Barks non è osannato troppo: nel campo del fumetto, in pochi anni, ha rivoluzionato completamente il mondo di Paperino che prima di lui si riduceva a starnazzare dietro a Topolino e Pippo o con i nipotini (starnazzanti pure loro: poi l'uomo dei paperi li ha 'educati' e fatti maturare, grazie anche alle GM). Ha creato personaggi immortali, storie indimanticabili e una intera città, gettando le basi per tutto quello che sarebbe arrivato dopo. Ha avuto la fortuna e il merito di vivere a lungo per potersi godere il successo postumo alla sua carriera. Quando i comic books ai quali collaborava raggiungevano (grazie alle sue storie) record di vendite incredibili (oltre 3.500.000 di copie vendute a numero), nessuno o pochissimi, fra il pubblico, lo conoscevano e i suoi guadagni non erano certo astronomici come le tirature degli albi.
Posso capire che i suoi disegni non vengano subito apprezzati. Da ragazzino, abituato agli autori italiani, quando vedevo le storie di Barks, queste mi davano un senso di lentezza, pacatezza, poco ritmo, noia. Sembra incredibile ma è così. Solo in seguito mi sono reso conto della qualità, del ritmo, dello spettacolo di quelle storie e della grandezza del suo autore.