E' il1977. Bruno Bozzetto porta l'animazione italiana a livelli inimaginati con
Allegro non Troppo, George Lucas crea il primo
Guerre Stellari, che sarebbe in seguito diventato il quarto, seppur con un titolo diverso. E mentre altri si proiettano verso il futuro la Disney compie una vera e propria operazione nostalgia congedandosi da alcune vecchie glorie. Con
Le Avventure diBianca e Bernie si ha l'ultimo film d'animazione realizzato al 100% dalla vecchia scuola, che verrà parzialmente soppiantata nel 1981 col successivo
Red & Toby Nemiciamici. Con
Le Avventure di Winnie the Pooh viene chiuso il conto con l'orsetto, riunendo i suoi tre mediometraggi un un film unico arricchito da un finale che ne raccoglie le fila donando all'opera una sua morale. E con
Elliott il Drago Invisibile, ci si congeda dalla scrittura mista che per anni aveva caratterizzato alcune tra le più felici produzioni degli studios. Elliott è quindi l'ultimo film del filone a portare avanti l'eredità del musical a la
Mary Poppins, prima della brusca svolta che avrebbe portato al rivoluzionario
Chi ha Incastrato Roger Rabbit.
Pete's Dragon segue di sei anni le peripezie della Lansbury e di Tomlinson, che a loro volta seguivano
Mary Poppins di sette. Ma tra Elliott e Pomi c'è un abisso sia qualitativo che stilistico. Molte cose sono cambiate, nell'animazione, nelle musiche e nello stesso modo di fare lungometraggi live-action, e se si guardano i credits del film al posto di Stevenson, di Walsh e dei Fratelli Sherman si troverà un team tutto nuovo con Don Chaffey alla regia, Al Kasha e Joel Hirschhorn alle canzoni e Don Bluth a dirigere le sequenze animate. Sequenze animate che questa volta non occupano una parte delimitata di film ma che lo permeano da cima a fondo, trattandosi non più di scene ambientate in setting fantasiosi ma di un vero e proprio personaggio. Elliott è il drago, ritenuto immaginario dalla maggior parte delle persone, che si occupa di rasserenare le giornate di Pete, un piccolo orfano, sulle cui peripezie il film è incentrato. Ed è Passamaquoddy il teatro di queste peripezie, un villaggetto di fine 800, in cui abitano il vecchio Lampie (Mickey Rooney) e sua figlia Nora (Helen Reddy), che si prenderanno cura del piccolo Pete, e lo aiuteranno a fronteggiare la banda di malviventi che lo vogliono come schiavo e il Dottor Terminus, ciarlatano interessato alla cattura di Elliott.
Elliott in sé è un piccolo capolavoro di mimica ed espressività. Completamente muto, si affida del tutto ai gesti, alle espressioni e soprattutto ai versi eloquentemente gutturali. Il design del personaggio ricorda non poco quello di Piccolo, del mediometraggio
L'Asinello, che sarebbe uscito l'anno successivo, guarda caso sempre sotto la regia di Don Bluth. Molte sue espressioni sono inoltre affini a quelle di Tigro, mentre alcuni suoi sguardi ricordano molto quelle dei personaggi Disney più moderni, e sempre guarda caso, tra i suoi animatori è presente un giovanissimo Glen Keane, che sarebbe poi diventato uno dei portabandiera dell'animazione disney anni 90.
Le ragioni per cui questo Elliott ci appare forse come il più sottotono del filone, sta forse nei tempi narrativi decisamente troppo dilatati, e nell'approccio poco credibile a certi personaggi, ritratti come eccessivamente caricaturali. Le canzoni stesse qui presenti sono in certi casi gratuite e inutili a esprimere concetti, che nell'economia del racconto appaiono come abbastanza ovvi. Sicuramente un maggior lavoro di limatura avrebbe contribuito a render il film più conciso e maggiormente apprezzabile e invece sembra che la versione giunta in Italia sia monca e che in origine il film fosse ancora più lungo. Ad ogni modo la colonna sonora di Elliott, a prescindere dall'utilità o meno di ogni singola canzone, è sicuramente di buon livello e offre brani di tutto rispetto come il capolavoro
Candle of the Water ascoltabile nei titoli di testa e reintegrata da poco nella versione italiana dopo che per anni in occasione dei passaggi televisivi e delle edizioni in vhs era stata sostituita da un medley strumentale dei principali brani del film. A introdurre il rapporto tra Pete e Elliott c'è il duetto
I Love You, Too, mentre a introdurre quello con Nora c'è la ninna nanna
It's Not Easy.
I Saw a Dragon cantata da Lampie e
Passama-quody del Dottor Terminus sono invece due esempi di canzone troppo caricaturale sopra le righe per apparire "nel posto giusto", come anche
Every Little Piece, sempre cantata da Terminus, la cui presenza non è giustificata da un sufficiente coinvolgimento emotivo a livello di ritmi narrativi. E' inutile la presenza contemporanea di
There's Room for Everyone e
Brazzle Dazzle Day due sequenze musicali che costituiscono un doppio apice narrativo, che prelude al ritorno dei Gogans, sfruttatori di Peter, che lo reclamano cantando
Bill of Sale. E 'chiaro che se il film fosse passato sotto le forche caudine di Walt una delle due canzoni, per quanto bella, sarebbe stata impietosamente tagliata, in quanto inutile e dispersiva ai fini della storia, ma se ci fosse stato Walt Elliott sarebbe stato un film più snello anche in quanto a durata e ritmi narrativi. Ed è quindi paradossale che benché si sappia dell'esistenza di altre sequenze musicali come
Money by the Pound e
That Happiest Home in These Hill, nessuno tenga troppo a vederle reintegrate in un edizione definitiva del film.
Lo scarso successo di Elliott chiuse così l'epoca d'oro dei musical a scrittura mista, tecnica che tuttavia sarebbe stata utilizzata ancora dalla Disney con
Chi ha Incastrato Roger Rabbit e dalla Warner Bros con
Space Jam, e
Looney Toons: Back in Action. A quanto pare però molto presto potremo godere delle ottime sequenze 2d di
Enchanted, che dovrebbe segnare il ritorno di questa tecnica dimenticata.
da
La Tana del Sollazzo