Si conclude così la seconda serie di Topolinia 20802, Con L’ago della bilancia. Questa seconda serie mi è piaciuta, e secondo me tutti gli autori impegnati hanno fatto un ottimo lavoro, così come Faraci e Pastrovicchio, gli addetti alla “chiusura”di questo secondo ciclo. Faraci è sempre divertente, anche se lo è stato molto di più in altre occasioni, (penso anche solo alle recenti cronache del regno dei due laghi, dove però l’atmosfera era molto più adatta a quel tipo di comicità, o a Anderville, dove le battute erano divertenti e però più taglienti, affilate, come nello spirito di quel progetto, che infatti non avrebbe mai potuto svilupparsi sulle pagine di Topolino). Battute e situazioni adatte dunque al topolino libretto, con una trama ben sviluppata, che vede però quasi più protagonista Minni in questo ultimo episodio, infatti è lei che risolve la diatriba tra Topolino e la sua padrona di casa, vicino a Topolino sembra lei la donna di città. Anche Topolino se la cava nella riunione del comitato dei dieci solamente essendo se stesso, compiendo la scelta giusta, quella più onesta, come ha sempre fatto d’altronde. Sono personaggi comunque molto adulti, a partire dal loro abbigliamento diverso, più specifico e adatto alla nuova vita, la vita cittadina. Solo Pippo rimane il campagnolo di sempre, e sembra essere l’unico riallacciamento tra questi personaggi, che in queste avventure stanno seguendo questa metamorfosi, e la loro vita precedente, in periferia. Belli i disegni di Pastrovicchio, in particolare la sua Minni è molto intraprendente, sia di carattere, ma anche di aspetto, ed è ben realizzata la citazione del famoso quadro di Hopper di pagina 20 e citata a inizio storia, già vista in non so più quante altre citazioni fumettistiche e cinematografiche, ma adattissima allo scopo,per rappresentare la notte che diventa il simbolo della solitudine nelle grandi città, una solitudine che può essere però estremamente attraente.
Molto bella Paperino e la polenta universale, di Vitaliano e Cavazzano. La storia parte con una abituale baruffa tra Paperino e Gastone per contendersi le attenzioni di Paperina, in questa occasione nelle vesti di presentatrice televisiva di un programma che ha lo share inferiore a quello del segnale orario! Dopo una furibonda scazzottata tra i due cugini, tutti e due partono alla ricerca di questo geniale astrofisico che potrebbe risollevare gli ascolti dell’emittente televisiva. Ovviamente i due palmipedi hanno tecniche di ricerca moolto diverse! Si può vedere così una bellissima invenzione di Archimede (e di Vitaliano): un cervello elettronico capace di mettere in pratica la teoria dei sei gradi di separazione, quella teoria che dice che chiunque può mettersi in contatto con chiunque, e il computer fornisce i nomi delle persone a cui Paperino dovrà presentarsi e a sua volta farsi presentare, fino a quando raggiungerà alla fine della catena il professore che sta cercando. Molte gag divertenti, e dei personaggi caratterizzati benissimo (le prime due vignette in cui compare la cuoca, anche se non dice una parola, fanno morir dal ridere!) accompagnano fino al finale, dissacrante verso le divertenti e strampalate teorie scientifiche narrate nella storia e che porta sia Paperino che Gastone a due epiloghi simili (tutti e due finiscono per lavorare per obbligo) ma diversi nei loro stati d’animo, infatti Paperino può dedicarsi alla sua mansione molto più sereno e soddisfatto rispetto al cugino.
Paperino e i nuovi allenatori, di Sarda e Mazzarello vede la P.I.A. nuovamente impiegata in una storia a tema calcistico, anche se tutta la vicenda si svolge dietro le quinte dello sport, cioè nelle trattative e nei sabotaggi delle compravendite degli allenatori. Paperino e Paperoga si danno da fare per difendere il loro allenatore (superstiziosissimo!) dagli attacchi degli agenti di Rockerduck, con molte lotte, strumenti ed espedienti molto bizzarri, talvolta anche troppo. Fallendo nella loro missione, pensano bene allora di sabotare le trattative dell’allenatore della squadra avversaria. Benino Mazzarello, molto ma molto meglio nell’ultimo episodio di Double Duck, che tra l’altro qui disegna un deposito dalla forma un po’inusuale a pag.111.
Chiude il settimanale Zio Paperone e la retroguardia del faraone minore, di Cimino e Chierchini, una storia dal sapore classicissimo, sia per i testi sempre straordinari e rievocativi, sia per i disegni: è vero che ormai la mano non è più quella di una volta e il segno è molto tremolante, ma per me quel Zio Paperone disegnato da Chierchini è il VERO Zio Paperone, nelle fattezze, nei movimenti, nel carattere. Molto di più che in altri disegnatori giovani, anche se molto bravi. Questa volta lo zione porta il nipotame e il fedele maggiordomo, addirittura in Egitto, a bordo di nuovi e fiammanti veicoli ciminiani (bisogna anzi aggiungerli al sondaggio sui veicoli : )): il cammello specialistico singoloe il cammello specialistico collettivo. Bellissime e divertenti le invenzioni: il catanannico minore, Lo stilita “prima e dopo la cura” e Paperino che, alla esclamazione dello zio: “ora sono discendente dei faraoni minori” risponde “Complimenti! Salutami Cleopatra!”; D senza dimenticare l’ormai famosa vignetta della cotidiana dei servi e le spassose sequenze finali. Ottima storia anche questa per un ottimo numero ; )
Consigliato.