Diamo un’occhiata al numero natalizio del Topo:
Zio Paperone e il blackout natalizio: sono felicemente sorpreso di rivedere Tito Faraci nel ruolo, ormai un tantino dimenticato, di autore di storie di sfondo divertentissimo, piene quasi di nonsense e persino demenziali. Non credo che questa storia sia a questo livello, ma il filone è lo stesso. E non posso negare di essere rimasto piacevolmente soddisfatto dalla qualità di questa storia natalizia, decisamente a sé stante per genere. Il gusto complessivo della vicenda rimane fortemente magico, piena persino di sottintesi che non possiamo attribuire ad altro se non alla magia del Natale. E’ una storia quindi che mostra una certa spensieratezza di fondo. Ottimo (come non potrebbe) l’uso dei personaggi, in particolare di Paperoga, perfetto per alcune battuti e passaggi umoristici di ottimo livello. Spiazzante il finale! In definitiva una storia particolare, per certi versi alternativa, che non può assurgere alle più alte vette della produzione faraciana, ma che mi ha fatto sorridere di gusto, lasciandomi molto contento. Non male i disegni di Camboni, anche se trovo che da qualche anno a questo parte il suo tratto sia peggiorato.
Pippo aiutante di Babbo Natale: Salati ritorna con una storia natalizia disegnata in maniera impeccabile dal magnifico Vian. Ci racconta numerose vicissitudini della famiglia dei Pippidi, qui allargata fino allo stremo, ma trattata pur sempre con allegria e semplicità, una semplicità che tende a far apprezzare meglio questa storia. Interessante, poi, la rivisitazione delle più canoniche tradizioni in chiave moderna: bello Babbo Natale sul sidecar! Bella davvero!
Topolino e la rapina del millennio (9^ puntata): episodio che reputo di transizione, il quale presenta in maniera concitata gli ultimi preparativi per una puntata finale che, sono sicuro, risolleverà le sorti di una saga non proprio eccezionale. Belle le gag, soprattutto quella con Rock Sassi!
Qui, Quo, Qua e la missione meringa: questa storia, che riprende in mano le redini della “defunta” P.I.A. non fa di più che lasciar inabissare la serie, già lungamente martoriata, nell’oblio della dimenticanza. Storia semplice, troppo scontata, priva di colpi si scena con i nipotini (che non mi sono minimamente piaciuti in questa veste) che hanno sempre la soluzione pronta per il problema di turno. Pessimi i disegni di Barbaro, in alcuni punti davvero orribili: tratto troppo spigoloso, proporzioni spesso sbagliate, rappresentazioni di arti e becchi non buone. La peggiore del numero.
Le mie prigioni – Babbo Ciccione: storia che si presenta come un filler, ma che a me è piaciuta un sacco. Bellissimo il quadretto carcerario natalizio e l’introduzione del cugino siciliano di Gamba, con i suoi intercalare tipici del dialetto del luogo. La storia, demenziale davvero, fa ridere dall’inizio alla fine, per non parlare del finale, bellissimo! Nella norma i disegni di Tosolini.
Paperut e il tapirodonte fiutatore: altra storia del ciclo di Paperut, senza troppe pretese, ma che si fa leggere facilmente perché scorre bene e non annoia. Carino davvero il finale. Bellissimi i disegni di Limido, che non vedevo da un po’ di tempo, morbidi e sciolti in una rappresentazione grafica davvero coi fiocchi.
Non posso poi non spendere qualche parola sulla storia in allegato al Topolino che ci dà una panoramica sulle maggiori attrazioni del Trentino: sulla trama non mi esprimo perché, sebbene carina, è funzionale alla presentazione ai luoghi geografici; i disegni di Intini invece sono da urlo, semplicemente fantastici, una vera manna per gli occhi, segno di una crescita forte da parte del disegnatore, che possedendo una originalità nel tratto strepitosa, è senz’altro fra i miei preferiti. La colorazione straordinaria, poi, non fa che accentuare il valore del suo lavoro.
Un numero, in conclusione, non male, anche se forse un po’ in ribasso.