Sottoscrivo in pieno tutto quel che il Sig. Uomochesapevatroppo ha scritto e, visto che s'è citato il Sig. Massimiliano Brighel, lo cito a mia volta, quando fece presente che anche Panini, come tutti gli imprenditori, sta sul mercato per "peodurre ricchezza", ossia, tradotto, fare denaro guadagnando e senza smenarci quattrini.
Se le cose non vendono, Panini, che ci ha scommesso, non può perdere denaro a prescindere, sennò è la fine anche per ciò che rende, e ciò m'appare ovvio. Casomai ci si può chiedere perché certe testate non abbian reso: era sbagliata l'idea di fondo o ci si è persi per strada?
Perché, secondo me, che poco conto ma vabbé, Panini ha percorso ogni strada percorribile per sfruttare un prodotto sul quale aveva investito: dal settimanale inedito alle ristampe di Barks, dalle raccolte tematiche o per saghe, al ritorno di Pk... Ora, non so voialtri, ma io dei dati di vendita, degli investimenti fatti, dei ritorni ecc, nulla conosco. Epperò una domanda va fatta, se si parte dal presupposto, per me ancora ovvio ma rimetto di valutare a voi se sia così davvero, che Panini c'ha dato un bendiddio che mancava da una fraccata: si vende poco perché anche le testate migliori son così piene di bischerate da essere invendibili totalmente (io medesimo ho rilevato varie bischerate su Tesori De Vita 1), o il mondo Disney fumettaro assolutamente non tira più?
Perché, se è la prima che ho detto, si può correggere il correggibile e ricuperare, ma, se è la seconda che ho detto, non vedo soluzioni di sorta, Panini o no che sia l'editore.