Continuo il commento agli episodi di
DuckTales, i precedenti 10 episodi erano stati analizzati
qui e
qui.
Episodio 11 (28 Settembe 1987)
LA GUERRA DELLE OMBRE (Magica's Shadow War)
Si ripropone la fattucchiera che ammalia in questo episodio dalla trama più che angosciante.
Cosa succederebbe se la propria ombra, stanca delle continue sottomissioni, prendesse vita e cominciasse a ribellarsi? Senza dubbio guai per tutti, ed è proprio ciò che accade ai nostri paperi che questa volta dovranno vedersela con un subdolo piano di Amelia, pronta come sempre a sottrarre a Paperone la sua adorata monetina da 10 centesimi.
La prima parte dell’episodio vede la riuscita apparente del piano della strega, che riesce a materializzare la propria ombra per farle rubare il decino (tramite l’ombra di quest’ultimo) in casa di Zio Paperone. Tuttavia le cose non vanno per il verso giusto e l’ombra decide di ribellarsi assumendo una forma spaventosa e completamente diversa dalla silhouette della fattucchiera partenopea, con vistosi occhi rossi e la possibilità di esprimersi a parole. L’intero l’episodio mantiene una certa cupezza, ambientato quasi esclusivamente di notte, e oltretutto vengono mostrati altri aspetti lugubri come il raduno di ombre svolazzanti che ronzano attorno al Deposito come zanzare o il tetro maniero che Amelia prende in affitto per l’alloggio a Paperopoli. Le pozioni e gli oggetti sinistri con cui Amelia ha a che fare, tra teschi, teste di drago
et similia, contribuiscono all’atmosfera cupa dell’episodio, anche se di "mediterraneo" alla fattucchiera rimarrà davvero poco: non fosse per l’ottima voce che la bravissima Sonia Scotti (che presterà la voce al personaggio anche nel 2000, nel platform
Paperino Operazione Papero) dona ad Amelia e al corvo Gennarino, rendendoli molto più simpatici della versione originale.
Da notare l’elemento chiave dell’episodio (così come lo era stato il diapason nella puntata numero 4), ovvero una macchina fotografica a sviluppo istantaneo inventata da Archimede e donata ai nipotini, che avrà il suo scopo ai fini della trama.
In questa puntata viene anche introdotto il bizzarro personaggio di Vacation Van Horn (chiamato in Italia Trotter), del tutto simile a Ciccio ma abbigliato come se fosse un turista perenne. Tuttavia il personaggio non avrà mai ruoli importanti nella serie e si limiterà a fugaci e rari cameo nel corso delle puntate.
Assolutamente stupefacente infine la caratterizzazione di Zio Paperone nella seconda metà dell’episodio, che mantiene una certa durezza affermando di essere stato “il più duro dei duri, il più intelligente degli intelligenti”, rimanendo molto fedele al modello dei fumetti.
Episodio 12 (29 Settembre 1987)
Il GENIO DELLA LAMPADA (Master of the Djinni)
Probabilmente uno degli episodi più classici e famosi (per la notevole pubblicità alla videocassetta che conteneva l’episodio e per il suo trattare il tema principale del lungometraggio della serie),
Il Genio della Lampada - titolo italiano molto banale, per la verità - stravolge i canoni della solita caccia alla lampada perduta di Aladino, mostrandoci un Genio del tutto antipatico e sleale che si ritrova in balia di due contendenti: Zio Paperone e Cuordipietra Famedoro, entrambi alla ricerca della lampada. All’idea di perdere la libertà stabilendo il vincitore al termine di una gara tra i due paperi, il Genio decide di spedire i rivali all’epoca delle mille e una notte, dove i nostri, fatti prigionieri, devono collaborare per salvarsi le penne. A venir loro in aiuto è la bellissima principessa Sherabazar, narratrice di favole così rilassanti da permettere a chi le ascolta di addormentarsi.
Viene sviluppata una sottotrama importante, dove i nipotini, saputo dell’imbroglio del Genio, tentano di incastrarlo per costringerlo a riportare i due rivali nell’epoca attuale.
Molto bella la sequenza della fuga sui cavalli nel deserto che troverà il suo apice con l’arrivo dell’Emiro, fidanzato della bella principessa, con il suo esercito imponenti di cammelli.
La spettacolarità dell’episodio avviene nel finale, quando per una serie di equivoci e colpi di scena finali si scoprirà che i nostri eroi
non avranno mai vissuto quella avventura!Assolutamente geniale.
Da notare il voler evidenziare da parte degli sceneggiatori il carattere altruista di Paperone, in netta contrapposizione a quello di Cuordipietra, quando lo Zione si preoccupa della salute del rivale dopo una caduta mentre Famedoro poco prima aveva tentato di eliminarlo con una frana provocata dalla dinamite.
La trama della lampada magica verrà riproposta col botto dalla Disney nel decennio a seguire, rendendola il fulcro principale del lungometraggio di
DuckTales,
Zio Paperone Alla Ricerca Della Lampada Perduta (1990), e del famosissimo
Aladdin (1992) e i suoi relativi sequel.
Episodio 13 (30 Settembre 1987)
IL MISTERO DEL FANTASMA (Hotel Strangeduck)
Probabilmente il migliore (se non altro, tra i migliori sicuramente) dal punto di vista delle animazioni, questo episodio presenta dalla sua una storia molto divertente mascherata in salsa horror.
La trama si rifà per molti versi al capolavoro barksiano
"Paperino e il segreto del vecchio castello", ma qui viene sviluppata ed adattata in modo da risultare simile al filone già abusato in molte serie televisive (primo fra tutti
Scooby Doo): la caccia al fantasma-misterioso-che-forse-fantasma-non-è.
Teatro delle vicende è un tetro castello che Zio Paperone vuole trasformare in un grande albergo (battezzato Hotel Stranopaper) pronto ad ospitare i turisti. Nonostante le voci su un ipotetico fantasma, Paperone decide comunque di cominciare le attività, ospitando due personaggi che avranno modo di apparire in seguito nella serie, l’uno come presenza fissa in un episodio, mentre l’altro in vari cameo in soap televisive paperopolesi (
DuckTales riciclerà spesso molte delle sue comparse per svolgere altri ruoli): Benzino Gasolini, playboy italiano doppiato con accento siculo da un frizzante Tonino Accolla, e la bella Duchessa di Swansylvania, meglio conosciuta come Federica Von Stranopaper e con la voce della brava Ludovica Modugno.
Episodio infarcito di trovate curiose e divertenti, alle quali susseguirà una stupenda e mozzafiato battaglia tra il presunto fantasma e Paperone sul ponte levatoio del castello, reso invisibile da una vernice spray. Anche in questo caso è la colonna sonora di Ron Jones a farla da padrone, che riesce a gestire molto bene la puntata alternando sinfonie simpatiche e tranquille con musiche del tutto epiche e coinvolgenti.
Nel complesso un buon mystery, non troppo impegnativo ma neppure di facile intuizione, capace di intrattenere senza annoiare.
Da notare una svista: i nipotini affermano che alla prima comparsa del fantasma (durante la consumazione di un pasto a tavola) Benzino non fosse presente, quando in realtà sedeva a tavola con gli altri.
Piccola curiosità: alla fine dell’episodio si palesa il fratello della Duchessa, tale Ludwig Von Stranopaper (Ludwig Von Strangeduck), ricalcato palesemente sulla figura del ben noto professor Pico De Paperis.
Anche in questo caso, assolutamente banale e stereotipata la traduzione italiana del titolo, laddove l'originale appare senza ombra di dubbio migliore.
Episodio 14 (1 Ottobre 1987)
LA CORONA PERDUTA DI GENGIS KHAN (Lost Crown of Genghis Khan)
Ecco qui un episodio che si rifà a un altro classico barksiano:
"Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Kahn", stavolta così palesemente da inserire il nome di Carl Barks nei credits finali come fonte di ispirazione per la trama. E risulta alquanto strano che non sia stato fatto anche per l’episodio precedente, quando questo della storia originale di Barks non mantiene praticamente nulla se non proprio l’elemento della corona.
Tuttavia non è il confronto con la storia di Barks che deve essere analizzato,
DuckTales è da considerare come una serie che si ispira agli elementi barksiani per creare nuove storie, la fedeltà alle versioni fumettistiche non è mai stata un’intenzione della serie.
E nel complesso infatti, per quanto assolutamente diverso dalla storia coi balloon, questo episodio ha la sua ragion d’esistere come storia a se, che vede Zio Paperone gareggiare con altri miliardari per il titolo di Esploratore dell’Anno, e per ottenerlo deve ritrovare la corona smarrita di Gengis Khan.
L’episodio ha lo stile della classica caccia al tesoro, e più che mai in questo caso Paperone viene dipinto come un esploratore e cacciatore di tesori, donando un senso alle intenzioni della serie che fin dal logo si rifà alle imprese del noto uomo con la frusta, Indiana Jones. Nonostante tutto però, è da ammettere che la trama in questione presenta alcuni risvolti un po’ più infantili del solito, come l’affezione di Gaia per lo yeti donna che prepara i gelati (!), e confrontando questi elementi con altri molto più adulti che appariranno in seguito lo stridìo si nota abbastanza ma riesce tutto sommato ad essere accettabile. Ciò detto, si tratta pur sempre di una buona storia, con battute anche molto divertenti, e infarcita di scene piuttosto movimentate come la valanga scatenata da un’esplosione.
Anche in questo caso, viene mostrata l’avversione di Paperone per coloro che guadagnano imbrogliando, discostandosi molto dal modello tutto italiano dettato dallo sceneggiatore Guido Martina.
Episodio 15 (2 Ottobre 1987)
FUGA DA ACQUATRAZ (Duckman of Aquatraz)
Ecco un piccolo capolavoro.
Questo episodio (chiaramente ispirato al film
Birdman of Alcatraz del 1962) è senza dubbio importantissimo per la psicologia di Paperone ed è la dimostrazione di quanto la serie abbia meritato fino al midollo gli apprezzamenti e il successo ottenuti, nonostante il budget non molto ampio e il target di riferimento abbastanza limitato.
Paperone vive in prima persona l’esperienza delle carceri, condannato alla bellezza di 15 anni di prigione per aver rubato un prezioso quadro. Come se non bastasse è costretto a dividere la cella con un bestione dai modi scontrosi, tal Cane Pazzo McGurk, che palesa fin da subito il suo odio per i ricconi.
Paperone è così destinato a passare giorni difficili scontrandosi con diversi bulli, subendo la prigione pur essendo innocente.
La psicologia e la caratterizzazione di Paperone vengono esaminate in molti modi: viene mostrata la sua proverbiale forza che nasconde sotto il suo esile corpicino, battendo tutti i carcerati a suon di braccio di ferro, e si commuove quando Cane Pazzo afferma di sentire la mancanza della madre.
Assolutamente struggente ed adulta la scena in cui McGurk piange di fronte alla foto di sua madre raccontando al vecchio papero di come lei sia talmente povera da non potersi neppure permettere di far visita al figlio. Ed è qui che si raggiunge il momento massimo di maturità dell’episodio, durante i dialoghi tra Cane e Pazzo e Paperone:
- Che cosa vuoi saperne tu, sei solo un povero carcerato come me!
- Non dovresti mai sottovalutare un povero carcerato. Specialmente se si chiama Paperon de’ Paperoni.Non ci si può non commuovere alla successiva visita della madre di Cane Pazzo, quando i due si abbracciano e si sfidano a braccio di ferro, mentre Paperone guarda la scena isolato e sorridendo per la buona azione compiuta.
Buona azione che però finisce per metterlo nei guai, quando il bestione decide di ripagarlo coinvolgendolo in una fuga che si rivelerà tutt’altro che sicura.
Episodio assolutamente eccellente, con picchi di maturità elevatissimi che mostrano davvero cosa sia il personaggio di Zio Paperone: duro e forte con chi tenta di ostacolarlo, ma assolutamente di buon cuore di fronte a chi mostra evidenti problemi, come la lontananza di una persona importante come la propria madre.