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Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)

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Special Mongo
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PolliceSu
    Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
    Risposta #30: Mercoledì 8 Set 2010, 23:39:01

    (Special M. toglimi una curiosità, secondo te quali serie a continuazione dei quotidiani erano/sono superiori alle strisce del Mickey di Gott & Co. ?)

    Non ho detto che ci siano strisce di molto superiori, ma non è giusto neanche dire che tutte le altre serie a strisce siano inferiori alle strisce di Gottfredson e che debbano occupare da sole il piedistallo (abbiamo anche Popey, Barney Google, Barnaby, Bristow e soprattutto le strisce di Charlie Brown, e ho citato solo alcune tra le mie preferite), fossilizzandosi su questa convinzione, e d'altro canto è anche palese che le strisce autoconclusive degli anni '60 sono inferiori alle altre serie a striscia contemporanee*.
    Non tutte le serie che ho citato sopra sono strisce a continuazione, ma hanno una continuazione "interna", e in effetti tra "strisce a continuazione" e "autoconclusive" non andrebbe fatta una distinzione netta. Una striscia a fumetti o è bella o è noiosa, punto.
    Francamente non saprei come continuare il discorso sul piedistallo.

    Citazione
    Mi pare che la decisione assurda (o almeno io non l'ho capita) del Syndicate abbia abbastanza tagliato le ali a Mickey...

    Figurati che su questo volume (o era un altro della stessa collana, non ricordo esattamente) è scritto che le storie a continuazione vennero interrotte per una carenza qualitativa delle avventure di Gottfredson.

    Poi comunque non sono d'accordo sull'assoluta leggerezza che i lettori degli anni Sessanta accettavano pienamente dalle strisce autoconclusive di Gottfredson. C'erano anche altre strisce del periodo che, seppur dallo stile caloroso, erano specchio delle immancabili inquietudini del periodo. Le strisce di Williams, per la maggior parte sembra quasi che siano state prodotte sulla Luna.

    *Devo comunque ammettere che negli ultimi 2 volumi le trovate sono migliori e in rare occasioni strappano una mezza risata, e ci sono anche alcuni blandi riferimenti all'attualità. In questo volume, inoltre, Topolino, vedendo un cartello vuoto, commenta "Finalmente qualcuno che non protesta per qualcosa!" (ehm... una battuta veramente troppo semplicistica, comunque :P ).

    Ora che Roy Williams azzeccava qualche gag, però, ecco subentrargli Del Connell. Stiamo a vedere...
     
    « Ultima modifica: Mercoledì 8 Set 2010, 23:43:29 da Sam_Spade »
    Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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    alec
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      Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
      Risposta #31: Mercoledì 8 Set 2010, 23:53:28
      Alec Alec dove sta il tuo tanto decantato De Gustibus? mi sorge il dubbio che lo usi solo quando ti conviene! :D anche per me, e come puoi notare non sono il solo a pensarla cosi, questa è la parte più noiosa, ripetitiva e a volte anche irritante della produzione sindacata di Mickey, non vedo l'ora che arrivi il numero 31
      OK, liberissimi di pensarla così, ma non ho ben capito se non apprezzi le gags (ed è abbastanza normale, abituati come siamo alle lunghe storie d'avventura), o se giudichi anche il disegno piuttosto scadente (assai  meno giustificabile in termini tecnici, ma accettabile in nome di Mr. De Gustibus).
      « Ultima modifica: Mercoledì 8 Set 2010, 23:55:58 da alec »

        Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
        Risposta #32: Giovedì 9 Set 2010, 07:30:14
        OK, liberissimi di pensarla così, ma non ho ben capito se non apprezzi le gags (ed è abbastanza normale, abituati come siamo alle lunghe storie d'avventura), o se giudichi anche il disegno piuttosto scadente (assai  meno giustificabile in termini tecnici, ma accettabile in nome di Mr. De Gustibus).
        Non apprezzo quasi completamente le gags post 1955 (alcune fanno ridere ma, secondo me, la maggior parte sono scialbe e noiose) e , seppur considero il disegno di Gottfredson sicuramente migliore rispetto a quello di tutti i suoi contemporanei (Strobl, Murry, Svendsen, etc), penso sia di gran lunga inferiore rispetto a quello dei "tempi d'oro" della metà anni '30-inizi anni '40. Magari negli Anni 50 saranno state anche delle motivazioni tecniche legate alle esigenze di produzione a costringerlo ad essere meno dettagliato rispetto al passato, però non me la sento affatto di considerarlo il periodo migliore, dell'eccellenza, della "maturità" di Gottfredson...per me esso rappresenta solo la fase finale-calante della sua parabola di artista (e una situazione analoga si può osservare nella produzione di Barks).
        « Ultima modifica: Giovedì 9 Set 2010, 10:49:29 da Alessandro »

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        alec
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          Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
          Risposta #33: Giovedì 9 Set 2010, 13:36:54
          Gott seguiva l'evoluzione cinematografica di Topolino, e ciò si nota anche negli anni 30: scompare la sottile linea attorno agli occhi, le scarpe si fanno più tonde e senza suola; nel '39, infine, compaiono le pupille come nel film "The pointer". Nel dopoguerra Mickey si modernizza sullo schermo, e lo stesso accade nelle strisce. Gli ultimi corti (fino al 1953) sono assai stilizzati e dinamici. Con il temporaneo ritiro dalle scene, Mickey continua con Floyd il processo di attualizzazione: proprio a lui, a metà anni 50, si ispirano Carpi, Scarpa e Bottaro. Non parlerei di declino, ma di maggior sintesi.  Lo stesso accade per Barks: se "Donald in Old California" è un capolavoro anche per la minuzia di particolari, il tratto dell'ultimo Carl (ricordiamo, appena sessantacinquenne: dipingerà, e bene, sino a novantasei anni!) si fa più rapido, ma nient'affatto povero: Branca prende le mosse proprio dallo $crooge barksiano più recente.  Negli anni 80, con i suoi acquerelli ispirati alle storie
          più celebri, Gott dimostra di padroneggiare perfettamente ogni suo "periodo". Insomma, a livello artistico, il Topolino di Gottfredson, qualsiasi epoca tu prenda in esame, è una spanna sopra gli altri.  Se negli anni 60-70 avesse continuato a produrre avventure, avvalendosi di buoni sceneggiatori, si elogerebbe anche la sua mano ultramoderna.
          Insomma, se la tradizione Disney ha guardato, sino agli anni 40, al tutto tondo, la rivoluzione di Ward Kimball non va affatto sottovalutata.  Non sono rimasti fermi agli anni 30, dormendo sugli allori di Mickey in bianco e nero.  Neppure Floyd.
          PS: detto ciò, mi preme puntualizzare che sono un accanito fan del primo Mickey, e pure di Oswald! ;)
          « Ultima modifica: Giovedì 9 Set 2010, 13:48:08 da alec »

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            Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
            Risposta #34: Giovedì 9 Set 2010, 14:27:24
            Gott seguiva l'evoluzione cinematografica di Topolino, e ciò si nota anche negli anni 30: scompare la sottile linea attorno agli occhi, le scarpe si fanno più tonde e senza suola; nel '39, infine, compaiono le pupille come nel film "The pointer". Nel dopoguerra Mickey si modernizza sullo schermo, e lo stesso accade nelle strisce. Gli ultimi corti (fino al 1953) sono assai stilizzati e dinamici. Con il temporaneo ritiro dalle scene, Mickey continua con Floyd il processo di attualizzazione: proprio a lui, a metà anni 50, si ispirano Carpi, Scarpa e Bottaro. Non parlerei di declino, ma di maggior sintesi.  Lo stesso accade per Barks: se "Donald in Old California" è un capolavoro anche per la minuzia di particolari, il tratto dell'ultimo Carl (ricordiamo, appena sessantacinquenne: dipingerà, e bene, sino a novantasei anni!) si fa più rapido, ma nient'affatto povero: Branca prende le mosse proprio dallo $crooge barksiano più recente.  Negli anni 80, con i suoi acquerelli ispirati alle storie
            più celebri, Gott dimostra di padroneggiare perfettamente ogni suo "periodo". Insomma, a livello artistico, il Topolino di Gottfredson, qualsiasi epoca tu prenda in esame, è una spanna sopra gli altri.  Se negli anni 60-70 avesse continuato a produrre avventure, avvalendosi di buoni sceneggiatori, si elogerebbe anche la sua mano ultramoderna.
            Insomma, se la tradizione Disney ha guardato, sino agli anni 40, al tutto tondo, la rivoluzione di Ward Kimball non va affatto sottovalutata.  Non sono rimasti fermi agli anni 30, dormendo sugli allori di Mickey in bianco e nero.  Neppure Floyd.
            PS: detto ciò, mi preme puntualizzare che sono un accanito fan del primo Mickey, e pure di Oswald! ;)
            Io non credo che bisogna valutare l'importanza e la grandezza di un'opera solo in base all'influenza che ha esercitato sugli altri autori contemporanei, altrimenti molti artisti oggi considerati grandi non sarebbero affatto conosciuti perchè snobbati dai contemporanei oppure, al contrario, artisti mediocri che hanno esercitato enorme impatto fra i contemporanei oggi sarebbero tenuti in maggior considerazione. Si, quello che scrivi tu è un parametro di cui tener conto ma non credo sia il primo ne il principale, anche perchè si corre il rischio (e spesso tu mi dai l'impressione di caderci) che un disegno, una storia è "eccellente" solo perchè reca il nome Gottfredson (o Barks, o chi preferisci tu), a priori e senza spirito critico. Io non sono un esperto di critica del fumetto ma credo di non essere il solo a ritenere questa fase della produzione sindacata (nella quale è bene precisare che Gottfredson si occupa solo del disegno e non delle sceneggiature, visto che tu spesso tendi a mescolare le carte) "povera", ripetitiva, priva di mordente e di conseguenza rappresenti il "declino" nel contesto di tutta la parabola artistica della produzione sindacata (ripeto disegno+sceneggiatura).
            « Ultima modifica: Giovedì 9 Set 2010, 14:33:21 da Alessandro »

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              Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
              Risposta #35: Giovedì 9 Set 2010, 20:24:35
              No, non tutte le storie dei grandi sono eccellenti: il primo Barks, quello di metà anni 40 (P. e il gorilla, P. e i corvi etc) è graficamente mediocre; inoltre, non esistono praticamente sfondi.

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                Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
                Risposta #36: Venerdì 10 Set 2010, 17:17:15
                Barks, come Gott, non ha avuto decadenza. Si sono entrambi ritirati al loro meglio. Ti pare decadente il Barks del 1966? :-? Lo stesso dicasi di Floyd: il Mickey degli anni 50-60 è a tutt'oggi graficamente insuperato (per non parlare di Goofy! Oggi i più tendono a seguire il modello di Murry, veramente brutto e idiota). Anche se avesse voluto scrivere avventure aerospaziali, non glielo avrebbero permesso.  Mica dipendeva da lui! E neppure dalla Disney.  I Syndacates volevano l'autoconclusiva. E lui l'ha fatta, avvalendosi di buoni sceneggiatori. I Peanuts e Mafalda sono nati così, Topolino ha dovuto cambiare genere.  Il paragone non regge.
                Del Topolino di Gottfredson preferisco quello degli anni '30, ma è un mio gusto personale. In realtà quello "dinamico" degli anni '50 ho iniziato ad apprezzarlo veramente solo con quest'edizione delle strisce, prima mi era quasi indigesto.
                Ma a cosa ti riferisci esattamente quando scrivi "il modello di Murry, veramente brutto e idiota": al fatto che le sceneggiature delle storie disegnate da lui non fossero il massimo (io ritengo che, accanto ad alcune autentiche perle, ci siano parecchie storie dalla trama deboluccia o ingenua e semplicistica) oppure al fatto che non fosse un buon disegnatore? Se è il secondo caso, non posso assolutamente essere d'accordo. Per me Murry era un OTTIMO disegnatore, anche se non al livello del primo Gottfredson o dei nostri Scarpa, Carpi e Cavazzano e De Vita.
                "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

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                  Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
                  Risposta #37: Sabato 11 Set 2010, 13:40:08
                  Mi riferivo al modello di Pippo, con la sua mano davanti alla bocca.  Purtroppo ha fatto scuola, specie alla Egmont.  Per il resto, Murry è un eccellente artista, scusa se mi sono spiegato male!

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                  cianfa88
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                    Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
                    Risposta #38: Lunedì 13 Set 2010, 19:24:26
                    Strisce (06/09/1967 - 17/01/1969)

                    Ancora sulla falsariga del volume precedente, con una qualità leggermente migliore rispetto al primo periodo di Williams. Continua a imperversare la coppia Tip - Alvin e il negozio di scherzi di Pippo, mentre sembra perdere un po' di importanza Milli.

                    Gottfredson nonostante l'età non più giovanissima continua a disegnare in maniera splendida, dedicando grande cura e attenzione a ciascuna striscia: il confronto è impietoso per il povero Grundeen, evidentemente non a suo agio con i topi (sproporzioni e disomogeinità a non finire!).

                    Ma l'era Williams volge al termine: ecco l'arrivo di Del Connell. Ancora presto giudicarlo per una ventina di strisce, ma l'inizio mi sembra promettente.


                    Le cinque migliori strisce: 12/10/67, 09/01/68, 12/06/68, 30/07/68, 14/01/69

                    La migliore striscia: 30/07/68

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                    alec
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                      Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
                      Risposta #39: Lunedì 13 Set 2010, 20:09:06
                      @ cianfa88: Gottfredson, classe 1905, all'epoca aveva poco più di sessant'anni. Ti credo che era in formissima! Oggi De Vita (1941) o Rota (1942) non sono certo considerati "veterani"! Lo stesso Cavazzano ha 63 anni (1947)! Diciamo che a quell'età un fumettista può ancora dare moltissimo (vedi Gatto, Rebuffi, Asteriti, Chierchini, Chendi, Cimino e tanti altri che hanno passato abbondantemente la settantina e sono più che mai attivi!) ;) Barks andò in pensione a 65, perchè dipendente "in regola" della Western, ma continuò con i quadri che, tra l'altro, gli rendevano molto di più!
                      « Ultima modifica: Lunedì 13 Set 2010, 20:14:06 da alec »

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                        Re:  Gli Anni d'oro di Topolino 25 (1967-1969)
                        Risposta #40: Domenica 31 Ott 2010, 18:14:48
                        Un altro numero carino nella media delle autoconclusive.
                        Roy lascia, e del Connel non è male: vedremo per i prossimi numeri.
                        Grundgen è terrible, veramente diesgni approssimativi.
                        Articoli nella media, quello sulle grandi storie un po' vago.

                         

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