare un minimo organicamente (le varie Hall of Fame a loro dedicate da Egmont sono tutte in lingue barbare che non favello).
Però TI è una testata dalla vita traballante e dal futuro incerto, a maggior ragione se si mette a pubblicare autori che non siano Rosa, Barks e Gottfredson, anche giustamente, visto che nessuno di loro ha fatto una Saga di Paperon de Paperoni o un ciclo di eta beta (io comunque penso che punteranno a far ruotare questi tre autori per reggere le vendite, intervallati ogni tanto dai succitati "minori").
Invece GCD è una rivista che difficilmente morirà in futuro. Quindi perché non valorizzarla iniettandovi ogni tanto gemme di "tesori international"? 
Boh, avranno le loro ragioni.

Non capisco però la limitatezza della visione (e la conseguente visione distorta che si dà ai lettori, quelli almeno interessati a comprare degli albi non solo per riempire le loro librerie ikea). Con il rilancio c'era l'occasione di risolvere il grande difetto de i grandi classici, e non lo si è fatto.

E' evidente che se ne fregano del fatto di dare visoni distorte ai lettori, dato che pubblicano le versioni censurate o rimaneggiate delle storie.
Oltre al fatto che le storie ricolorate si presentano differenti rispetto a come le aveva ideate l'autore.

E' un discorso che anche io ho già fatto più volte: con il rilancio di questa testata si è persa l'occasione per realizzare un prodotto realmente di qualità.