come ho scritto, anch'io soffro di incostanza, ed è un problema molto diffuso, ti assicuro, soprattutto nella narrativa, dove il lavoro non è commissionato nè retribuito da subito, quindi mancano tempo ed energie.
dove il lavoro è commissionato è molto diverso, ma ripeto, produci qualcosa che non è completamente tuo.
è anche vero che con la sceneggiatura quando arrivi ad alti livelli (ai quali non sono ancora arrivato, sono sceneggiatore da due soli anni e non è detto che arriverò mai) ti bastano un paio di lavori l'anno per vivere bene e ti resta molto tempo per scrivere quello che ti piace, fino a quando non ti lasci catturare dalla prospettiva di diventare ricco o hai paura di uscire dal giro se rifiuti e accetti tutti i lavori che ti propongono e stai da capo a dodici... spero non mi accadrà mai!
quindi sì, è dura, ed è proprio questa durezza a fare la grande scrematura tra appassionati di scrittura e gente con il fuoco dentro, che non può farne a meno neanche volendo. ma tranquillo, i periodi no ci sono per tutti e se è vero che la costanza è importantissima sono io il primo a tradire questo consiglio.
confesso che da oltre un anno e mezzo scrivo solo su commissione, ho un blocco dovuto alla perdita di mia madre, ma lo prendo con filosofia, so che ho solo bisogno di prendermi il mio tempo per metabolizzare la cosa...
quanto ai concorsi vinti: è vero, scrivo bene, non posso dire il contrario, e non posso certo ipotizzare che chiunque parteciperà a concorsi letterari ne vincerà così tanti, forse neanche uno, però è anche vero che per una persona che scrive bene che partecipa ai concorsi ce ne sono 10 che scrivono bene e non partecipano... coraggio!