Non per essere polemico, ma ti stai contraddicendo.
...
Nope. Posso capire che muovendosi attraverso il tuo ragionamento potrei sembrare in lotta con me stesso ma non è così.
Ma torno a ripeterti, a mia volta sperando di non essere pedante (è solo per chiarire e fare 4 chiacchiere alla fine
...) che confondi l'apice del fenomeno con la sua espansione. E cerchi di studiare la statistica in modo statico e non dinamico.
Se negli anni 80-90 c'è stata la massima vendita di videogiochi non significa che la cultura è
radicata. Una società non la cambi dall'oggi al domani, e negli anni 90, specialmente i primi, il videogioco non era ancora entrato nella mente dei ragazzi come "svago principe", c'erano tante, ma tante altre cose in quei momenti, c'era
anche il videogioco (o soprattutto, per carità).
La crisi di Lego iniziò in quel periodo proprio perchè due beni sostitutivi entravano in conflitto. "Non compro più Lego perchè adesso compro i videogiochi".
Ma la lettura (dove rientra topolino) per essere intaccata dal nuovo slancio videoludico ha dovuto attendere, ha dovuto attende la generazione nata, diciamo per semplicità, dopo il 1995 e che di fatto "annega" nel mondo digitale.
Se si guardano i dati in quel periodo iniziò la crisi del giocattolo in sè per il calo di vendite, ma come hai bene spiegato tu, si faceva anche (e molto spesso) dell'altro.
Poi c'è un'altra cosa da dire, hai elencato nomi eccellenti di videogiochi, ma torno a domandare: è paragonabile alla produzione di oggi dove c'è un vero impero del videogame (anche gratuito a volte...)? Ti snocciolo solo un dato: in America le vendite del settore videoludico crescono più dell'economia nazionale e gli stipendi dei dipendenti stanno conoscendo aumenti in netta controtendenza con altri settori considerati tradizionali. Un economista, a ben vedere, potrebbe dire che di fatto siamo ancora in espansione e che il vero e proprio apice deve ancora arrivare! Anche in Italia arrivano dal settore dati ancora in crescita e molte aziende cercano personale.
Ma tornando a noi, guarda che i dati che hai portato appunto confermano questo... Quando mi dici che Playstation nel '94 fa il botto, e così Nintendo o qualsiasi altra console, e poi mi dici che il fenomeno videogiochi era già radicato prima, dici 2 cose che sono in conflitto. Il videogioco entra prepotentemente nella vita quotidiana da quel momento, e dovrai aspettare qualche anno prima di vedere gli effetti sulle altre economie non direttamente implicate al videogioco ma alla cultura del tempo libero (nella nostro piccolo caso, il legame che avrebbe, anche marginale, su questo almeno mi pare che conveniamo, anche su Topolino... io preferisco parlare di carta stampata in generale).
Che poi io pensi che non sia il fattore principale, lo ripeto l'ennesima volta, considero, per fare un esempio a caso, l'avvento del fumetto giapponese una causa ben più diretta...