Numero un po' deboluccio, se paragonato con la media di uno-due mesi fa, che praticamente si fa notare solamente per la storia d'apertura.
Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. prosegue con una seconda puntata che conferma le buone premesse riscontrate la scorsa settimana. Le sottotrame (Paperone e Battista bloccati nel Deposito sprofondato, Paperino e Paperoga che in superficie devono cercare di risolvere la situazione, il piano dei Bassotti e la vicenda di Rockerduck) si intersecano senza affollare la storia, ma amalgamandosi con il giusto equilibrio, dando comunque coerentemente maggior spazio allo Zione che della storia è il titolare. Qui Vito Stabile e Pietro Zemelo si concentrano sul lato più volitivo e caparbio del carattere del magnate, dopo aver mostrato maggiormente quello entusiasta nel primo episodio: il personaggio continua ad apparire genuino e ben interpretato dai due sceneggiatori.
Federico Franzò alle matite si difende bene: le sue tavole sono piuttosto ordinarie, senza grandi guizzi, ma servono molto bene lo storytelling e si permettono anche qualche occasione quadrupla azzeccata. Generalmente buono anche l'aspetto del cast.
A seguire una nuova storia del Fantomius di Marco Gervasio: Senza maschera ha il pregio di abbandonare l'eccessiva mission di inserimento nella coerenza barksian-donrosiana, concentrandosi su una semplice avventura criminale del protagonista. In questo sembra essere tornati alla semplicità delle prime storie, ma in alcuni passaggi la superiorità intellettuale del criminale sembra davvero troppo schiacciante, fino a risultare spiazzante. Le dinamiche del piano di Fantomius sono a volte troppo fluide e in questo modo la sospensione dell'incredulità viene leggermente meno.
Doppia razione della Molti personaggi ecc. di Sio e Picone: i nodi sono venuti quasi tutti al pettine, ma si sancisce pressoché in maniera definitiva, per me, che in questa storia-fiume lo sceneggiatore si è "permesso troppo", giocando con i caratteri dei personaggi. Se nelle prove precedenti si era dimostrato rispettoso e conoscitore delle varie personalità, dando libero sfogo alla sua vena comica nonsense solo con personaggi a cui calzava bene addosso, come Paperoga o Pippo, limitandola cum grano salis negli altri, qui vedere Paperino e Topolino pronunciare frasi da babbei catatonici mi ha stonato parecchio. È un meccanismo che funziona nelle strisce stilizzate di Sio, dove ogni personaggio può ricoprire quel ruolo, ma con un cast del genere la cosa andrebbe meglio distribuita.
Al netto di alcune battute divertenti (anche in questi stessi due episodi), il resto è purtroppo bocciato. In attesa di leggere l'ultimo episodio per avere un'idea realmente definitiva.
Su Indiana Pipps Flash Adventures c'è ben poco da dire (se non che rientra nel novero delle 4-pages che dovrebbero far ridere ma non ci riescono), mentre spezzo una lancia in favore di Topolino e l'inseguimento epocale: contenendo molti riferimenti alla serie TV inglese Doctor Who la storia è stata martoriata da diversi commenti in giro per il web. Io, pur da fan sfegatato del Dottore, non giudico in maniera così negativa la storia di Jacopo Cirillo e Valerio Held: sicuramente è ben lungi dal lasciare il segno, e ha una trama che soffre l'avere troppa carne al fuoco per lo spazio in cui viene sviluppata. Mi pare un'avventura troppo ambiziosa, che non riesce a mantenere le premesse iniziali, realmente sfiziose. Perché anche se è vero che i riferimenti e le citazioni a elementi relativi al Dottore abbondano e costituiscono parte integrante della trama, è anche vero che sono utilizzati in maniera comprensibile anche da chi non conosce la serie. Sono inside jokes, un po' invasivi, sì, ma senza inficiare la comprensione della lettura. Quella semmai è inficiata da una spiegazione finale un po' troppo involuta e complessa, che si arrota su se stessa e lascia il lettore un po' confuso. Ma lo strambo personaggio dell'Ingegnere funziona come motore della storia, e anche lo spunto iniziale risulta interessante. Peccato solo per il Topolino un po' in ombra.