Annunciato dal solito "dai creatori di Shrek e Madagascar" arriva nelle sale Dragon Trainer, il nuovo film della Dreamworks dal titolo solo apparentemente non tradotto (il titolo originale era "How to train your dragon"). Si tratta di un filmetto di avventura a base di vichinghi e draghi, tratto da un libro per ragazzi che non ho letto ma al quale suppongo ci si sia tenuti abbastanza fedeli... suppongo, perché nel bene e nel male nel film si riconoscono tutti gli schemi tipici di buona parte della recente letteratura per ragazzi.
L'impressione è che la Dreamworks abbia voluto provare una formula leggermente diversa dal solito, ma senza rischiare poi tanto: a parte l'animazione di apertura con il ragazzo sulla luna (che si fa più elaborata di anno in anno), non si riscontrano grosse novità sul piano tecnico dell'animazione 3d, né su quello narrativo della trama. Manca, è questa una novità lo è, la solita lunghissima lista di super-celebrità nel cast delle voci originali; e si è pura abbandonata la strada dell'umorismo paradossale e crasso, quello fatto di anacronismi surreali e grossi personaggi che ruttano. Il che, a dirla tutta, è un bene.
Rispetto ad altri film Dreamworks è ben delineato il pubblico target: è un film chiaramente per ragazzi, più maschi che femmine, ma ovviamente apprezzabile anche dalle femmine, soprattutto se un po' maschiacce (a mia figlia è piaciuto
moltissimo, ad esempio). I genitori che accompagnano i figli al cinema, però, non dovranno sbadigliare per due ore come se fossero andati a vedere le Winx
, ma usciranno dal cinema discretamente divertiti, con la sensazione di aver visto un film non destinato a loro.
Dicevo che "nel bene e nel male si riconoscono tutti gli schemi tipici di buona parte della recente letteratura per ragazzi". Nel bene: storia gradevole, che intrattiene, tutto sommato avventurosa e divertente. Il grosso problema della letteratura per ragazzi di oggi, però, è che sembra fatta con lo stampino. E così l'avventura di Dragon Trainer viaggia sui binari della prevedibilità, grazie ad una lunga lista di situazioni e personaggi già noti e già visti. Così abbiamo il protagonista adolescente, un po' pasticcione, che non riesce ad integrarsi; il padre vedovo che non sa comunicare con il figlio; il gruppo di ragazzi con cui all'inizio non si va d'accordo, ma che si riveleranno più aperti alle novità degli adulti.
Certo, dopo aver osannato "Avatar" dicendo che la sua prevedibilità non conta nulla, non posso stroncare Dragon Trainer per il fatto di essere stereotipato; e difatti non mi sento di stroncarlo. Dragon Trainer è un prodotto perfetto per il pubblico a cui è destinato, e comunque godibile per i più grandi. La confezione è buona e complessivamente il film raggiunge la sufficienza piena, pur lasciando la sensazione che non farà storia.
Alcune considerazioni, infine, sulle animazioni. Non si riscontrano grosse novità o evoluzioni per quanto riguarda i personaggi umani, ma potrebbe anche dipendere più dal "copione" che dalla bravura degli animatori (il padre del protagonista, per esempio, sa fare due facce:
feroce e
molto feroce).
La fantsia degli animatori si scatena nella realizzazione dei draghi, diversi per tipologia, a volte divertenti e a volte suggestivi (spettacolare quello che si dà fuoco!).
Un ruolo chiave è ovviamente quello del drago Sdentato, vero co-protagonista del film. Nonostante appartenga alla temibile specie "furia buia", si è scelto per lui un look "cuccioloso" che lo rende chiaramente più simpatico (e forse anche più "merchandisizzabile"?
) dei suoi simili più intimidatori. Mi dicono, non so se sia vero, che alla sua realizzazione hanno collaborato animatori provenienti dal team di "Lilo e Stitch"; la cosa appare credibilissima, perché la somiglianza del drago con l'alieno della disney è quasi imbarazzante, al limite del plagio.
Per concludere, l'impressione è che Dragon Trainer sia un filmetto dalle non altissime aspettative, che si mantiene su un livello soddisfacente e gradevole, ma senza grossi guizzi di eccellenza.
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