Bisogna ammetterlo che la storia migliore di questo numero e quella straniera (poi.... i disegni possono anche non piacere)... ma i viaggi nel tempo rappresentano il desiderio più nascosto dell' uomo da sempre....
Ad un artista non bisogna imporre il numero di pagine da riempire....
leggendo I 2010 A ci si chiede come ci siano finiti Topolino e Pippo nel sottomarino
Eeeeh... suppongo che gliel'abbia chiesto qualcuno, di entrare nel sottomarino
Di tutte le cose che ci si può chiedere su una storia, questa? Io mi chiedo allora come mai Gambadilegno sia sempre nei posti dove Topolino va in vacanza
Non sento il bisogno di ammettere nulla, perché la straniera per me non è affatto la migliore storia del numero, perché la storia non è affatto artistica e i disegni ne sono semmai l'aspetto migliore (come purtroppo è per molte di queste storie, vedi anche quella pasticciatissima del fantasma del castello di qualche mese fa). Poi va bo', i viaggi nel tempo sono il desiderio di molti, e allora? Non basta il tema a fare una grande storia; non è un caso se esiste una battuta per cui una storia che unisca dinosauri e robottoni è automaticamente la
miglior storia mai scritta Al contrario, una grande sceneggiatura può dare enorme dignità ad una trama che, riassunta in poche parole, sembrerebbe banale e scontata: Carl Barks era capace di fare storie grandissime in 10 pagine e narrando situazioni quotidiane che più non si può (tipo: Paperino compra un ranch, Paperino ha i corvi che gli mangiano il seminato, Paperino si costruisce una piscina, i tre nipotini leggono storie di fantascienza di nascosto da Paperino). E quelle delle storie danesi, purtroppo, quasi mai sono grandi sceneggiature (anche se bisognerebbe vedere quanto conta la traduzione nella resa finale); e uno dei loro maggiori difetti è proprio la mancanza di sintesi là dove ci vuole, il riempire tavole su tavole di presunte gag che però, proprio perché usate a sproposito, mancano dei giusti tempi comici e servono solo a rallentare il ritmo. Credo che se non ci fosse lo stile schizzatissimo di Andersen a illustrarle, molte di queste storie non lascerebbero traccia di sé in noi lettori abituati alle sceneggiature italiane. Il che non vuol dire che uno non sia libero di apprezzarle, ma non credo che qualcuno le inserirebbe anche solo nella sua personale Top 100.
A un artista non si impone il numero di pagine da riempire, ma un vero artista sa benissimo quante pagine gli servono; e in genere sono meno di quante si pensi. Poi oddio, un limite può anche esserci: le storie in stile comics, come quelle di PK, oppure quelle dei fumetti Bonelli, hanno un numero di tavole fisso, e la bravura del vero artista sta anche nel saper contenere la storia in quel numero preciso di tavole. Il bravo sceneggiatore sa riscrivere la storia in modo da far stare lo stesso racconto in meno pagine.