Topolino in: una amica da rottamare (Stabile/De Vita): storia gradevole, anche se non eccelsa. Topolino è a volte un po' perfettino, ma non in maniera irritante, quindi trovo che sia un modo intelligente di usare un personaggio che ormai è diventato davvero difficile da gestire (come un Superman "
de noantri"). Buona anche la presenza di un Orazio aggiusta-tutto, come ai vecchi tempi. De Vita mi piace sempre moltissimo, anche se condivido le perplessità sul design della 113, troppo simile alla 313. Ho adorato la scena col Topolino giovane in calzoni rossi e occhi a palla.
PkTube: Missione di (sub)routine (Sisti/Lavoradori/Monteduro): all'altezza dello standard a cui il magnifico trio ci ha abituato con questa mini-serie. Interessante retroscena, che forse ci avvia a una conclusione che vedrà protagonisti Everett e Uno.
Zio Paperone e lo sciopero paradossale (Zemelo/Vian): il tratto di Vian è la cosa più interessante di questa breve, a partire dall'insolita prima tavola con due vignette verticali (e un deposito con una strana prospettiva). Anche qui c'è una enorme vetrata nell'ufficio di Paperone, che dal di fuori non c'è, ma è un "errore" che fanno in molti, quindi glie lo perdono. Vorrei vederlo più spesso, anche con storie lunghe. Per il resto, storia senza infamia e senza lode.
Pippo e l'estro pittorico (Buratti/Asteriti): premetto che Asteriti e le sue "statue di cera" non mi sono mai piaciuti, fin da quando ero bambino, però penso che in questa storia il suo tratto sia davvero molto poco convincente... Non mi dilungo sulle espressioni poco riuscite (Pippo) o sulle fisionomie un po' alterate (Trudy e Topolino che pare aver messo su qualche chiletto), ma concludo dicendo che anche coi disegni di Cavazzano questa storia non mi avrebbe detto niente, giacché ha diversi buchi di trama (già evidenziati da altri) e presenta delle idee particolarmente bislacche (anche per Pippo). Purtroppo la devo bocciare (senza rancore verso l'85enne Asteriti).
Qui, Quo, Qua e l'allergia di Battista (Salati/Panaro): la migliore delle brevi. Salati confeziona una storia simpatica, che strizza l'occhio alla cultura popolare ("Sono Giapponese" e le traduzioni improbabili di Doockle Translate) e forse a Shining ("Sola spesa e niente guadagno fa di Paperone un papero povero"), con un Battista non scialbo (e molto paterno in una scena con Qua), Paperino che ironizza sulle vanterie dello zione e dei buoni disegni. Promossa!
Paperino e i criminali cromatici (McGreal/Cavazzano): guardare i disegni di Cavazzano è sempre un piacere e in questa storia ci regala dei pregiati paesaggi di Londra, Parigi e altre città del mondo, oltre che il suo solito tratto "perfetto". La storia sembra un po' insipida, ma tutto sommato l'ho trovata gradevole e personalmente apprezzo la presenza di storie collegate tra loro a distanza di tempo, dà più l'idea di una realtà unica e non di tanti piccoli micro-universi che non si accordano tra loro (del resto, sono cresciuto a pane, Marvel e Don Rosa, la continuity prima di tutto
). I testi li ho sentiti anch'io poco frizzanti, come lamentava un altro utente, però bisogna ricordare che si tratta di una storia straniera tradotta, quindi non è da escludere che qualcosina sia andata persa in questo processo. Del resto, tradurre è un po' tradire. Più che altro ho trovato bizzarra l'assenza di nonno Bassotto, peraltro anche citato (mi ha dato quasi l'impressione che fosse morto in quella frase "Ricordate cosa ci ha insegnato il nonno?"
).
E poi, mi sorge spontanea una domanda (forse un po' OT): i tre Bassotti sono i nipoti di Grazia e dell'arzilla signora mostrata in questa storia credo per la prima volta. In una storia di qualche tempo fa si diceva apertamente che anche per la pubblicazione italiana Grazia
è in effetti Bassotto Cuorenero. E i loro genitori? Ma perché in Disney sono tutti orfani?
Stavolta neanche la scusa degli zii, hanno proprio saltato una generazione... Mi perplime, ma chiudo l'OT.
Per tornare al numero, lo promuovo con una sufficienza, a cui contribuisce anche il Cavazzano ai disegni.