Le fantastiche avventure di Don Pipotte (Vitaliano/Sciarrone): ho letto pareri contrastanti, ma io ho apprezzato parecchio questa storia. Per il comparto grafico, apprezzo Sciarrone, anche il più recente Sciarrone digitale, nutrivo dei dubbi sulla funzionalità del suo stile in storie non-Pikappiche, ma devo dire che le trovate grafiche (le ormai consuete vignette fuori griglia, le parti dei fumetti disegnate con stile diverso e colorate "a retino", l'espediente coloristico della finzione Donchisciottesca) non stonavano affatto. Per quanto concerne la storia, ho davvero assaporato l'opera originale: ambientazione (che ho davvero apprezzato, tutti i personaggi sono a proprio agio nei loro ruoli, dal Pippo "serioso" al dottor Basettoni) e tenore della storia mi hanno dato sensazioni molto simili a quelle che si hanno leggendo Cervantes. Promossa quindi a pieni voti, nonostante fossi un po' prevenuto e avessi parecchi dubbi a riguardo (sia su Vitaliano sia su Sciarrone).
Zapotec e Marlin alla ricerca del tempo perduto (Fontana/Cavazzano): ottima scelta della redazione per segnare il ritorno di Cavazzano in Italia. Una storia davvero bella, con uno spunto Pippesco interessante, uno svolgimento coerente, che effettivamente aggiunge qualcosa all'universo narrativo Disney (cosa che non sempre le storie moderne fanno) e una conclusione commovente ma non stucchevole. Il sempre ottimo Cavazzano vi aggiunge una grandiosa resa grafica di Marlin e Zapotec giovani (la camicia di Marlin molto Woodstock, una bella Topolinia universitaria). Più che promossa (e poi ho un debole per le storie che svelano retroscena di personaggi che conosciamo da sempre).
Paperoga e il capolavoro mancato (Faraci/Lavoradori): una buona breve, divertente e con un finale carino. Lavoradori meno cubista del solito dà una buona espressività a Paperoga (forse all'editore un po' meno però). Promossa comunque.
I racconti di Edgar Allan Paperoe (Secchi/Ermetti): l'idea è carina, anche se forse si perde nella smania di citare quanti più racconti possibili (ad esempio, il corvo sembra messo lì un po' a caso, senza una vera utilità ai fini della storia), tuttavia alla fine non ne esce un a storia brutta o noiosa. Soprattutto perché impreziosita dai disegni di Ermetti, che si rivela davvero bravo. In alcuni momenti è molto Cavazzaniano (termine che uso per dire che non si distacca dal canone, anche se non si può certo dire che sia un male per quanto riguarda la qualità del disegno), ma in altri mostra una sua personalità, cosa che lascia ben sperare per la sua evoluzione futura. La promuovo più per i disegni che per la trama.
In conclusione, un numero per me davvero buono, che mi ha convinto. E anche l'idea del numero tematico, che poteva essere uno svantaggio (laddove si fossero scelte alcune storie non di qualità eccelsa pur di centrare il tema), si è rivelato un punto a favore di questo numero.