Nuova recensione!
I classici di Walt Disney numero 11 (seconda serie) - SuperpaperissimoQuesta sproporzionata copertina di Giancarlo Gatti ci introduce all’undicesimo Classico della seconda serie, ristampa del numero dieci della prima.
Ad una prima occhiata, l’indice potrebbe non risultare appetibile come tanti altri di questa testata, a causa delle storie americane a fondo volume. Niente di più sbagliato! L’albo contiene una eccellente rappresentanza delle storie che popolavano Topolino negli anni ’50, ed inoltre, dopo aver letto due “dense” avventure italiane, il lettore può “rilassarsi” leggendo storie americane più leggere, ma non per questo meno meritevoli.
L’albo, come di consueto, presenta in apertura un prologo, creato dalla instancabile coppia Dalmasso e Perego, che riescono a mettere in piedi, a parte qualche incongruenza, una piacevole opera di raccordo, con anche una storiella sullo sfondo.
Questo si apre con un Paperone furente ed armato di randello, il quale sta attendendo l’uscita del nipote da una scuola (che reca lo strano nome di “Scuola rudimentale”), qui incaricato come bidello.
Paperone decide di telefonare a Paperino per avvertirlo del fracco di legnate che gli somministrerà all’uscita dell’edificio. Paperino risponde, con un sorrisetto beffardo, che lui, in quanto bidello, è un pubblico ufficiale. Paperone gli risponde per le rime dicendogli che un bidello è tale solo nell’esercizio delle sue funzioni!
Per Paperino sembra proprio non ci sia una via di fuga, quand’ecco che ai nipotini viene un’idea: un loro amico si mostrerà irriverente con Paperone, così da farsi inseguire il tempo necessario a Paperino per scappare.
“Per mille guai! A quanto pare non è finita la serie dei guai, iniziata con la scuola dei “guai”…”
Così esclama Paperino, prima che inizi la vera storia a tutti gli effetti dell’albo, che, come si sarà capito, è “
Paperino e la scuola dei guai", e ciò spiega anche il perché di una stranezza come Paperino bidello.
Per quanto riguarda le randellate, è necessario leggersi la storia: Paperino, a causa di una serie di vicende sfortunate, fa colare a picco 100.000 dollari e costringe a pelare 900.000 patate a Paperon de’ Paperoni. Abbastanza per essere furente!
La storia è uno dei capolavori di Martina (anche se, a dir la verità, la prima parte è troppo a sé stante, porta avanti poco o nulla la vicenda che si delineerà nel secondo tempo, che sarà poi la trama vera e propria della storia), disegnata da Scarpa nel suo primo periodo, assolutamente meraviglioso, con personaggi bassottelli e tondeggianti, e le chine di Gatto non fanno che accentuare la meraviglia di questi disegni, lineari e morbide come sono.
Ottima la conclusione, con ciascuno la punizione che si merita (tranne Paperone, che, paradossalmente, per quanto nelle storie di Martina sia senza scrupoli, qui si comporta meglio di tutti) e gli spassosissimi libri sfogliati da Paperino nella penultima tavola, con i titoli “La miglior difesa personale col Ju do”, “I camuffamenti” e “Le terre più remote”, chiaro segno di indecisione da parte di Paperino di come fuggire dall’ira dello zione!
Da notare come il nome del legittimo professore di Qui Quo e Qua cambi nome all’interno della storia da Anacleto a Minervo.
Finita l’avventura, a cui le prime pagine del prologo seguono immediatamente, (e così si possono notare errori come l'assenza della divisa da bidello di Paperino nel prologo, o il diverso aspetto della scuola) Paperone decide di concedersi una doccia monetaria per rinfrescarsi dalla corsa, quando viene interrotto da un postino.
Questi gli consegna una lettera, inviatagli dal sindaco di Tegucigalpa, che gli ordina di ritornare a far piovere lo stesso quantitativo di sardine stabilito dal suo avo Mac Paper, che Paperone ha ridotto a causa della sua avarizia.
Il ricco papero pensa di far valere i suoi diritti mostrando il contratto al sindaco, su cui è scritto sì che il 3 maggio deve far cadere una pioggia di sardine sulla città, ma non in quale quantità! La discussione sarebbe conclusa, se non fosse che Paperone non trova più il contratto. Allora pensa di rivolgersi a suo nipote. “Il contratto potrebbe essere nelle mani di Paperino! Era presente anche lui - pensa - quando fu stipulato!" Il parente fa finta di non ricordare nulla, e mentre tra i due attacca una lite, i nipoti prendono a raccontare l’avventura.
Penso abbiate capito tutti a quale storia ci si riferisce, e che tutti abbiate fatto alcune considerazioni del tipo “Ma… la pioggia di sardine non era un fenomeno inspiegabile? Ed ora il comune invia una lettera a Paperone riguardo questo?” “E quando avrebbero, poi, stipulato il contratto? Nella storia non si vede il momento!” Proprio le incongruenze a cui accennavo sopra!
In questo modo la storia perde l’aura leggendaria di cui era pervasa, così come il rapporto di fiducia tra i due parenti, e, cosa più grave di tutte, lo splendido finale viene vanificato, facendo passare Paperone come un gretto taccagno profittatore anziché un papero con, in fondo, un cuor d’oro. Ma vabbé, passata la fase di tutte queste domande, inizia la splendida “
Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante". La storia è di solamente un anno prima rispetto alla precedente, ma la differenza nei disegni si vede. La mancanza di un anno di esperienza non impedisce comunque a Scarpa di realizzare degli eccellenti disegni.
Questa versione è purtroppo priva della prima pagina della seconda puntata e di una striscia dove il Kaibì si sazia con una sardina, e purtroppo questa sarà la stessa che Zio Paperone, testata per collezionisti, riproporrà nel numero 156.
Finita la storia, la differenza tra lo zio Paperone di Scarpa e Dalmasso salta subito all’occhio, tanto che da chiedersi se non si tratti di un altro personaggio, vista la facilità con cui cambia carattere: la storia finisce con un Paperone dall’aria trasognata, il prologo inizia con Paperino e Paperone presi da una zuffa!
Calmatisi, Paperino diventa ragionavole ed incomincia le ricerche del contratto, dietro previo pagamento: ricorda che lo avevano depositato in un luogo che incominciava per “P” o per “B”… e dunque, quale luogo più logico per cercarlo? Ma nel pollaio di Paperino, ovvio, presente in ogni storia! Questo non rimedia che batoste dalle galline, e decide di allontanare lo zio, per potersi godere i dollari: gli dice che il contratto si trova nei bidoni dove i Tegucigalpani hanno raccolto le sardine (anche se nella storia di Scarpa si trattava di ceste), per non si sa quale misteriosa causa: così salgono a bordo di un aereo, destinazione capitale dell’Honduras, ma con uno stratagemma Paperino scende a terra e lascia partire da solo Paperone. E così si arriva al vintage americano che a me piace tanto, composto da storie molto semplici ma godibili. Infatti qui si attacca un Duck Album, chiamato “
Paperino e il festival dei Paperi”, ristampato solamente 17 anni dopo su Paperino Mese numero 173.
Questo periodo di Tony Strobl è il migliore, secondo solo, forse, a quello a metà degli anni ’60. Solo un episodio è disegnato da un illustratore differente, Phil DeLara, anche lui abbastanza bravo. Sarebbe un mio sogno vedere ripubblicato questo tipo di storie, così come quello che verrà dopo, in una testata apposita e in modo integrale, al contrario di come è accaduto spesso.
Da notare che qui appare un nipotino di Gastone, in italiano Gasparre Paperone, che apparirà qualche altra volta nelle storie.
Terminato questo ciclo di storie, Paperino trova sotto il berretto il contratto che Paperone stava cercando, e così decide di volare in Honduras per far finta di trovarlo in un bidone ed evitare di essere spiumato. Intanto Paperone prova a rintracciare i bidoni, ma sono chiusi in una saracinesca, quindi impossibili da esplorare.
Quindi si dirige dal sindaco per fa valere i propri diritti, e, a causa di un colloquio un po’ troppo colorito, viene accusato di “percosse ed ingiurie nella persona del primo cittadino”, nonché per “inosservanza di patti verso la città di Tegucigalpa”
Paperino irrompe in tribunale interrompendo un processo - farsa dove il giudice ha fretta di andare a pranzo, sostenendo di aver trovato il contratto nei bidoni che potrebbe scagionare lo zio, ma il sindaco ne fa una pallottola che scaglia in strada, poiché sa perfettamente che i bidoni sono chiusi a chiave.
Fortuna per Paperone che sotto al tribunale passa Topolino, che riceve la pallottola proprio in testa. Così, interrompe il processo (forte anche della sua iscrizione alla “Associazione nazionale persone per bene”) e, con un incredibile accondiscendenza, decide di visionare il contratto: tutto si risolve per il meglio, ed il sindaco non ribatte nemmeno una parola. Paperone, per festeggiare, propone di dirigersi a Disneyland: ed ecco arrivare l’ultimo ciclo di storie, "
Paperone e lo specchio magico", che ci presenta tre episodi diversi collegati da tavole di Strobl, quindi un collegamento dentro un collegamento: la nota storia "
Zio Paperone e la gara sul fiume", "
Paperino nel paese dell'avvenire", con un finale che ricorda molto la barksiana “Paperino in vacanza”, e “
Topolino e Pippo su fiume Javajana”. Purtroppo il contenuto dell’albo originale da cui sono tratte queste storie non ci è riproposto integralmente, mancano due episodi dove Tip e Tap interagiscono con Pinocchio e Paperina (che nelle tavole di Perego era assente, al contrario di quelle di Strobl) con Alice (!).
La ristampa su questo albo è l’unica dopo Topolino, tralasciando la prima edizione di questo classico: dunque giace irristampata da 32 anni, e quindi penso sia logico aspettarle a breve nella sezione Superstar dei Grandi Classici.
Usciti dal parco di divertimenti, l’albo non si può che concludere nella più classica tradizione italiana, ovvero con Paperino inseguito da Paperone: questo ricorda che, se non fosse stato per la sbagliata indicazione di Paperino, lui non avrebbe speso 50.000 dollari per l’arringa non pronunciata. Il nipote scappa e si rifugia a scuola, mentre Paperone attende la sua uscita per somministrargli la giusta punizione: insomma, la storia finisce così come è iniziata!
Come ho già detto, un albo che è da avere, contenente due capolavori italiani e due cicli di storie americane irristampate da anni: l'ideale per gli amanti del fumetto!