Questo numero è decisamente citazionistico, infatti:
Topolino e la notte a Val Dormigliona: il finale identico a "topolino e il villino da sogno". la storia è davvero troppo simile a quella di scarpa
Esatto. Posa ed espressione del mago nell'ultima vignetta sono IDENTICHE a quelle del
Villino da sogno, che ho pure riletto da poco tempo. La storia in sé è graziosa ma per me ha il difetto di essere logorroica: troppi balloon inutili e troppi grugniti e singulti ad ogni minima occasione (ulp, gulp, sgrunt, urgh, glom). Se fosse stata mezza muta mi avrebbe divertito di più. Faccini sembra piuttosto incerto nella rappresentazione di Topolino: tra tutti i suoi personaggi Disney è quello che ha meno personalizzato, tanto che in molte vignette lo si direbbe disegnato alternatamente dalla Ziche, da Casty, da Held e forse anche altri.
Mondiali al cubo per me è troppo assurda per NON essere divertente. La prendo alla leggera, me ne frego di incongruenze ed impossibilità varie e la trovo scorrevole e godibile, al contrario di certe saghe-polpettone che si prendono sul serio e sono illeggibili. Mi auguro solo che Secchi non abbia davvero in così bassa stima Ingmar Bergman
E mi concedo un'altra frecciata: dire che Mangiatordi ha un tratto da manga significa non aver mai aperto un manga, e aver visto solo le copertine di quelli disegnati peggio. Fossi in Mangiatordi mi sentirei doppiamente insultato.
Ah sì, anche qui citazioni, stavolta per Barks e Rosa.
ZP e il doppio sogno è un gioiellino, e il recente stile di Vitaliano mi piace e mi convince molto più di quello forzatamente sarcastico delle storie più umoristiche. Una storia che metterei in lizza per il Best Of 2010, e che include più di un riferimento ad altre aventi tema onirico: tra queste ricordo
Zio Paperone e il viaggio da incubo, anche per le inconfondibili sigle alla Michelini, e quella di cui adesso non ricordo il titolo, disegnata da Max De Vita, in cui Zio Paperone avviava un business di registrazione e vendita di sogni.