Numero di richiami ed echi questo, a cominciare dalla bella copertina di Mastantuono, dedicata alla storia di Sarda/De Vita, che ricorda quella realizzata esattamente 20 anni fa per un numero del Topo che, i casi della vita, pubblicizzava un'altra storia di Sarda, anch'essa ispirata dalle opere di Salgari,
I Misteri della giungla nera, realizzata in coppia con Gianpiero Ubezio. Passando oltre, carina la gag zichiana, sempre dedicata alla storia d'apertura, la breve di Gagnor/Amendola insipida come la zuppa di Basettoni e gradevole quella della PIA di Pericoli/Gatto ricca di gag, di cui alcune riuscite e simpatche, e che della classica trama da storia di questo genere non ha praticamente nulla (per fortuna). Per quanto il resto, abbiamo
Topolino e l'isola di Bombracem Sarda/De Vita
Dovrebbe essere la storia portante del numero, ma è forse una delle più deboli dell'albo. Fa piacere che Sarda riprenda l'elemento del Topolino giornalista (molto gottfredsoniano e presente già in altre storie dello stesso autore, una su tutte
Indiana Pipps e il trono magico) che funge da pretesto per far partire la vicenda in medias res, con Mickey già in loco (cavolo, quanti latinismi
), ma tutto il resto rasenta il piattume totale: eccezion fatta per il telefonatissimo
attacco dei pirati, con prevedibile presenza dello
zio Jeremy con palese finto tradimento, il resto della storia scivola via senza che avvenga alcunchè, nè un imprevisto, nè colpi di scena, tutto irrimediabilmente calmo, tranquillo e banale, che rasenta il ridicolo nel finale in cui i
pirati decidono di punto in bianco di cambiare vita e di aprire un hotel (lol). Dispiace leggere storie così, aoprattutto per me, a cui le storie con
Jeremy Mouse son sempre piaciute, in special modo le prime. Spero quindi che questa sia solo un "incidente di percorso" e che d'ora innanzi si riprenda a fare meglio.
P.S. Ah, gli atteggiamenti e l'espressività dello
zio di Topolino mi hanno ricordato non poco quelle di Scrooge, di cui può essere tranquillamente considerato una perfetta controparte.
La storia dell'arte di Topolino - Il romantico papiro di Paperinubis Gagnor/De Lorenzi/Andolfi
Bof, questa storia non mi ha detto proprio nulla. Il che è strano, dato che Gagnor mi fa quasi sempre scompisciare dalle risate. Assai belli i disegni di De Lorenzi, ogni volta sempre più frecceriano, e i colori di Andolfi, ma la storia in sè è parecchio banalotta e fin troppo lineare.
Simpatiche, comunque, le gag dei geroglifici, e buono il finale romantico, in cui i due paperi ci vengono mostrati come veri fidanzati e, saro pazzo io, il fatto che si "nascondano" per scambiarsi effusioni mi ha ricordato un po' i corti degli anni '30.
Paperino e la gigantesca discordia (Carol McGreal-Pat McGreal/Cavazzano)
Forse la migliore del numero, nonostante la media abbastanza bassa di questa settimana. L'elemento che la valorizza, inutile dirlo, sono gli assolutamente splendidi disegni del Cavazza, che con la colorazione danese ci guadagnano pure (basti guardare le scene del "naufragio", vero e proprio spettacolo visivo). La trama non è nulla di che, anche se fa sempre piacere vedere elementi letterari integrati in un fumetto oltre al fatto che non si tratta di una parodia in senso stretto, dato che il viaggio di
Gulliver è ben conosciuto dai protagonisti e, anzi, in seno alla storia ne viene anche avvalorata la veridicità. Per il resto, la gigantesca discordia del titolo ricalca perfettamente il plot di
Topolino e la settimana scomparsa, splendida storia di Casty, ennesima eco di questo numero. Infine, la tavola chiusura e le parole di Paperina fanno pensare ad un prosieguo della storia, magari in pubblicazione la settimana prossima sul Topo, che, devo dire, non mi dispiacerebbe, anche perchè è davvero piacevole vedere come, delle volte, i danesi sappiano gestire i personaggi (nella fattispecie, Donald e Daisy) assai meglio di noi italiani.