Viviamo un periodo di enorme crisi dell’editoria a tutti i livelli, che al momento, visti l’avvento e l’enorme diffusione delle nuove tecnologie, sembra irreversibile (ma speriamo di no!). Quotidiani che fino a qualche tempo fa avevano tirature milionarie oggi notificano esuberi ai loro redattori e chiudono sedi storiche. Settimanali e mensili di grande successo devono ridimensionare il loro budget e, magari, per recuperare lettori, si buttano più sul lato del gossip, che sembra essere l’unico settore ancora redditizio.
Il mondo del fumetto, purtroppo, non fa eccezione, anzi. Bambini e ragazzi (ma non solo) che prima avresti trovato a leggere Topolino o Tex oggi stanno lì, con gli occhi fuori dalle orbite, ipnotizzati dal loro smartphone multifunzione, che sembra in grado di offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno (ovviamente il mio è solo un esempio, ma comunque piuttosto diffuso).
In tutto questo, che cosa potrebbero fare di più la "direttora" e gli autori? Temo ben poco. L'importante è che continuino così, con la passione che traspare nitidamente dalle pagine, che non si diano mai per vinti, regalandoci ogni settimana nuove storie di ottimo livello, in grado di accontentare i palati più diversi, anche tentando esperimenti come il recentissimo (più o meno riuscito, secondo i punti di vista...) "Raceworld".
Insomma, non credo che la De Poli, Casty, Artibani & Co. abbiano la coscienza meno che a posto. Secondo me, credo di averlo già scritto, la qualità attuale del libretto ha poco o nulla a che fare con il calo di vendite.