Domanda per tang laoya: da dove viene la vignetta? (M. De Vita inizio anni '70, ad occhio.)
per la stragrande maggioranza della gente, le spese voluttuarie sono mediamente superiori a 2,40 Euro settimanali. Questo mi pare ovvio.
Gli smartphone, esempio tirato in mezzo più spesso, sono quelli che lo spiegano meglio : sono diffusissimi, ed è un dato già significativo.
Se poi uno decide di rinunciare a Topolino per altro, chiaramente, si tratta di SCELTA. [...]
Perchè quello che si diceva qui, è che ci sarebbe l'impossibilità materiale di comprare Topolino. Il che, volendo, sarebbe possibile soltanto per chi non ha neanche da mangiare nè un tetto sulla testa, cioè parliamo di clochard, che c'erano anche prima e non sono in aumento...[...]
Un dato segnalato qui a suo tempo è che ad esempio a Natale, le spese per i regali dei bambini non scendono, anzi talvolta aumentano. Ciò vuol dire che i genitori, anche quelli che devono tirare la cinghia, una spesa minima per lo svago, come quella per Topolino, ai bambini gliela concedono...
Poi, basterebbe guardare di quanto è calata la tiratura di Topolino : rispetto a dieci anni fa, è un quarto.
Risulta che rispetto a 10 anni fa, le persone in grado di permettersi 2,40 Euro di spese voluttuarie a settimana sono diminuite di un quarto?
[...]
E tutti sembrano confermare la stessa cosa.
Poi, in linea del tutto teorica, è possibile che ci sia qualcuno che materialmente non si può più permettere Topolino? Può essere, ma sarebbero casi così ridotti da non aver alcun peso sul totale.
Quindi : ribadisco quanto detto, dire che Topolino cala perchè c'è l'impossibilità materiale di comprarlo è un'emerita sciocchezza. [...]
Puo' darsi che il problema maggiore sia che tu ti stia esprimendo male (per reazione ad altri che o si erano espressi altrettanto male o erano effettivamente convinti della verita' di un'emerita sciocchezza); ma l'impressione che ho leggendoti e' che tu voglia ecludere completamente la crisi economica dalle cause del calo delle vendite (se non per un piccolissimo numero di casi, meno, chesso', dell'1%).
Come avevo scritto sopra, per quel che ne so potresti anche avere ragione. Ma gli argomenti che porti a sostegno della tua tesi mi sembrano pessimi.
Da un lato, le varie asserzioni che ho sottolineato sembrano essere soltanto le tue impressioni della societa' italiana: impressioni che certo hanno un loro fondamento (tu vivi li', sei parte di questa societa', hai una certa capacita' di guardarti intorno, ti tieni informato, etc.); ma (per quel che ne so) i dati che citi sono molto soggettivi.
L'assunto "per la stragrande maggioranza della gente, le spese voluttuarie sono mediamente superiori a 2,40 Euro settimanali" mi sembra decisamente credibile; ma direi che e' molto pericoloso (nel tipo di discussione che stiamo facendo) darlo per scontato. Cosi' facendo assumi ipotesi che grossomodo implicano la tua tesi: per accettare pienamente che le tue ipotesi corrispondano alla realta' vorrei vederle confermate da qualche seria ricerca di tipo statistico.
Smartphone diffusissimi: lo dici solo in base alla tua percezione o a dati un po' piu' seri? Qui sarebbe il caso di quantificare: si puo' affermare, chesso', che un italiano su 10 ne ha comprato uno nell'ultimo anno? (Prego notare: se nel 2013 sono stati venduti 6 milioni di questi oggetti in Italia, questo dato bruto non implica che a comprarli siano stati 6 milioni di persone.)
Spese per bambini che aumentano: 5 regali da un milione per bambini ricchi costano piu' di un milione di regali da un euro per bambini poveri. (Ovviamente non siamo ad una distribuzione cosi'; ma voglio farti notare come il tuo dato - che prendo per buono - sia troppo approssimativo per liquidare come emerite sciocchezze altre tesi.)
Tiratura calata di un quarto: se anche l'unica causa fosse il calo di possibilita' economiche degli acquirenti, non implica che sia calato di un quarto il numero di italiani in grado di potersi permettere questa spesa; semmai, sarebbe calato di un quarto il numero di italiani che amano leggere Topolino e hanno il denaro per permetterselo. (Non sono affatto sicuro che i lettori di Topolino siano equidistribuiti tra i vari ceti sociali, come tu sembri assumere. E per quel che ne so, e' possibile che i ceti che hanno visto calare il proprio potere di acquisto siano proprio quelli che erano piu' propensi a comprare Topolino. Sempre per quel che ne so, e' possibile che sia vero l'esatto contrario; ma vorrei che questo venisse stabilito in base a dati un po' piu' affidabili del tuo parere.)
Le asserzioni che fai nelle ultime due frasi che ho sottolineato concedono la possibilita' che ci siano altre interpretazioni dei dati (scrivi "sembrano", "sarebbero"); ma tu stesso liquidi questa concessione ribadendo la tua affermazione originaria. (Spero ti sia chiara la differenza tra
dire che Topolino cala perchè c'è l'impossibilità materiale di comprarlo è un'emerita sciocchezza e
dire che Topolino cala soltanto perchè c'è l'impossibilità materiale di comprarlo è un'emerita sciocchezza; io non ho problemi ad accettare la seconda affermazione.)
D'altro lato, come ho cercato di evidenziare ponendo in grassetto alcune delle tue parole, il tuo ragionamento sembra essere: chi rinuncia a comprare Topolino per difficolta' economiche lo fa perche' non puo' spendere 2,40E. Puo' darsi che questo fosse stato affermato da alcuni di quelli che volevi confutare (non ho riletto con attenzione tutta la discussione precedente), ma mi sembrerebbe piu' credibile (almeno, questo e' il messaggio che e' arrivato a me) che i sostenitori della crisi come causa importante o principale del calo di vendite volessero dire qualcos'altro. Piu' o meno: una persona che inizia a trovarsi in difficolta' economica (o teme gli capiti in un futuro prossimo) e' pronta a tagliare qualche spesa voluttuaria - il che non implica che rinunci a tutte. Anzi, per quel che capisco della psicologia umana, e' possibilissimo (direi persino probabile) che qualcuno si dica: "ora che ho risparmiato quei 10 euro di fumetti, posso permettermi di spenderne 500 per un telefono di ultimo modello buttando via quello comprato un anno fa".
Che alla fine si tratti di fare delle scelte, decidere cosa comprare e come spendere i propri soldi, e' vero; e credo che siamo tutti d'accordo su questo punto. Ma quello che tu sembri completamente dimenticare e' che c'e' una differenza tra chi sceglie SOLO in base ad una preferenza e chi sente di avere dei vincoli (di natura economica, nel caso in questione). Personalmente reputerei abbastanza credibile che una persona che 10 anni fa ogni settimana comprava Topolino, andava al cinema, mangiava in pizzeria e il sabato sera andava in discoteca, il tutto senza rinunciare agli ultimi gingilli tecnologici, ora percepisca come preferibile, per il bilancio familiare (e magari con un occhio al futuro, che la vox populi mi sembra annunci non roseo), rinunciare ad alcune di queste spese. Ammettendo come piuttosto diffuso lo scenario che ho appena descritto, e' significativo che per molti di costoro Topolino sia una delle prime spese a cui rinunciare (e a questo punto e' interessante chiedersi se sarebbe stato lo stesso un ventennio o quarantennio fa). Ma, per quanto alla fine si sia trattato di una scelta (il nostro tizio avrebbe potuto rinunciare ad altro e tenersi Topolino), e' una scelta cui si e' sentito obbligato dalla crisi. (Ho scritto "sentito": magari i suoi guadagni sono perfino aumentati rispetto a dieci anni fa, ma ora ha meno fiducia nel futuro di allora e risparmiare diventa piu' importante.)
In base a ragionamenti del genere, mi sembrerebbe abbastanza credibile che la crisi sia una delle
concause principali del calo di vendite (ripeto:
concause; e non ho dati per sostenere questa tesi, solo un ragionamento che a me sembra filare). L'impressione che ho avuto dalla discussione precedente e' che chi indicava la crisi come causa intendesse qualcosa del genere; ma forse ho letto i loro scritti in base ai miei pregiudizi. E non escludo che (per gli stessi pregiudizi) io abbia dato una lettura distorta del tuo intervento.