Il classico numero del dubbio: lo piglio o non lo piglio? C'è Enna ma
X-Mickey non mi fa impazzire, c'è il proseguimento della storia di Bosco che però deve ancora dimostrare di saper mantenere le promesse del primo episodio... alla fine ho ceduto, e il mio coraggio è stato premiato... per metà
La
seconda puntata di Topolino e le vacanze in fuga inizia un decollo che promette davvero bene: la trama ideata da
Marco Bosco si sta prendendo il giusto tempo per dipanarsi, potendo fruire di 5 parti, ma non si avverte mai perdita di tempo o lungaggini inutili. Ogni fronte (Topolino e Minni ricercati, Orazio e Clarabella che studiano il da farsi, Gamba e Trudy che devono capire come riottenere il proprio bottino) ha la giusta "finestra" entro la quale progredire al
next step, e i personaggi sono supportati da dialoghi brillanti e credibili, messi in situazioni verosimili e che non suonano artefatte. Il Lupo, boss del crimine locale, appare come un asso nella manica dello sceneggiatore apprezzabile, perché è lontano dalle versioni caricaturali, buffonesche e poco adeguate che si vedono quasi sempre sul
Topo: qui concorre molto l'aspetto grafico datogli da
Claudio Sciarrone, che lo dipinge a metà tra un
rocker trasandato e un motociclista bullo, dandogli così l'estetica adatta al ruolo e al contesto esotico in cui la storia è ambientata.
Il tratto di Sciarrone è assai apprezzabile anche sui sei protagonisti standard, e soprattutto i due topi godono di uno stile morbido e dinamico veramente splendido, superiore anche alla già ottima incursione topolinese con
Don Pipotte. Anche gli sfondi soddisfano l'occhio.
La voglia di vedere come prosegue è davvero alta, e non mi accadeva da un bel po'.
Anche
Bruno Enna mi ha soddisfatto, celebrando il suo ritorno nel Mondo dell'Impossibile con... un bel giallo! Non mi sento contrariato, d'altronde
La bella e la mummia non rinnega nessuno degli elementi cardine di
X-Mickey e la storia scorre liscia e senza grinze. L'intreccio non è granché elaborato, in realtà, ma la sceneggiatura possiede alcune soluzioni niente male che permettono di godersi l'avventura al meglio, oltre che una co-protagonista creata per l'occasione capace di rimanere impressa.
Giampaolo Soldati la rappresenta in modo molto femminile, una bionda fatale dagli occhi azzurri molto umana e poco animale antropomorfo; il disegnatore offre anche un buon Mickey (salvo qualche vignetta), mentre altri comprimari sembrano avere un aspetto meno ricercato.
Il problema è il resto del numero: le quattro pagine su Ciccio sono l'esempio di come una breve non sia efficace, tra battute scontate, finale privo di mordente e un uso fin troppo stereotipato del personaggio; la storia con Gastone mostra chiaramente come il personaggio regga poco la parte da protagonista (per tacere del guazzabuglio che è la trama spaziale con piano criminale annesso e storia d'amore tra il fortunello e la bella aliena di turno, tutto pigiato assieme); infine l'avventura che
Carlo Panaro scrive per Paperino e nipotini si rivela didascalica che più didascalica non si può: ogni passaggio narrativo viene esplicato a chiare lettere da qualcuno dei quattro personaggi, e ogni frase sembra essere messa per guidare il lettore passo a passo nello sviluppo della trama in modo fin troppo palese e scoperto. Il climax che vede introdotto il solito scienziato criminale con la solita invenzione dagli stupefacenti poteri non migliora molto la percezione generale di una storia piuttosto dimenticabile.