Recensione Topolino 3588La copertina con l’effetto 3D sullo sfondo.
È una tradizione lunga, ma decisamente diluita nel tempo quella di realizzare storie in 3D sulle pagine del
Topolino. Parte infatti dal 1953 quando al numero 75 vennero allegati un paio di occhiali simili a quelli di questa settimana, per poter dare la sensazione di vedere in tre dimensioni delle foto di atleti che vennero poi pubblicate nel numero successivo. Altre occasioni di utilizzo del 3D hanno visto la storia di Marco Rota
Paperino e la palla misteriosa sul
Super Almanacco Paperino 51 (1984) sino ad arrivare al primo esperimento di
Claudio Sciarrone con
Topolino e Co. un viaggio TREmenDamente reale!
La storia contenuta in
Topolino 3588,
Traccia fantasma 3D, riprende le sperimentazioni dell’autore, forse il più aperto alle novità e allo studio delle innovazioni tecnologiche tra quelli in forza attualmente sul libretto. A rafforzare la sua impronta autoriale c’è anche l’utilizzo di personaggi e ambientazioni del suo filone di storie
FastTrack Mickey, ma anche a fronte di un risultato tecnico valido (ad esempio le tavole a pagina 13 e 24), alcune espressioni di Paperone assolutamente splendide e l’apprezzata citazione al Mickey dei cartoni classici con l’utilizzo dei fantasmi di
Lonesome Ghost, la storia risente troppo del vincolo del 3D per riuscire ad avere una trama scorrevole e coinvolgente.
Rimane molto interessante l’intervista di approfondimento sul lavoro svolto e sulle difficoltà per raggiungere il risultato, con l’autore che ci consente anche di vedere il suo “tavolo di disegno” (che curiosamente sembrerebbe generato da un’A.I. visti i caratteri delle scritte che appaiono nelle varie finestre).
Il momento chiave della vicenda.
Dopo una storia portatrice di novità, si gira decisamente verso tematiche più tradizionali: in
Paperino baciato dalla sfortuna assistiamo alla lotta Amelia-Paperone per il decino, l’eccessiva sfortuna di Paperino, Gastone che vince la lotteria contro ogni calcolo matematico… Tutte situazioni viste e riviste chissà quante volte per i lettori più… navigati, ma che nella storia di
Luca Barbieri riescono comunque ad essere gradevoli e di certo coinvolgenti per gran parte del pubblico giovane: i personaggi vengono calati nei loro ruoli consueti, ma con quel taglio di modernità che li caratterizza da tempo e che è ormai indispensabile per poter essere accettati – ed apprezzati – da un pubblico diverso da quello dei decenni passati. Gran bel lavoro anche da parte di
Luca Usai, in particolare con Amelia e Zio Paperone, che dopo l’ottima prova di
Topolino e il mistero dei giganti si impone come disegnatore di alto livello.
Più semplice la trama di
Topolino e le demolizioni a catena, di
Francesco Vacca con i disegni di
Lucio Leoni, quest’ultimo forse un po’ meno dinamico di quanto non ci avesse abituato ma comunque sempre gradevole da leggere.
Infine, il ritorno degli insetti senzienti con
Qui, Quo, Qua in: ritorno al micromondo, con il duo
Sergio Cabella e
Giampaolo Soldati che ci riporta nel mondo degli insetti, come già fatto nel 2021 con il
Viaggio nel micromondo. Ho difficoltà a riuscire ad inquadrare questa storia nell’attuale progetto editoriale del settimanale, sembrerebbe qualcosa che di certo avrebbe interessato i lettori al tempo del glorioso
Club delle Giovani Marmotte di Mondadoriana memoria, e il racconto della miniaturizzazione del personaggio vanta molti illustri precedenti, sin dalle prime tavole di
Topolino e Robin Hood. Una tematica classica, quindi, che viene sottoposta ad una reinterpretazione più moderna, ma con personaggi non solo classici, ma quasi “fuori moda” come le GM.
Miniaturizzazioni a confronto.
L’aspetto didascalico (ben svolto dall’articolo di accompagnamento di
Barbara Garufi) non appesantisce la storia, che però procede tra incertezze e discontinuità, quasi fosse stata rielaborata più volte prima della pubblicazione, e non riesce certo ad essere convincente o credibile con il “cattivo” che confessa così… senza alcun motivo. Forse perché il punto focale della storia è l’approfondimento della vita degli insetti, così da provare ad appassionare qualche lettore futuro entomologo, ma insomma non è certo il pezzo forte della settimana.
Il fascicolo resta così in quel limbo di numeri che non credo possano accendere l’entusiasmo, né a un vecchio lettore che volesse vedere com’è cambiato negli anni
Topolino, né a un nuovo per farlo appassionare. Sarebbe interessante – e utile per esprimere un giudizio più calibrato – sapere a chi si rivolge oggi
Topolino, quale sia il suo
target di riferimento: una volta veniva esplicitamente dichiarato o era comunque facilmente individuabile da un’analisi delle pubblicità che vi si trovavano all’interno, oggi la situazione mi sembra un po’ più difficile da definirsi, e quindi difficile giudicare il contenuto senza riferirlo ai destinatari.
Voto del recensore:
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