sempre dalla tana del sollazzo:
Francamente avrei preferito avessero scelto questo film per dare un degno addio al 2D; Brother Bear è infatti l'ultimo classico Disney di un certo respiro.
Ambientato durante l'ultima glaciazione, Koda fratelo orso si può definire un film di paradossi: insegna a vivere grazie alla morte, ad essere uomini diventando orsi e come da un matricidio possa scaturire amore. Sono senza dubbio tematiche forti che rendono Brother Bear un film dai toni alti: i quattro protagonisti trovano infatti ognuno la propria strada solo dopo essere passati attraverso mutazioni fisiche e spirituali.
Il tema della famiglia era già stato esplorato in Lilo & Stitch, il rapporto Padre-Figlio aveva avuto il suo spazio nel Pianeta del Tesoro, qui per la prima volta si affaccia il tema della fratellanza, non solo di sangue ma anche spirituale.
I disegni e l'anmazione, realizzata dallo stesso studio della feature che aveva già creato Lilo & Stitch e Mulan, sono ottimi e gli sfondi sono assai rifiniti. A far apprezzare di più questo spettacolo visivo è il formato dell'immagine che da 16:9 passa a Cinemascope appena dopo la trasformazione di Kenai in orso. Il mutamento di prospettiva viene ottimamente reso anche grazie a un sapiente uso dei colori che improvvisamente si accendono rendendo il tutto ancor più spettacolare. Peccato che nel dvd parte dell'effetto si perda, dovuto alla scelta discutibile di tagliare i lati dell'immagine per adattarla al formato 16:9 e rendere così il film omogeneo.
Koda fratello Orso porta un po' di novità in un panorama che nei primi mesi del 2004 stava già ponendo le basi per l'addio ai classici vecchia maniera. E' il primo film disney a riprendere il vecchio metodo, dopo la fase sperimentale che dal 2000 aveva visto una produzione di classici divisi per genere e l'ultimo (se escludiamo Mucche) prima della fase 3D, inaugurata da Chicken Little.
Ma pur partendo da queste ottime premesse il film presenta non pochi problemi di sceneggiatura: innanzitutto il viaggio intrapreso da Koda e Kenai a metà fim è troppo lungo e finisce per mangiare spazio al finale, che consiste in un climax interrotto sul più bello che coglie alla sprovvista lo spettatore. L'eccessiva lunghezza del viaggio nuoce inoltre all'economia della vicenda perchè ritarda esageratamente l'apice del film e cioè l'accettazione nella comunità degli orsi. Il momento in cui Koda e Kenai arrivano alla sagra del salmone (non mi ricordo come sichiama) è infatti troppo tardi
perchè venga introdotto un numero musicale, siamo in fase troppo avanzata.
Infine gli alci Fiocco e Rocco dovrebbero fornire un (discutibile) contrappunto comico ma non si integrano minimamente nel contesto della vicenda e finiscono per apparire inutili, a differenza dei vari Grilli Parlanti o Timon & Pumbaa che hanno lo stesso ruolo ma anche un loro perchè all'interno della storia.
Tutti difetti che con qualche accorgimento in più avrebbero potuto essere risolti, ma che l'improvvisa chiusura degli studi non ha aiutato a eliminare.
Fortunatamente il film ha una valida colonna sonora, opera seconda di Phil Collins
in ambito disneyano: Greats Spirits, l'overtoure cantata da Tina Turner è forse il pezzo più intenso insieme a No Way, dimostrazione di come la musica entri in scena quando un personaggio non ha più la forza di parlare. On my Way, è la canzone "connettore" che serve a far passare il tempo, uno dei maggiori topos disney. Through my eyes la si sente solo nei titoli di coda mentre Welcome, la più sfortunata si colloca, come dicevo sopra, in un punto troppo tardo del film, per poter essere "accettata" dall'inconscio dello spettatore. Un pezzo corale alquanto affascinante e un po' inquietante è infine Transformation che pur non essendo una vera e propria canzone è forse il momento musicale più intenso di tutto il film.
In conclusione Brother Bear è un film che poteva avere molte potenzialità ma su cui la Disney ha puntato poco sia a livello di realizzazione che di pubblicità, l'aggiunta della parola Koda nel titolo italiano, poi, non fa che snaturare e banalizzare il significato originario del film.