Carina la storia di Cimino, anhce se cominciano ad essere un po' tutte uguali le sue storie :(
Ormai è noto che sono in Cimino-mode, ma voglio lo stesso esprimere il mio parere sulla questione che mi pare abbastanza interessante.
Penso che la grandezza di Cimino sia dovuta al fatto di essere
UNICO nel suo genere. Io credo che leggendo una sua storia ci si debba voler aspettare esattamente i suoi stessi stilemi. Il fatto che molte storie possano sembrare tutte simili è un punto a sfavore per uno sceneggiatore, ovvio. Ma non per Rodolfo. Le sue storie sono così, devono avere la vignettona iniziale a mo' di copertina, deve esserci l'espediente per la caccia al tesoro, il luogo sperduto, lo strano popolo-mito-leggenda, e tutti gli altri elementi che caratterizzano una sua avventura.
Volendo Cimino potrebbe scrivere sceneggiature tutte diverse dall'altra, e usando altri personaggi, ma non lo fa perché sa di aver impostato un suo personale stilema dove far muovere le sue pedine. Io molto modestamente tenderei a chiamare questo filone
"L'universo ciminiano", dove il lettore sa cosa gli aspetta, e non si lamenterà mai della ripetitività del genere narrativo, anzi sarà invogliato a scoprire il mito-leggenda di turno. Oggi è il gorilla samurai? Domani sarà una tigre di ghiaccio. Dopodomani uno scudo di smeraldo. E così via. Il bello è che proprio girando attorno agli stessi elelementi le storie di Cimino sono così amate, e pensate, è una cosa così insolita che credo con nessun altro funzionerebbe.
E questo dà da pensare e rende tutto ancora più speciale.
Ragionando su questo, le storie di Cimino verranno sempre apprezzate. Garantito.
Tra parentesi, ho letto la storia e l'ho trovata adorabile, e la bellissima frase finale di Paperino colma di rara saggezza mascherata da battuta, ancora una volta (non credevo fosse ancora possibile) spiega al meglio chi è e che cos'è il personaggio di Zio Paperone. Lui l'ha capito.
Un genio chiamato Maestro.