Comincio col dire che il topic da me creato aveva l'intento di far conoscere una nuova (almeno per me) realtà che poteva interessare qualcun'altro.
Tutto molto chiaro caro luciochef, a parte forse il termine "fusione" che temo non sia esatto..credo sia più corretto parlare di collaborazione o accordo.
Avevo parlato di fusione tra virgolette proprio perché intendevo dire una collaborazione che si discosta pero' dalle collaborazioni tipo finora viste su internet (o almeno io non ne avevo mai visto di questo tipo).
Ne approfitto per dire la mia su Amazon, che, se pure rappresenta una comodità ed ormai domina il mercato italiano, è pur sempre una multinazionale con sede all'estero e che paga in Italia solo una miseria di tasse, acquistando merce a prezzi di favore date le grandi quantità ed eliminando gli altri intermediari: è proprio per questo che si possono fare sconti, e vengono persi moltissimi posti di lavoro nel campo della rivendita di beni, con danni economici a livello nazionale notevoli. Senza contare le condizioni di lavoro all'interno delle sedi, a dir poco abominevoli. Vorrei spingervi a riflettere su questo ed a rivolgervi a questa piattaforma solo in mancanza di alternative; io personalmente faccio così. Nessuno regala niente!
Amazon poi distrugge tutto il resto dell'ecommerce nazionale(che dispertamente cercano di imitare nella logistica), grazie alla riduzione del costo di lavoro, che trasforma gli operai in schiavi salariati a basso costo, dovendo pure rinunciare alle conquiste sindacali ottenuti nel secolo scorso. Ma non c'è da preocuparsi molto di questo, in fondo presto i robot(che sono gia la metà dei lavoratori in amazon) sostituiranno quasi del tutto gli esseri umani e l'interazione umana sara solo un ricordo....
Non volevo portare il discorso sul piano morale o su quello filosofico ma restando su quello più meramente pratico.
Anche perché il mio percorso di studi non mi ha portato a frequentare il liceo classico o ad avere un dottorato in filosofia.
Ma visto che ci siamo....
Amazon e' una multinazionale che, come tante altre, sfrutta dei buchi, delle lacune all'interno delle legislazioni.
Non mi sento di condannarla da questo punto di vista o, per meglio dire, non la condanno rispetto a tante altre che fanno la medesima cosa. Tra queste ci sono tante aziende, anche italiane, che fanno affari in Italia ma hanno le loro sedi in Irlanda, Lussemburgo, ecc., ecc.
Vogliamo parlare poi delle aziende italiane che hanno spostato le loro fabbriche in paesi esteri (Polonia, Ungheria,ecc) per godere del minore costo del lavoro (vogliamo dire anche Fiat) ?
Quindi come si vede e' un malcostume che affonda le radici in tutte le nazioni, a tutti i livelli e che non si ferma davanti a nulla.
Passiamo poi al punto dei lavoratori...
Seguendo la logica di Max e Paperock, comprensibilissima e sacrosanta nelle parole, dovremmo evitare di acquistare, indossare, possedere quasi tutti i prodotti sul mercato internazionale. Quando acquistiamo una paio di scarpe della Nike ci domandiamo quale cittadino bangalese e' stato sfruttato per confezionarle ? Oppure se acquistiamo un pallone da calcio per i nostri bambini ci chiediamo se quel pallone e' stato prodotto da un altro bambino del Myanmar ?
Passiamo poi alla manodopera....
Come sottolineato da tang laoya si e' parlato di "condizioni a dir poco abominevoli".
Ok, posso essere d'accordissimo (anche se questi termini li lascerei a chi lavora nelle miniere oppure in capannoni stipati in centinaia dove dormono e vivono tra i macchinari e i fumi chimici....).
Ma queste condizioni ci stanno a cuore perché toccano i nostri connazionali ?
Chiedo questo perché anche noi italiani sfruttiamo ogni giorno la manodopera di tanti operai dell'Est Europa, dell'Africa, del Maghreb non riconoscendo a loro neppure il minimo diritto sindacale. Ma mi sembra che non ci tocchi in modo cosi' profondo. Nessuno si leva facendo fiaccolate o sit-in di protesta davanti al Viminale.
Ne approfittiamo tutti perche' ci "nascondiamo" dietro al discorso del costo del lavoro, delle troppe tasse, delle troppe tutele sindacali, ecc..
Se ci poniamo SEMPRE queste domande e ci indigniamo per lo sfruttamento della manodopera, qualunque sia il colore della pelle o la provenienza, allora possiamo portare avanti questi discorsi che sono giustissimi.
Ma allora dovremmo essere super attenti ad ogni etichetta, dovremmo seguire tutte le discussioni che smascherano queste cattive politiche produttive e, praticamente, non dovremmo acquistare più nulla da qualsiasi azienda con un certo numero di dipendenti o con un capitale sociale con diversi zeri.
Ci dovremmo rivolgere al calzolaio sotto casa che produce le scarpe solo col sudore della propria fronte. Ma saremmo poi sicuri che quel calzolaio verserà la giusta quota di tasse allo stato ? O farà anche lui, nel suo piccolo, un'evasione fiscale ?
Insomma i discorsi sono molto più complessi ed ingarbugliati di quello che sembrano.
Ognuno, seguendo la propria coscienza, può avere una condotta morale che lo appaghi. Sicuri pero' che quella condotta non salverà il mondo. Lo migliorerà per quella infinitesima parte, ma non lo salverà....