Topolino e l'ipotetico Doppioscherzo è una storia (l'ennesima della produzione del Castellan) che mi ha affascinato.
Innanzitutto ho apprezzato moltissimo l'atmosfera "calda" e familiare della dimensione degli affetti di Topolino (insieme alla sua compagna di una vita e con Pippo), che mi hanno restituito appieno il sentire della vividezza con cui Casty descrive il rapporto tra questi personaggi.
Tenerissimo, delizioso e genuino a tal proposito il Pippo delle prime pagine, al momento della partenza dei due amici villeggianti, talmente sincero e umano che quasi viene voglia di abbracciarlo!
La penna dell'autore riesce ad imprimere una tale "veridicità" e umanità nei rapporti interpersonali che coinvolgono Topolino in un modo così delicato ed affettuoso che non si può non rimanere inteneriti da quanta attenzione e cura l'artista goriziano immetta nel restituire a noi lettori l'immagine di personaggi più che mai vivi e tridimensionali.
E poi c'è Doppioscherzo: l'antagonista del racconto è qui delineato in maniera deliziosa e ottimamente caratterizzato nella suo essere un
villain sinistro, subdolo, "calcolatore".
Come ha sottolineato Geronimo, anche io sono rimasto coinvolto e mi sono appassionato nel seguire il risvolto psicologico della storia, già a partire dall'arrivo dei nostri nel laboratorio del prof Bakat nel leggere del suo interesse per lo studio del cervello umano e del suo funzionamento.
Il capovolgimento dei toni della narrazione, poi, mi ha avvolto in un clima di
pathos e di appeal ammirabile, inducendomi letteralmente a "divorare" le ultime pagine per scoprire come la storia si sarebbe risolta.
E poi voglio sottolineare ancora una volta un altro merito di Casty, ovvero la sua capacità di possedere una fantasia fervida che gli consente di ideare nomi e personaggi graziosissimi e molto simpatici:
Cosetto, l'ingegnere orsetto; lo
mnemorama, il
figuratif.
E poi quella minuziosità nel dare un'importanza chiave a certi elementi che sembrano essere soltanto piccolezze atte a generare semplici sorrisi ma che, invece, si rivelano ben studiati e perfettamente incastrati nel meccanismo della storia e dei suoi sviluppi, come il Pippo che non vuole ricevere fotografie "brutte" dai suoi amici in vacanza (che, brutte, lo sono solo per lui e per il suo gusto) e lo stesso orsetto Cosetto.
Sublime poi il clima di inquietudine e di minaccia che aleggia su Topolino e Minni, con la figura di Vito che gode nel vederli così spaventati ed in balìa del suo volere, dimostrando quanto sia insano e, perciò, assai pericoloso il proprio modo di pensare e di essere
.
Il tutto è splendidamente raccontato per immagini dallo stesso artista friulano, i cui disegni espressivi e più che mai vividi
supportano al meglio una trama deliziosa, dal cui connubio nasce una storia che ho amato per le emozioni e il coinvolgimento che mi ha donato.
In sintesi, posso dire senza dubbio alcuno che da questa lettura ne sono uscito meravigliosamente e genuinamente appagato.