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Caravan

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Marci
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PolliceSu
    Caravan
    Domenica 10 Mag 2009, 12:19:47
    Sta arrivando la nuova miniserie Bonelli firmata da Michele Medda, uno dei tre creatori di Nathan Never e autore di Dylan Dog.  
    Io mi aspetto moltissimo da questa miniserie di 12 numeri mensili che seguirò. Medda è un bravissimo sceneggiatori, uno dei miei preferiti in Bonelli, e la trama è molto intrigante.

    Ecco qui la copertina del numero uno


      
    Link al sito della SBE con una intervista a Medda e alcune tavole in anteprima: http://www.sergiobonellieditore.com/news/1frameset_news.html
    Al Blog ufficiale: http://caravan-laserie.blogspot.com/
    E anteprima du UBC: http://www.ubcfumetti.com/preview/?18196

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    Bramo
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      Re: Caravan
      Risposta #1: Lunedì 11 Mag 2009, 20:13:42
      Anch'io mi sto interessando molto a questa serie... non so ancora se la seguirò tutta, so che sicuramente prenderò il primo numero perchè la storia mi intriga, ma poi vedrò se continuare... in fond è pur sempre mensile, a euro 2.70 per un anno esatto... dovrà guadagnarsi la mia fiducia col primo numero, insomma...
      Appuntamento al 10 giugno con la prima uscita
      PS: conosco Medda solo di nome, ma non ho mai letto Nathan Never  nessuna sua storia... però so che molti dicono che è bravo, quindi sono ancora più incuriosito...
      PS 2: la copertina mi piace moltissimo :)

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        Re: Caravan
        Risposta #2: Lunedì 11 Mag 2009, 21:18:15
        Medda è molto bravo e i disegnatori sono ottimi.Speriamo si avvicini come qualità a Volto Nascosto(la migliore delle mini bonelli finora uscite).

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        Marci
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          Re: Caravan
          Risposta #3: Venerdì 12 Giu 2009, 13:27:31
          Letto e abbastanza soddisfatto.
          E' un numero introduttivo, quindi non proprio il massimo, ma il suo ruolo lo fa perfettamente, ovvero quello di darci una carrellata di personaggi (molti dei quali per ovvi motivi rimangono solo sullo sfondo) tutti con una caratterizazione costruita in maniera impeccabile, che riesce a definirli precisamente tutti, compresi quelli che fanno e dicono ben poco.
          La scena delle nuvole è fantastica, l'immobilità inziale che improvvisamente scoppia nel panico con consegunete annulamento di ogni ordine.
          Unico difetto è un po' la conclusione, l'arrivo dei militari si ritaglia troppo poco spazio...
          Insomma, da questo primo numero trovo che le premesse ci sono, e sono ottime.
          « Ultima modifica: Venerdì 12 Giu 2009, 13:30:37 da Marci »

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          Bramo
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            Re: Caravan
            Risposta #4: Venerdì 12 Giu 2009, 22:51:32
            Caravan # 1 – Il cielo su Nest Point (Medda, De Angelis)



            In un periodo in cui diverse case editrici italiane di comics varano nuove miniserie a go go, eccone un’altra molto interessante, il cui primo numero esce in questo mese di giugno, pubblicata dalla Bonelli: Caravan.
            Ideata e sceneggiata da Michele Medda (Nathan Never), questa mini si protrarrà per 12 numeri con uscita mensile, al costo di euro 2.70 a numero. Questo primo numero è disegnato da Roberto De Angelis.

            In breve, come si è letto da moltissime parti, Caravan è un racconto corale, cosa molto inusuale per la Bonelli, cioè dove non c’è un eroe ma un insieme di persone comuni che agiscono. Quindi tutti sono protagonisti. Ogni numero si focalizzerà su qualcuno in particolare, oltre che portare avanti la macrotrama principale.
            Ma qual è? Semplice: la cittadina di Nest Point, in America, è spettatrice di uno strano fenomeno – atmosferico? – nel cielo (nuvole strane), in seguito al quale  la mattina successiva tutti gli abitanti vengono obbligati dall’esercito ad abbandonare la città, mettendosi in viaggio in una colonna di automezzi. Il perché non è dato saperlo, la natura del fenomeno nel cielo che aveva anche provocato un black-out nemmeno. Si sa solo che bisogna andare. Chissà dove.

            Questo primo numero mi ha appagato. Il bello è che del fulcro della miniserie, cioè dello sbrodolamento che ho fatto nelle righe sopra, c’è poco o niente in questo primo albo. La storia si concentra sulla presentazione dei personaggi, a partire dalla famiglia Donati (italiani emigrati in America), il cui figlio Davide in questo primo numero è il narratore, attraverso i flashback dal suo diario in cui rievoca la causa della loro odissea. Ma insieme a lui, i suoi genitori e la sorellina, altre famiglie e figure vengono introdotte, come Jeff il medico o lo sceriffo.
            Oltre a far ciò, questo primo numero ci narra una vicenda drammatica che si consuma in casa Donati, mentre il cielo assume quello strano aspetto. Segno di quello che Medda diceva nelle varei interviste: c’è la macrostoria, ma ogni numero sarà autoconclusivo nel senso che avrà una vicenda che inizierà e si concluderà in quell’albo. Questa è abbastanza dotata di pathos, ma penso che le prossime che saranno ambientate durante il viaggio siano ancora più interessanti e magari più immerse nella vicenda generale.
            Per il resto, primo numero più che buono. Come dicevo, i personaggi sono presentati, si capisce chi è il narratore (e quindi dal mio punto di vista il più protagonista tra i protagonisti), c’è un po’ di azione nella vicenda che si conclude nell’albo ed è introdotta la macrostoria. Ecco, forse l’unico neo è che è poco lo spazio dato al mistero del cielo, e i militari arrivano a sgombrare solo nelle ultime pagine. Cioè, il grande tema è relegato alla seconda parte del numero. Ma ci può stare, in fondo il tempo per sviscerarlo c’è eccome, e questo è solo il numero introduttivo.
            Ovviamente gli stilemi delle serie televisive degli ultimi anni si sentono, ma sono sicuro che la storia potrà prendere pieghe inaspettate.

            Copertina di Emiliano Mammucari molto bella, d’effetto e accattivante. Bello il logo. Editoriale di Sergio Bonelli che dice che amano tenersi sul classico ma a volte piace sperimentare anche da quelle parti, e introduzione con citazioni colte. Alla fine, carrellata a colori delle testate della casa editrice che accompagneranno i lettori nei 3 mesi estivi. Per uno che di Bonelli non legge nulla è un po’ poco interessante, ma perlomeno contiene le copertine, i titoli e un accenno di trama dei prossimi 2 numeri di Caravan, il che mette la giusta acquolina in bocca.  

            Acquolina che, mischiata a quello che ho potuto leggere e ammirare (mi sono piaciuti i disegni di De Angelis) da questo numero, mi spinge a prendere almeno i prossimi due numeri. E con quelli vedrò se l’appeal rimane e in tal caso completerò la miniserie.
            « Ultima modifica: Venerdì 12 Giu 2009, 22:53:41 da Everett_Ducklair »

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            MarioCX
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              Re: Caravan
              Risposta #5: Sabato 13 Giu 2009, 15:16:10
              Il primo episodio di questa miniserie di 12 albi farebbe pensare ad un remake "popolare" del capolavoro Argentino "L'Eternauta" la cui vicenda è una magnifica metafora sulla tragedia dei Desaparecidos. Non mancano riferimenti alla coeva science-fiction "orchestrale" ricca di macro-fenomeni extraterrestri, invasioni aliene, panico di massa e quant'altro.

              "L'Eternauta" però era, anzi è, un capolavoro fuori dal tempo con protagonisti e comprimari indimenticabili, al di là della trama narrativa.
              Qui la fauna sociale è quella (irritante) delle metropoli odierne, con le proprie contraddizioni, velleità e mode ideologiche e perdipiù in chiave stereotipata il che rende la lettura un po' fastidiosa...un quadro "alla Julia" per capirci.

              Però al momento la storia non è malaccio e la voglia di continuyare l'acquisto c'è.
              Ne consegue che Sergio Bonelli, anzi l'azienda "Sergio Bonelli Editore", ha azzeccato ancora una volta l'obbiettivo.
              « Ultima modifica: Sabato 13 Giu 2009, 15:18:57 da MarioCX »
              ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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              alex_96
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                Re: Caravan
                Risposta #6: Venerdì 19 Giu 2009, 12:10:42
                ...Argh! Solo ora vengo a sapere di questa miniserie che intriga anche me... Che dite ce la trovo ancora in edicola? :-/
                Io sono un peccatore... Ma intorno a me non vedo santi!;-)

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                Bramo
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                  Re: Caravan
                  Risposta #7: Venerdì 19 Giu 2009, 20:36:01
                  ...Argh! Solo ora vengo a sapere di questa miniserie che intriga anche me... Che dite ce la trovo ancora in edicola? :-/
                  Ma sì, sicuramente sì, figurati se già non lo trovi più. E' uscito ufficilamente l'11 giugno, da qualche parte anche prima, se poi conti che di solito i numeri 1 hanno una tiratura abbastanza alta vedrai che fino al 9 luglio (data in cui dovrebbe uscire il n. 2) lo puoi trovare. Comunque se ti interessa, ora che sai che è uscito appena puoi compralo, non sfidare troppo la sorte! E vedrai che non te ne paentirai, perchè come avrai capito dal mio post-recensione sopra, a me è piaciuto molto e quindi te lo consiglio!

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                  alex_96
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                    Re: Caravan
                    Risposta #8: Venerdì 19 Giu 2009, 23:20:30
                    Grazie della risposta Everett! Appena posso lo cerco allora. ;)
                    Io sono un peccatore... Ma intorno a me non vedo santi!;-)

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                      Risposta #9: Martedì 23 Giu 2009, 12:11:34
                      letto, e non sembra niente male come premesse

                      sembra davvero una serie atipica per gli standard Bonelli, e questo non può che essere un bene

                      d'effetto i disegni di De Angelis, che immagino però, purtroppo, non rivedremo più nell'arco della serie  :(
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                      Marci
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                        Re: Caravan
                        Risposta #10: Sabato 11 Lug 2009, 21:32:03
                        Mi è piaciuto molto questo numero 2. Medda conferma un elemento assai importante della sua serie: la sostanza di Caravan sono i personaggi. Il punto forte del fumetto non sono intrecci complicati o impressionanti colpi di scena, ma sono proprio i personaggi con tutta le loro sfaccetature e la loro profonda concretezza. Sono tanti i personaggi che Medda muove in questi primi due numeri, molti continuano a rimanere sullo sfondo ma sono sicuro che presto sapremo di più anche su di loro. Il personaggio che catalizza l'attenzione in questo numero è ovviamente Stagger, il ribelle del titolo, personaggio assai ambiguo ma affascinante, uno di quei personaggi che rimangono impressi. Si rivela anche molto ben costruita tutta la famiglia Donati e pure i rapporti interni a questa in particolare quello padre-figlio tra Davide e Massimo, le conseguenze e le incomprensioni che nascono in seguito all'incontro con Stagger... tutto è fatto con un grande realismo. Ma non sono solo i protagonisti gli unici personaggi riusciti, lo sono anche quelli minori: la gente esasperata, le personi comuni trasportate in un contesto straodinario. E' Palpabile il senso di precarietà e spaesamento che avvolge la carovana.
                        Questo secondo numero ripara anche uno dei difetti del primo: si era detto che veniva dato poco spazio all'abbandono della città, ecco che in questo numero viene fatto tramite Flash-Back, e scometto che l'abbandono continuerà ad essere raccontato anche nei prossimi numeri, magari dal punto di vista di altri personaggi.
                        Insomma, questo secondo numero dissipa i pochi dubbi che il primo aveva potuto far sorgere e conferma che ci aspetta una gran bella miniserie.

                        *

                        Bramo
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                          Re: Caravan
                          Risposta #11: Mercoledì 15 Lug 2009, 15:04:27
                          Caravan # 2 – Il ribelle (Medda, Raffaele)



                          Molto molto buona. Ecco quella che si dice una buona storia, che mi ha soddisfatto perché contiene tutto quello che le serviva. A chiusura dell’albo non resta niente di inappagato, ma si rimane anzi contenti di una lettura più che piacevole.

                          Dopo le prime tavole in cui vediamo la famiglia Donati sulla strada insieme a tutti gli altri cittadini di Nest Point, tramite il diario di Davide possiamo vedere più nel dettaglio quello che nelle ultime pagine dello scorso numero ci era stato raccontato velocemente, cioè lo sfollamento della città da parte dei militari. E Medda dimostra grande bravura nel raccontare le emozioni che colpiscono i Donati, e le loro azioni. Prima sgomento, poi tentativi di reazione facendo l’unica cosa possibile: seguire le istruzioni dei militari. Non mi ha molto convinto solo la reazione di Davide, forse troppo esagerata e che non si incastra bene nella narrazione.
                          Andando a procurarsi alcuni generi alimentari, poi, il nostro Davide incontrerà una ragazza, Jolene, e se ne innamora. Elemento interessante e narrato nel resto dell’albo, con poca invasività.

                          Ma il cuore del numero è colui che dà il titolo all’albo, cioè il motociclista Stagger, che vediamo tanto nel flashback quanto nel presente. Come dice una cittadina, “sembra uscito da Easy Rider”, “l’hanno scongelato da un frigo degli anni ‘60”.
                          In effetti il tipo incarna un po’ l’animo dei ribelli (appunto) tipico degli anni ‘60/’70, quando lo spirito soprattutto dei giovani si riconosceva in rivoluzioni e rivendicazioni di libertà. Con la giacca di pelle, la bandana in testa e a cavallo della sua motocicletta non può che catalizzare l’attenzione, e anche per Davide è così che lo vede subito come un guru, checché ne dica suo padre.

                          E’ ormai chiaro (e quoto a questo proposito Marci) che Medda tramite il misterioso avvenimento accaduto a Nest Point e il relativo esodo che i cittadini devono compiere vuole raccontare storie di vite. Sì, delle vite di alcune persone del tutto comuni che ci svelano le loro caratteristiche e particolarità in una situazioni “al limite” come questa. In pratica, quello che è stato fatto in “Lost”.
                          Curioso che Medda per il secondo numero decida di parlare di questo Stagger, che non è un cittadino di Nest Point, ma solo un ex fidanzato della madre di Jolene che è tornato il giorno prima. Segno di originalità, certo, ma è anche un’abile mossa da parte dell’autore di poter mettere in luce l’oppressività dei militari, il fatto che non sono poi così “buoni” come vogliono far credere e che per tenere tutti uniti sono disposti a tutto. Chi meglio di uno che vede nell’autorità di qualunque genere (ancor di più l’esercito, quindi) il male e la repressione della libertà individuale per loschi fini?
                          Ne esce un personaggio molto interessante e che chiaramente affascina, come tutti gli individui di questo tipo.
                          Ne esce un personaggio molto interessante e che chiaramente affascina, come tutti gli individui di questo tipo.
                          Da notare le citazioni dirette al film Easy Rider e a Dennis Hopper a Peter Fonda.

                          Sul fronte “avanzamento del tema principale” si fanno pochi passi avanti: si sottolinea il fatto che l’esercito non è autorizzato a rivelare il motivo dell’evacuazione né la meta dove la carovana è diretta. E ci si focalizza sul fatto che i cittadini devono restare tutti uniti, nessuno deve allontanarsi o fermarsi senza permesso, pena gravi ripercussioni da parte dei militari. Gli elicotteri silenziosi che seguono sempre la carovana sono un chiaro avvertimento. Insomma, poche informazioni in più, continua ad aleggiare il mistero, ma la miniserie è lunga e di tempo ce n’è per chiarire il tutto. E intanto ci godremo le storie degli altri protagonisti.

                          Ai disegni stavolta c’è Stefano Raffaele. Non lo conosceva, ma ho letto che ha lavorato anche per Marvel e DC, e che raramente ha disegnato per fumetti Bonelli. Il suo tratto qui è convincente, non sembra costretto o limitato dalla gabbia bonelliana e crea splendide tavole. Tra l’altro non so se è lui o se è una disposizione di Medda far avere a Davide tutte magliette che inneggiano all’Italia, capisco l’identità in terra straniera però…
                          Anche la copertina è molto d’effetto, mi piace anche di più di quella del #1 (e anche della prossima…)
                          Come articoli, c'è un "Nel numero scorso...", sorta di riassunto delle puntate precedenti, di "Previews, on Caravan" che serve a mostrare quanto è successo prima del presente numero. Bene, utile. e l'editoriale parla e spiega le citazioni ai film menzionati nella storia e la tipologia di personaggi a cui si ispira Stagger.

                          Insomma, un fumetto veramente bello e che avrà l’aspetto di una vera e propria graphic novel, una volta finito. Io ormai sono convinto di leggere tutta l’avventura, mi soddisfa molto più delle due della Star Comics e stiamo pareggiando con David Murphy 911, anche se qui è tutto trattato in maniera da differenziarla da tutte queste.
                          E allora non fate i miscredenti, voi: Bonelli o non Bonelli, questa mini è bellissima. Se vi piace “Lost” vi piacerà Caravan! E se non vi piace "Lost" Caravan potrebbe piacervi comunque perchè qualche differenza a livello narrativo ce l'ha! Quindi fiondatevi in edicola! ;)

                          Next, La parola di un leader… e promette più che bene!  
                          « Ultima modifica: Giovedì 13 Ago 2009, 23:13:41 da Everett_Ducklair »

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                          Bramo
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                            Re: Caravan
                            Risposta #12: Giovedì 13 Ago 2009, 23:13:00
                            Caravan # 3 - La parola di un leader (Medda, Valdambrini)



                            Prosegue il viaggio di questa (per me) entusiasamenta miniserie Bonelli, e di conseguenza prosegue il viaggio della carovana che da Nest Point sta andando... chissà dove!
                            Già da queste due righe mi sa che è inutile dirvi che anche questo terzo numero ha superato il mio esame, e posso dire ormai tranquillamente che sarò un fedele lettore di quest'opera di Medda. E si conferma sempre di più che la forza di Caravan sta nei personaggi, e nei motivi che li spingono a fare determinate cose. Il che mi commuove, mi rende interessato agli abitanti di Nest Point, mi fa addirittura sentire uno di loro. Sono persone comuni, ed è facile identificarsi in loro. Il fatto che ogni numero si focalizzi su un personaggio particolare, mandando avanti comunque la storia generale, oltre che ricordare - ancora - Lost, consente di attingere ad un ampio spettro di tipologie umane che Medda sembra divertirsi a tratteggiare e a raccontarci.
                            Dopo che il secondo numero ci ha presentanto una guest-star (Stagger, che non era un abitante della città), stavolta ci si concentra su un "regular", il sindaco George Banks. Costui è un carattere più forte di quanto potevamo immaginare dal flashback del numero scorso, e decide di prendere in mano la situazione. Non può sopportare che i suoi cittadini debbano muoversi senza sapere perchè, senza sapere i motivi, senza sapere cosa sono le strane nuvole... insomma, senza sapere quello che anche noi lettori vorremmo sapere! Banks non sta con le mani in mano: fa circolare una petizione da firmare, organizza riunioni segrete per agire in modo da costringere i militari a rivelare loro qualcosa. Insomma, la maggior parte della cittadinanza si riconosce in Banks, lo vede come un leader. E lo è. E i militari lo sanno.
                            I militari in questo numero ci appaiono ancora più dalla parte dei "cattivi" che mai, infatti cercano di fermare l'operazione di Banks, evidentemete è di grandissima importanza lasciare le persone nell'ignoranza. Quindi decidono con l'aiuto di una donna esperta psicologa mandata da Washington di demolire la figura carismatica di Banks. Ci riescono organizzando una vera bastardata ai danni del figlio, leggermente ritardato, che sanno essere il punto debole del sindaco e che riescono a incastrare alla perfezione. La metafora del cubo di Rubik usata dalla psicologa e dal colonnello Warren è un tocco di genio narrativo.
                            A parte questo, tutto l'episodio è cosparso di un'atmosfera molto suggestiva, con la pioggia, con la riunione organizzata da Banks, con la storia della ragazza scomparsa, con il fascino emanato dalla figura - seppure negativa - della dottoressa Peters, la tizia laureata. E con tutta l'umanità che fuoriesce dalla figura del sindaco, uomo davvero carismatico e dedito ai suoi cittadini, ma che una debolezza umanissima verso il figlio e la moglie, la sua famiglia.

                            I disegni di Valdambrini non mi dispiacciono, ma sono quelli che mi piacciono meno di questi primi 3 numeri. Non mi piacciono soprattutto le labbra dei personaggi in primo piano, troppo esagerate.

                            Il riassunto delle puntate precedenti è ottimo, nel senso di chiaro e lineare, e l'editoriale si concentra sul tema del numero: se la vicenda di stagger parlava di libertà, qui si parla di verità, e si citano quindi vari film che parlano di mezze verità, verità corrotte, verità malleabili, intercambiabili, fasulle, presunte, supposte.

                            La copertina mi piace per la sua simmetria. Anche per il disegno ovviamenente, Mammucari mi piace, ma Banks non mi convince del tutto per come è tratteggiato.

                            Che Medda mi stia stupendo in positivo pensa sia ridondante dirlo.  :P

                            Next, La storia di Carrie, che tanto per confermare i richiami a Lost mi ricorda molto il titolo italiano di un episodio della seconda stagione del serial, il nono, che si intitolava Storia di Kate. Scontato il personaggio su cui si concentrerà il prossimo numero, si prevede un epsodio ricco d flashback.

                            *

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                              Re: Caravan
                              Risposta #13: Lunedì 17 Ago 2009, 09:34:37
                              Solo una cosa: si vede che medda ha il dono del grande narratore. La sua sceneggiatura è semplicemente perfetta, coinvolgente, efficace, e cinematografica,  riesce a raccontare una storia fatta praticamente da soli dialoghi senza annoiare per nemmeno mezzo minuto... non so quanti altri autori sarebbero riusciti a fare altrettanto. E poi il modo in cui viene raccontato il viaggio e chi vi partecipa, riesce a far sentire il lettore parte della carovana.

                              *

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                                Re: Caravan
                                Risposta #14: Domenica 13 Set 2009, 22:22:01
                                Caravan # 4 – La storia di Carrie (Medda, Maresta)



                                Ormai è facile leggere quali sono le critiche a questo fumetto: la vicenda non viene portata avanti, non si approfondisce il mistero delle nuvole o dei militari, questi qui continuano ad andare avanti nella colonna di mezzi per la strade ma non si capisce niente.
                                Bene, per tutti questi sarà stata dura digerire un numero come questo: La storia di Carrie infatti si basa solo ed esclusivamente su flashback visti nell’arco dell’oretta di sosta autorizzata. Effettivamente anch’io sono rimasto un po’ stupito del fatto che questa volta al contrario che negli scorsi numeri i militari non facessero capolino nemmeno una volta, e che nemmeno il mistero venisse menzionato più di tanto. Ma non ne faccio il metro di giudizio di questo numero, né della serie in generale. E’ ormai sempre più chiaro come per l’autore il mistero sia solo il motore dell’azione, un pretesto per raccontare di tantissimi tipi umani, e che se ne occuperà solo dalla seconda metà della miniserie. E come tale a me va benissimo, l’accetto, Medda ha ancora tantissimi numeri per darci spiegazioni, e poi può sempre essere che le vite di Stagger, Banks e Carrie non siano racconti fini a se stessi ma che servano a introdurci a capire e conoscere persone che saranno chiave per il proseguimento della storia.
                                Persone, sì, non personaggi, perché la scrittura di Medda li rende così vivi e reali che li sento come persone vere.
                                La storia di Carrie è il numero più commovente, finora. La storia prende avvio dallo svelamento di alcuni retroscena della vicenda narrata nel primo numero, quando cioè Adrian Richards ha cercato di vendicarsi di Massimo Donati. Viene fuori che Massimo sapeva che Adrian ce l’aveva con lui, e lo vediamo attraverso alcuni flashback, ma non aveva detto niente alla moglie Stephanie che infatti gli fa un cazziatone, rompendo la pace in famiglia.
                                Davide, facendo un giro, incontra Jolene, che decide di raccontargli della vita di sua madre Carrie. Apprendiamo quindi la tristissima storia di Carrie, di suo padre che da bravo poliziotto si è trasformato in ubriacone violento che picchiava la madre di Carrie. Poi la passione di Carrie per la musica nata dall’incontro con il vecchio signor Singer, che le ha insegnato a suonare la chitarra. E la ribellione di Carrie, che l’ha portata a incidere il suo primo disco. Una storia tristissima e toccante, che rende più profondo il personaggio di Carrie che finora era solo accennato.
                                A sorpresa, si scopre poi che Stephanie conosce Carrie perché l’aveva intervistata, una volta, e che Stephanie scriveva racconti in passato.
                                Oltre a questa grande coincidenza, e al fatto che ora il camper dei Donati viaggerà a fianco dell’auto di Carrie e Jolene, è bello notare come Davide apprenderà molto dal racconto di Jolene, e saprà applicarlo alla storia della sua famiglia, imparerà a ragionare in modo diverso rispetto alle persone a lui vicine, per esempio a considerare sua madre anche come una donna e a capire come in un matrimonio c'è sempre qualche prezzo da pagare.

                                La storia è appassionante, è semplicemente bella. Scoprire il passato di questo personaggio che personalmente non mi attirava troppo mi ha invece aperto nuovi orizzonti. Anche se alcune zone d’ombra restano nella vita e nella personalità della cantante, come il fatto che anche lei spesso si ubriachi per la depressione, dopo che ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire avere un genitore sbronzo (anche se lei non esplode in scatti d’ira, non picchia la figlia ma anzi è molto affettuosa con lei). Oppure chi sia un certo Jimmy, apparentemente ex-compagno di Carrie, che le appare in un sogno insieme al padre. Ma dalle parole di Medda sul suo blog si sa che nel numero 9 ci verrà raccontata la storia di Carrie con questo Jimmy.
                                La narrazione mi piace, mi è piaciuto l’inizio con la rottura tra i coniugi Donati e i retroscena su una storia che sembrava slegata dal resto mente forse può riservare sorprese. E mi è piaciuto il racconto incrociato su come Stephanie e Carrie si sono conosciute. Molto d’effetto.
                                Come specifica anche l’editoriale Sulla Strada (che fornisce anche numerosi altri esempi nei vari ambiti dell’arte), in questo numero è la figura della donna quella che viene analizzata. Figlia, madre, semplicemente donna. Con le sue debolezze, frustrazioni, il suo sentire particolare, il suo tacere, il suo vivere, il suo caricarsi di responsabilità, i suoi sacrifici. Questo, in due modi e realtà diversi, in Carrie e questo nella madre di Davide, come lui stesso capisce alla fine.
                                Sarà che l’ho letta in un particolare momento di incomprensione con la mia ragazza, tutto questo carico di riflessioni sulla natura delle donne mi ha colpito a fondo, e mi ha commosso in più punti della narrazione. Medda si conferma abilissimo come narratore, quindi, anche se continuo a preferire il terzo numero come migliore per adesso, per via del thriller che c’è lì, oltre che per una storia altrettanto commovente che però è più immersa nel contesto attuale di esodo.
                                Noto che alcuni affermano che è banale il passato di Carrie: certo il capofamiglia che ubriaco picchia la moglie e la figlia non è una notizia difficile da trovare nelle cronache degli ultimi anni, ma questo vuol semplicemente dire che la storia è verosimile.
                                La copertina di questo numero è la migliore, finora (ma già il mese prossimo verrà scalzata)
                                I disegni di Werner Maresta mi hanno alquanto soddisfatto, più di quelli del numero precedente.

                                Insomma, rinnovo la fiducia nella serie, ho fede che la trama principale continuerà a svolgersi dandole il suo tempo e intanto mi godo numeri uno più godurioso dell’altro, perché sanno parlarmi della vita attraverso personaggi veri e reali.

                                Ah, due cose: nel suo blog Medda ci fornisce la soundtrack ideale per questo numero, con la spiegazione di tutte le canzoni, i gruppi e gli artisti che vengono citati in questo # 4 da Carrie e dal suo maestro Singer. Molto interessante! E poi, il riassunto da una parte chiarisce l’interpretazione da dare all’intrigo sul rapimento della ragazza nello scorso numero, dall’altro con lo “spiegone” dettagliato si perde l’ambiguità che tanto aveva reso fenomenale il finale del #3. Comunque ci avevo azzeccato, direi!

                                Next, Come i lupi, con la copertina migliore della serie e una storia che mi intriga assai!

                                 

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