Sì, però la $aga non è il Vangelo a cui tutte le altre storie devono riferirsi, e guai se non sono coerenti!
Se uno vuole raccontare una storia un po' diversa, può e deve farlo; poi, se la storia è bella o brutta, è un altro discorso (ma nel caso del Miliardo, almeno a mio parere, la storia non è male)...
(PS: per me la $aga è uno dei 5 fumetti più belli in assoluto, insieme all'Eternauta, al Porto Proibito, a Watchmen e alla Seconda guerra mondiale di Gino D'antonio e Ferdinando Tacconi!)
Io potrei anche convenire in parte sul fatto che la Saga, e la produzione di Don Rosa in generale, non debbano essere un vangelo al 100%: è chiaro che se si vuole far collimare Don Rosa (che su alcuni personaggi ed eventi, financo l'esistenza di Paperoga o Topolino, pone paletti a volte troppo rigidi) con la produzione fumettistica Disney italiana è lecito essere flessibili su alcuni punti (ad esempio, se vogliamo inserire Paperotto nel canon, possiamo fingere che Paperone si sia temporaneamente riappacificato col nipote, magari usando l'assist della storia di Fantomius di Gervasio dove Scrooge scrive alle sorelle aiutandole, solo per poi rompere nuovamente i rapporti più avanti). Quindi, con elasticità mentale, possiamo fingere che alcuni balloon di dialogo non esistano, che alcuni eventi siano avvenuti in maniera leggermente diversa ecc.
MA
1) non sarà il vangelo, ma è comunque un punto di riferimento, l'opera più completa e precisa se si vuole parlare di origini. Si può essere flessibili su alcuni dettagli, ma non sconfessarla in toto come avvenuto con Il Miliardo.
2) non l'ha ordinato il dottore di riscrivere costantemente millemila origini contraddittorie (tanto più che Nucci sembra contraddire addirittura storie scritte da lui stesso!). Ci si può muovere liberamente nel presente o addirittura nel passato approfondendo cose che non sono state già stabilite da altri autori. Perché continuare a ravanare nel passato già stabilito? È necessario?
3) a questo punto però autori e direzione del Topo dovrebbero prendere...una direzione chiara. Perché è proprio negli ultimi anni che Bertani, Nucci, Gervasio e praticamente il 90% degli sceneggiatori citano Don Rosa in praticamente ogni numero, spesso a sproposito, ostentando una presunta fedeltà agli eventi della Saga. Insomma, quando gli fa comodo, Don Rosa è vangelo eccome, e ne attingono a spron battuto per valorizzare le loro storie. Anche qui, non glielo ha ordinato il dottore di farlo, è una scelta editoriale ben precisa, è "la linea". Si poteva essere vaghi, si poteva scegliere di ignorare Rosa e inventarsi una propria continuity (opinabile, ma legittimo). E invece no, da un lato si agita il santino di Rosa e dall'altro lo si sconfessa (e non per minuzie, ma per elementi importanti tutt'altro che trascurabili). Un Don Rosa a targhe alterne, fino ad arrivare a questa storia che contemporaneamente cita la Saga e demolisce la Saga. Si decidessero, glielo chiedo con affetto, perché mi sembra un po' ambigua e "schizofrenica" come posizione.
4) riallacciandomi al punto precedente, è una questione di coerenza. Ma anche di credibilità.
Se vogliamo fare "liberi tutti, niente paletti, creatività senza punti fermi" ok, lo si espliciti e lo si faccia.
Se si vuole fare una via di mezzo, si espliciti quando un'opera è canon o quando si fanno esercizi di stile in "Elseworlds" con passati alternativi per vedere l'effetto che fa (con Il Miliardo, ma anche le storie di Paperone nel Klondike con le origini alternative di Cuordipietra e Nonno Bassotto).
Se si vuole invece avere l'ardire di fare canon, di andare a scavare nel passato, almeno che si sia coerenti. Non puoi parlare di libertà creativa e poi andarti a impelagare nelle origini di un personaggio, specie se sono state già scritte, magari pure meglio, da altri autori in passato. Non si può avere l'arroganza dello zio Keno senza avere la sua precisione per compensare. A furia di trovarmi millemila origin story che contraddicono le precedenti (non solo quelle di Rosa, ma persino altre scritte pochi mesi prima) il giocattolino si rompe. Perché il Topo ha scelto come linea quella di farmici credere, in un mondo coerente con passato e presente, origini ecc. Poteva scegliere diversamente, poteva fare un "liberi tutti, godetevi le storie pazze dei nostri funny animals senza troppep pippe" e ok. Invece ha scelto di puntare sulla storia, con la s minuscola e maiuscola. E se dopo averci scommesso così tanto poi inciampi così, io non ci credo più. E presto anche il lettore occasionale, disattento o giovane inizierà a sentire scricchiolare qualcosa. Se vuoi che ci creda, agisci di conseguenza.