Veramente un gran bel numero questo, dispiace solo che la qualità passi in secondo piano rispetto alla vicenda di Reginella e dispiace leggere sia qui che altrove troppe e, almeno a mio parere, immotivate critiche a due bravissimi autori come Enna e Perissinotto che, al netto delle difficoltà oggettive nel riproporre un personaggio "ingombrante", ereditandolo da due mostri sacri come Cimino e Cavazzano, più altre di natura editoriale sono riusciti ad imbastire una gran bella storia, almeno per quello che la prima parte ha mostrato.
Sono poi opinioni personali, ma io ho apprezzato tanto il fatto che Enna si sia messo in gioco, senza provare a scopiazzare Cimino, perchè se volessi leggere la Reginella di Cimino andrei a prendere una qualsiasi ristampa, questa storia è invece firmata da Enna e quindi auspico che sia la sua versione, poi può piacere o meno ma certo non si può criticarlo per essersi discostato dall'originale, altrimenti che autore sarebbe?
Sulla Perissinotto poco da dire, conferma di essere un vero talento perchè, al netto di qualche testa un po' grande, riesce a rendere benissimo nei disegni il vero sentimento che c'è tra Paperino e Reginella, nei testi si parla di amicizia ma nei gesti e negli sguardi si vede amore e questo, oltre alla sua interpretazione di Reginella, che trovo sempre più adorabile e dolce man mano che la vedo, va senza dubbio riconosciuto e apprezzato.
Sulle altre storie lunghe del numero, magnifica la storia di Zemelo, che cita una dei titoli più famosi dell'Uomo Ragno (Spiderman No More), ma bravissimo lui a ribaltare il punto di vista, facendo abbandonare a Paperino non la sua identità super ma sè stesso, con la morale di realizzare che si può essere eroi anche facendo le cose più comuni per i nostri cari, senza bisogno di superpoteri o imprese spettacolari.
Storia splendida anche per merito della Castellani, bravissima a ricreare alla perfezione l'iconica scena di Peter Parker che abbandona il costume, per non parlare delle numerose e riuscitissime espressioni che riesce a dare ai personaggi, soprattutto nelle pagine 114 e 124, rabbia, frustrazione, tristezza e sollievo descritte senza usare una sola parola, complimenti!
A Salati invece deve piacere molto Battista perchè riesce a renderlo protagonista di storie davvero belle come quella della casa del tè di qualche tempo fa.
La storia della domadissima scorre benissimo ed è un piacere leggerla ma il pezzo finale la eleva in maniera considerevole, d'altronde se arrivi all'ultima vignetta con la curiosità di sapere come sia stata possibile una certa cosa, e se poi la risposta ti sorprende e ti soddisfa, allora l'autore ha centrato il punto, tanto di cappello.
E quindi posso dire lo stesso di Vitaliano, capace di imbastire una trama arzigogolata, che all'inizio ti fa pensare alla classica storia con lo scambio di persona ma che invece si dipana in maniera totalmente imprevedibile fino al finale. Nota di merito per aver ironizzato più volte sul Topolino perfettino, rendendolo così meno "sbruffone" di altre occasioni.
Le brevi di Faccini e Pisapia completano alla grande questo numero, dove nessuna storia sfigura rispetto alle altre e sono tutte di eccellente qualità
Da rimarcare anche che si rivede Pennino, a me da piccolo faceva tanto ridere e mi auguro che la Agrati o altri autori possano riprenderlo in futuro per una storia più lunga di una sola pagina