C'erano addirittura due motivi per comprare il numero di questa settimana di "
Topolino", motivi validi anche per chi come me non lo acquista costantemente.
Il primo viene palesato fin dalla copertina. E che copertina! Una splendida cover disegnata dal bravissimo Paolo Mottura ci offre un Topolino tratteggiato divinamente con in mano la bandiera italiana e con sullo sfondo paesaggi del nostro Bel Paese e personaggi storici che hanno fatto la storia dell'Italia. Anzi, che hanno fatto l'Italia. Il bollino al centro della cover attesta il fatto che tutte le iniziative "topolinose" che da adesso e fino a maggio saranno all'insegna dei 150 anni dell'unità d'Italia fanno parte ufficialmente di tutti i festeggiamenti che da varie parti vengono compiuti per questa importante ricorrenza.
Ma oltre che essere meravigliosa di per sè e decisamente evocativa, la copertina di Mottura richiama anche la prima storia contenuta nel settimanale.
Topolino e l'Italia Ri-Unita (Prima Puntata) (Bosco/Mottura) è la prima delle due storie celebrative dell'anniversario dell'unità d'Italia (la seconda ci sarà a maggio e sarà con i Paperi). L'avventura in questione non è niente di trascendentale, stringi stringi è una storia della serie della macchina del tempo sulla media qualitativa di tante altre, e come in altre occasioni se ne sono usate per parlare di fatti storici. Ma valori aggiunti in questo caso sono la sceneggiatura di Marco Bosco, attenta a costruire una storia che riuscisse a essere interessante e didattica allo stesso tempo, vale a dire una storia che parlasse di fatti storici ed educasse i lettori senza risultare pedante e noiosa. Così è, infatti, e nonostante non manchino i fatti storici legati al contesto l'avventura è molto godibile grazie alla bellissima idea di fondo. Bellissima ma leggermente inverosimile in un paio di punti (
le web-cam che Topolino piazza nel passato si autoditruggeranno? Senza lasciare pezzi? Si smaterializzano?) ma che non sono certo il cuore della vicenda, dettagli trascurabili in fondo.
Oltre alla bella idea, anche il cliffhanger delle ultime due tavole è interessante e potrebbe fornire nel prossimo numero una seconda e ultima puntata più interessante di questa.
Un altro pregio, assolutamente non trascurabile, è rappresentato dagli ottimi disegni di Mottura che regala meraviglie al lettore, grazie alla perfetta raffigurazione di Topolino e Pippo e soprattutto grazie alla grande prova del ritrarre paesaggi, scorci, sfondi e momumenti di alcune città italiane, soprattutto di Milano e di Torino (città dei due autori e nucleo dei festeggiamenti). Insomma, una storia ambizioa che offre forse meno di quello che prometteva, ma sicuramente onesta e piacevole da leggere, oltre che ben impostata. Ci sarò per la conclusione. E spero di trovare da qualche parte, prima o poi, anche i due volumi artibaneschi realizzati con Giornalino e sempre dedicati alla ricorrenza
Il secondo motivo di interesse verso il numero in questione è dato dalla seconda storia del numero,
Pippo Reporter - Scuola di Volo (Radice/Turconi), settimo episodio (primo della terza serie) dell'ottima serie creata dai coniugi Turconi. E' questo forse uno dei capitoli migliori delle avventure di Pippo nei ruggenti anni '20-'30, in cui citazioni storiche si alternano a citazioni disneyane. Il tema delle prime "avventure d'aria", del pionierismo del volo infatti avviene inserendo il personaggio di Dlinghbergh (versione fumettosa dell'aviatore Charles Lindbergh) e citando palesemente il corto
Plane Crazy sia nelle parole di Minni sia nel nome del velivolo che prenderanno in prestito Minni e Pippo. E questi sono solo orpelli a quella che è una storia carica di avventura e ironia, con ottimi tempi narrativi e un ottimo corpo centrale della trama che vede i due protagonisti in un delirante volo! Il finale a sorpresa è la ciliegina sulla torta per una storia decisamente ottima e dal sapore pienamente disneyano.
Oltre all'ottima sceneggiatura vanno fatti i complimenti ancora una volta a Stefano Turconi che ci regala vignette ancora una volta splendide: il disegnatore offre ancora una volta prova di quanto sono belli il suo Pippo dinoccolato e dall'espressiona sognatricee la sua Minni tutta dolcezza, e quanto è elegante il suo Macchia Nera (anche se si vede poco). Per non parlare delle due vignette citazionose realizzate in puro stile retrò per la gioia degli appassionati e dei nerd.
Il resto del numero offre ancora cose interessanti.
Battista e il Maggiordomo Venuto dal Passato (Panini/Gottardo) è la storia più debole del numero, migliore della storia sul Paperinik medievale e dallo spunto originale e simpatico. Assolutamente niente di che, ma l'idea non è niente male ed è costruita bene.
Paperi che Sbagliano Strada... in Nave (Gagnor/Dalla Santa) è una carinissima storia con un Paperoga in formissima. Un Gagnor puramente ironico, divertente e divertito si scatena nelle relativamente poche tavole a disposizione per giocare sugli equivoci di un Paperoga finito per sbaglio in una crociera per eccentrici ricconi. Simpatica.
Infine
Zio Paperone e la Singolar Tenzone (Cimino/Chiercini) dà al numero quel tocco di classicità sia nei testi che nei disegni, chè la storia sembra appartenere a un numero degli anni '80. Il bello di Cimino è che trova sempre il modo di trovare la variante nelle sue storie: è capace di costruire una storia partendo da due clichè triti e ritriti delle sue storie e creando una variante, appunto, che fa nascere una storia originale. In questo caso abbiamo lo Zione e Rockerduck che si sfidano per l'ennesima volta, ma la loro rivalità viene incanalata dal sindaco in una specie di moderna lotta tra gladiatori. Visto anche l'accenno a Paperino e Gastone, sembra quasi che il sindaco sia il vero protagonista della storia e questo fa guadagnare punti alla suddetta, davvero sorprendente.
Un bel "
Topo", che mi pare trovi sempre più un nell'equilibrio tra qualità, classicità, celebrazioni, riempitive assolutamente non brutte ma godibili. Consigliato l'acquisto, a questo punto anche dei prossimi due numeri.