La Grande Dinastia dei Paperi 181959 (I)Ma che bella cosa, una cronologica su Barks. Che non solo da l’opportunità di scoprire questo Maestro a chi non lo conosceva, ma da la possibilità di riscoprirlo a chi ne ha fruito solo le storie più famose o chi ha dimenticato alcuni capolavori che non vengono citati tra le più belle storie barksiane, visto l’alto livello qualitativo della sua produzione, ma che meritano davvero. E’ il caso di
Zio Paperone e l’Oro di Pizarro (
Uncle Scrooge and The Prize of Pizarro), storia notevole non solo per aver ispirato una scena ne
Il Tempio Maledetto, secondo prestito dell’
epos barksiano alla saga di Indy dopo la scena del trabocchetto dell’idolo delle
Sette Città di Cibola. Infatti in questa storia affiorano una molteplicità di temi tipici dell’Uomo dei Paperi, amalgamati a una buona dose di avventura e ad una forte componente umoristica, che permea tutta la storia. Non a caso è con l’approssimarsi degli anni ’60 che Barks si fa sempre più ironico, anche nei propri confronti, privilegiando i risvolti comici delle proprie storie a dispetto del messaggio, che passa un po’ in secondo piano rispetto alla produzione degli anni ’50, pur essendo sempre rintracciabile ed ampiamente condivisibile.
Un’altra particolarità di questa storia la popolazione che interagisce con i Paperi: né folletti, né atlanti dei bensì una “semplice” società di Incas sopravissuta nei secoli in una vallate sperduta ignara degli avvenimenti susseguitesi nel mondo in quattrocento anni, ancora confidanti nella potenza del loro Impero e ancora legati alle ingenuità di una civiltà “primitiva”. Termine da virgolettare, visto che Barks abilmente contrappone, ritornando sul tema del significato della ricchezza, gli ingenui modi dei creduloni indios, che del freddo oro non potrebbero fregarsene di meno, ai nostri Paperi che, Zione in primis, si fanno in quattro per racimolarne un po’. Se il Maestro dell’Oregon pare beffarsi degli indios nella prima parte della storia, con una serie di gag divertentissime che ironizzano sulla scarsa statura dei Paperi (ma anche sulla loro sprovvedutezza: se non fosse per motivi prettamente fisiologici sarebbero stati spacciati fin dal primo trabocchetto, alla faccia degli esperti cacciatori di tesori!), nella seconda invece ne celebra implicitamente l’inconsapevole genuinità mostrando ancora una volta come il valore di oro, preziosi e simili sia fine a sé stesso e non possa eguagliare quello di un sorso d’acqua quando si sta morendo di sete.
Inoltre non solo i Paperi non hanno un contatto diretto con la popolazione di turno, ma ne ignorano totalmente l’esistenza: i due mondi non vengono a contatto e qui più che mai Barks ci mostra il suo intento di trasmettere valori universali tramite le sue opere, al di là delle vicende dei palmipedi che sono appunto il prototipo universale dell’uomo moderno attraverso cui il messaggio portante viene esternato.
Si passa poi a
Zio Paperone e la miniera fantasma di Pizen Bluff (
Uncle Scrooge) e a
Paperino e la Nuova Isola (
Donald Duck), che partono da spunti concreti e plausibili per sfociare in geniali conclusioni deliziosamente assurde.
L’albo a questo punto ospita una serie di storie solo disegnate dal solo Barks.
La Banda Disney e le Avventure Villerecce è una serie di quattro storie di modesta qualità, notevoli per alcuni personaggi inconsueti come Dumbo e Compare Volpone (in
Grandma Duck’s Friends and The Flying Farm Hand) ed Ezechiele il Lupo (in
Gandma Duck’s Farm Friends and the Sheepish Cowboys); la modesta
Paperino e la Spedizione nella Giungla (
Donald Dck in Jungle Hi-Jinks); l’assai poco significativa
Paperino e la Conquista del Mattogrosso (
Donald Duck in Mastering the Matterhorn);
Zio Paperone Magnate del West (
Grandma Duck and Uncle Scrooge in “Trail Tycooon”), assai inusuale nella forma ma dal vago sapore barksiano nei contenuti; ed infine
Archimede Pitagorico nel Paese dei Sogni (
Gyro Gearloose and Gus Goose on the Dream Planet), carina, ma con un certo potenziale inespresso sul tema del progresso. Da notare come cinquant’anni fa avessero capito che Ciccio da solo non funziona e che storie con lui come solo protagonista non possono che essere stomachevoli nel 90% dei casi, mentre oggi ci si ostina a propinarlo in tutte le salse.
Si ritorna al Barks autore completo con la simpatica
Paperino e il Nascondiglio Nascosto (
Donald Duck) e
Zio Paperone in Cerca di Svago (
Uncle Scrooge and Gyro in Fun? What’s That?), ricca di gag (lollone per lo Zione che aspetta davanti allo studio medico qualcuno con i suoi stessi sintomi).
Paperino e le Buone Azioni (
Donald Duck - The Good Deeds) è il
remake di
Paperino si comporta bene e insegna, tramite le osservazioni dei nipotini, che l’altruismo e la generosità hanno senso solo quando disinteressati e non se finalizzati a un tornaconto personale.
L’albo si conclude con
Paperino e il Mercoledì Nero (
Donald Duck – Black Wednesday), divertente avventura in cui Paperino paga lo scotto per voler offrire il proprio aiuto ai Chillyboot solo dietro lauto compenso.