Mah, guarda, io sto studiando per diventare maestro d'asilo, e quindi con i bambini ci passo parecchio tempo, e a tutte e tre le domande posso rispondere affermativamente...
Esistono videogiochi per bambini in eta' prescolare, spesso come app da installare sugli smartphone dei genitori, che i bambini sanno usare bene quanto gli adulti, .
Però giochi elettronici, chiaramente meno avanzati ma comunque straordinari per un bambino, c’erano già prima. Io da piccolo avevo un telefono finto che a seconda del numero chiamato ti rispondevano vari animali della foresta.
E comunque hai detto bene : età
prescolare. Cioè bambini che magari non sanno neanche leggere! Non è certo a quel pubblico che si rivolge un fumetto come Topolino che come target parte almeno dai 5 anni.
Se negli anni 80-90 c'è stata la massima vendita di videogiochi non significa che la cultura è radicata. Una società non la cambi dall'oggi al domani, e negli anni 90, specialmente i primi, il videogioco non era ancora entrato nella mente dei ragazzi come "svago principe", c'erano tante, ma tante altre cose in quei momenti, c'era anche il videogioco (o soprattutto, per carità).
Questo è qualcosa di molto opinabile. I videogiochi sono considerati il non plus ultra del divertimento dagli anni ’90 se non da prima. Proprio perché in quel periodo sono esplose le principali consolle e si è radicata la cultura videoludica. Vorresti far credere che uno che è stato giovane negli anni ’90 preferiva giocare con le costruzioni? Che un ragazzino che ottiene un videogioco lo snobba per anni preferendo le macchinine o Cluedo? Non scherziamo. Io appena ho avuto il Game Boy ci ho passato le giornate…oppure, tanto per restare all’oggetto del discorso, che un dodicenne degli anni ’90 preferiva leggere Topolino piuttosto che giocare alla Playstation? Non è credibile.
Ma la lettura (dove rientra topolino) per essere intaccata dal nuovo slancio videoludico ha dovuto attendere, ha dovuto attende la generazione nata, diciamo per semplicità, dopo il 1995 e che di fatto "annega" nel mondo digitale.
Questo presupporrebbe un contrasto videogiochi-lettura, cosa che secondo me non ha alcun senso visto che sono due passatempi totalmente diversi. Ed è radicalmente in contrasto con le stesse vendite di consolle per videogiochi. Capisci che è una cosa che non ha senso : vorresti far credere che un tempo i bambini restavano ancorati ai fumetti per “tradizione” disprezzando i videogiochi dell’epoca in attesa di tempi migliori? Scusa ma è ridicolo anche solo pensarlo. I ragazzini poi sono in assoluto i più volubili fruitori di passatempi, ci vuole un attimo per attirarli con una novità e fargli dimenticare tutto ciò che c’era prima.
Poi c'è un'altra cosa da dire, hai elencato nomi eccellenti di videogiochi, ma torno a domandare: è paragonabile alla produzione di oggi dove c'è un vero impero del videogame (anche gratuito a volte)
E torno a rispondere : assolutamente si, è anche di più. Ad esempio, basta guardare quale sono le serie di videogiochi di maggior successo di sempre :
http://www.ilpost.it/2013/09/19/videogiochi-piu-venduti/.
Tanto per citare le prime posizioni : Mario Bros iniziato nel
1981, Pokemon nel
1996, Wii nel
2006, Call of Duty nel
2003, GTA nel
1997, The Sims nel
2000, Need for Speed nel
1994, Sonic nel
1991, Tetris nel
1985, Final Fantasy nel
1987, Mario Kart nel
1992. Le date parlano da sole, in prima posizione c’è una serie di videogiochi nata 34 anni fa.
E in termini di vendite assolute,c’è da considerare una cosa : i potenziali acquirenti sono aumentati. Negli anni ’90 sul pianeta Terra c’erano un miliardo e mezzo di persone in meno. E la Playstation 2 mantiene il record assoluto di vendite, avendo venduto più delle consolle più recenti nonostante ci sia adesso un miliardo di persone in più nel mondo rispetto al suo anno di uscita.
Ma tornando a noi, guarda che i dati che hai portato appunto confermano questo... Quando mi dici che Playstation nel '94 fa il botto, e così Nintendo o qualsiasi altra console, e poi mi dici che il fenomeno videogiochi era già radicato prima, dici 2 cose che sono in conflitto
In realtà no. Il fenomeno videogiochi si era si radicato prima, da quando si erano diffuse le sale giochi e i primi storici videogame, e parliamo di anni ’80. Semplicemente, poi, nel corso degli anni ’90, c’è stato l’apice, l’esplosione, di un fenomeno già diffuso, e il culmine lo metterei proprio con l’arrivo della Playstation. Che è stata un vero e proprio fenomeno di costume…io ricordo che all’epoca della sua uscita se ne parlava ovunque, perfino gli adulti o financo gli anziani che mai ci avrebbero giocato sapevano cosa fosse, veniva usata come termine di paragone del progresso tecnologico, entrava negli sketch dei comici…insomma un po’ come oggi è Facebook o Twitter o lo smartphone…l’impatto è stato lo stesso.
La Playstation rappresenta la svolta, perché è riuscita a scalzare il primato di quella che fino ad allora era la casa di produzione di videogiochi per eccellenza, cioè Nintendo, ed è riuscita a resistere all’arrivo della concorrenza di Microsoft. Ancora oggi a distanza di 21 anni dall’esordio la consolle di Sony resta nell’immaginario collettivo (e in termini di vendite, ovviamente) il videogioco per eccellenza.
per fare un esempio a caso, l'avvento del fumetto giapponese una causa ben più diretta...
Anche questo direi di no, perché anche i manga hanno avuto diffusione in Italia molto prima del crollo di vendite di Topolino, e per la precisione proprio negli ormai celebri “dorati anni ‘90”. Esempio Dragon Ball, che globalmente è il 4° manga più venduto di sempre e forse il più famoso, in Italia è stato pubblicato fra il 1995 e il 1997.
Secondo me il videogioco può incidere sulle vendite di Big Jim e della Barbie, sui Lego e sui Playmobil, ma non su fumetti e libri che richiedono una propensione, una attività e un tempo del tutto diversi.
Esattamente quello che intendevo dire. Per questo ritengo che sia sbagliato ricercare nei videogiochi una causa consistente del crollo delle vendite. Può aver influito, ma in maniera minima, e le vare cause sono da ricercarsi altrove.