TESORI DISNEY # 2 – STORIA E GLORIA DELLA DINASTIA DEI PAPERI
Se tre mesi fa ero certo, dall’editoriale della Cannatella e dall’articolo di Boschi, che questa nuova testata si limitasse a ristampare cicli di storie di un personaggio, ecco che presto ho visto sbriciolarsi la mia certezza. Il secondo numero di Tesori Disney ci propone infatti una saga in senso stretto, forse la più celebre nell’ambito della produzione italiana, cioè Storia e Gloria di Martina, Scarpa e Carpi.
Partendo col parlare proprio della storia in sé, forse non si può gridare al capolavoro ma di sicuro sono 8 storie che comunque le si considerino (indipendentemente l’una dall’altra o parti di un tutto) sono molto gradevoli, non prive di accenni culturali tipici del Professore e anche con trovate e battute divertenti. Certo, se si vuole trovare della filologia o dei riferimenti alle storie di Carl Barks per il passato di Paperone e della credibilità storica, si è proprio fuori strada ed è meglio ripiegare sul buon Don Rosa, difatti citato più volte negli articoli di questo volume. No, Martina non aveva intenti di questo tipo, tanto che la saga nacque per supportare le monete allegate a Topolino in quel periodo. L’intento era quindi solo quello di intrattenere i giovani lettori provando a raccontare le generazioni passate dei Paperi lasciando andare la fantasia a briglie sciolte, senza preoccuparsi troppo di coerenza storica o di fedeltà a un corpus narrativo disneyano più vasto. Ma va bene così, chi legge Storia e Gloria sa che cosa aspettarsi, e sa godere quindi dei riferimenti a fatti storici, di battute “cattive”, di un linguaggio “forte” e politicamente scorretto, e di avventure di Paperi attraverso le varie epoche storiche che ruotano attorno all’avidità del Paperone di turno.
Tenuto conto di queste premesse, si può continuare a non considerare un capolavoro questa saga, ma di certo non si potrà non ammettere che sono otto storie godibilissime e appassionanti, dove le varie cornici storiche non fanno altro che dare un’atmosfera diversa dal solito ma che presenti situazioni familiari. I disegni di Giovan Battista Carpi e di Romano Scarpa poi arricchiscono l’opera, dandole una freschezza e un’aura di magnificenza invidiabili.
Tutti i capitoli sono molto belli, il primo essendo introduttivo mi dice forse poco, ma gli altri sono tutti validi e godibili. Il secondo e il terzo in particolar modo, insieme al quinto e al sesto. L’ultimo, invece, snatura davvero troppo una delle poche cose assodate nel passato dei personaggi Disney: Paperone non può nascere nel Klondike, non è passabile. Questo mi ha un po’ rovinato tutto l’episodi finale (perlomeno nella parte del passato, quando si torna al presente mi sono divertito molto).
Menzione speciale per il capitolo II bis di Alberto Savini e Andrea Freccero, molto molto buono: divertente nelle battute e nelle situazioni (vale a dire i siparietti tra Gennarinius e Ottofurotto e il tormentone dei beoti, usato con varianti sempre intelligenti). Belle le caricature nascoste di Carpi e il fatto che la storia si incastri davvero perfettamente tra il secondo e il terzo riuscendo a creare una storia molto valida. E anche i disegni di Freccero ci stanno tutti, sono bellissimi e cinetici e benché di fianco a quelli dei due Maestri un po’ sfigurino non posso negare che mi ammalino.
Per quanto riguarda l’edizione: ero tentato di saltare questo secondo numero, avendo Storia e Gloria nel volume del 2003 che la raccoglieva. Ma il fatto di non voler interrompere la collana che è così ben fatta anche esteticamente, il fatto che qui i dialoghi non sarebbero stati censurati come nel 2003 e la presenza dell’episodio II bis di Savini che io non avevo mi hanno spinto all’acquisto. E non sono pentito. Mi sono divertito a confrontare i dialoghi diversi nelle due edizioni che ora possiedo, e sono contento di avere la versione con i dialoghi di Martina incensurati, inoltre la copertina è molto bella. Per quanto riguarda gli articoli, forse non sono esaurienti come quelli del numero scorso, ma ciò si giustifica dal fatto che si voglia mettere un articolo prima di ogni storia: essendoci qui più storie che nel volume di Reginella, è chiaro che gli articoli si sono spesso ridotti a una pagina, ma dove davvero non c’era molto altro da dire. Ecco, forse avrei sentito il bisogno di qualche pagina in più nei due articoli della storia di Savini, magari con una bella intervista a questi. Ma tant’è, quelli lunghi sono molto interessanti, a partire dall’elenco iniziale fino a quello che spiega le incongruenze storiche della saga per poi sfociare nei mille confronti con la dettagliatissima opera di Don Rosa.
Un volume che non delude, quindi, anche se spero che fra 3 mesi si torni a dedicare il volume al ciclo di un personaggio.