Letto, finalmente. L’unica cosa bizzarra è che fin da quando il mese scorso lo vedevo comunemente nelle edicole la copertina non mi piaceva granché, mentre ora continuo a guardarla ammirato. Bah…
Numero più che buono, comunque, e sono più che soddisfatto di ricominciare a interessarmi ai Grandi Classici da qui.
Si comincia con Paperino e la penuria ferrosa di Mezzavilla, disegnata da un bravo Cavazzano, storia che forse non spicca per originalità ma che è simpatica e tipica del periodo in cui ha esordito.
Ci sono due perle di Rodolfo Cimino come Zio Paperone e il disgregatore monetario (veramente molto bella e filosofica, quasi) e Zio Paperone e gli uomini-condor, assurda nell’idea di base dello Zione che si sposta volando con gigantesche ali da rapace.
I Barosso divertono come ben sanno fare con la spassosa Paperino centravanti intellettuale, folle e per questo mi ha strappato numerose risate tanto che anche il finale analogo a quelo visto altre volte non mi ha dato fastidio per niente; e con Tip e Tap e l’ora della nanna disegnata da un buon Carpi.
Molto bella è anche la storia di Romano Scarpa Brigitta e lo "scoop" sensazionale, in cui tanto Paperojne quanto Paperino quanto Brigitta stessa danno il meglio delle loro potenzialità in un'avventura atta a fare promozione alle pellicce sintetiche di Scrooge. Bellissimo lo pseudonimo Sfinge Sibilla!
Simpatica e “moralista” Topolino e il rivoluzionario TC 999 (belli i disegni di Ubezio), mentre definirei come un giallo un po’ banalotto Topolino e la statua d’oro. Simpatica ma nulla più Archimede e il mondo alla rovescia, che vale soprattutto per i disegni di un grande Bottaro, è invece più divertente Archimede venditore ipnotico disegnata da Strobl. Strobl che disegna anche una storia di Kinney con Paperoga molto divertente stile commedia degli equivoci, Paperoga e il paperongorilla.
La sezione Superstar di questo numero viene presentata da un articolo di Boschi sulla storia di Gottfredson, sugli animali e sulla Pasqua. Topolino e il gorilla Cirillo (la storia di Gottfredson, appunto) è un’avventura domestica, casalinga, del Mickey Mouse a strisce, cionondimeno si rivela godibile e divertente nel tratteggiare la figura di un gorilla intelligente e la vita di Topolino con un animale “inusuale” da compagnia (vedi Bobo l’elefante anni prima).
Segue Pippo e il condor dell’Illampù, storia molto bella a cui sono affezionato perché letta su The Best of Pippo, con una bella trama che valorizza il protagonista e con dei disegni di Carpi veramente stupendi specie nel tratteggiare Gambadilegno.
Chiude il trittico Paperino e le uova pasquali di Martina/Perego: storia molto divertente, indimenticabili gli atteggiamenti da finto smemorato di Paperino e l’agente all’inizio della storia che ripete sempre tre volte l’ultima parola di una frase. Fa sempre strano sentire che Paperone era in affari di contrabbando con un bandito cinese, ma conoscendo Martina non ci si dovrebbe stupire più di tanto nel trovare certi scheletri nell’armadio dello Zione. Bello anche l’inserimento della leggenda (che non conoscevo se non ci fosse stato Boschi a spiegarla) delle campane che volano vero Roma, tocco di follia che dà un certo qual fascino all’insieme).
In definitiva, un numero che mi ha fatto passare qualche ora in piacevole compagnia di belle storie, quasi tutte molto valide.