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Caravan

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Bacci
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    Re: Caravan
    Risposta #30: Sabato 20 Feb 2010, 14:31:57
    fuori dal coro

    Bè, è un punto di vista quantomeno interessante, ma è una cosa risaputa che il fumetto d'autore di Gipi e compagnia bella è impostato in modo completamente diverso dal fumetto d'edicola! Come farebbe una casa editrice come la Bonelli ad assicurare ogni mese per tutte le sue testate degli standard qualitativi del genere? Il tempo ristretto dei meccanismi editoriali del fumetto popolare non permettono un certo tipo di scelte, anche qualitative, ma questo non vuol dire che gli autori non siano all'altezza.
    Per gli obiettivi che le serie Bonelli si propone, Caravan è un ottima miniserie.
    Altrimenti bisognerebbe radere al suolo la più grande casa editrice di fumetti italiana per renderla conforme alle scelte editoriali come quelle della francia e del belgio, tanto per citare dei paesi in cui il fumetto è considerato patrimonio nazionale e il fumetto da edicola inteso come da noi non esiste.
    Ma forse l'autore dell'articolo auspica proprio un cambiamento del genere. :P
    « Ultima modifica: Sabato 20 Feb 2010, 14:35:18 da bacci88 »

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      Re: Caravan
      Risposta #31: Martedì 23 Feb 2010, 21:36:37
      A me sta piacendo molto, quello che per molti è un limite, la scarsa connessione tra un episodio e l'altro per me è un pregio, svincola la narrazione dalla necessità di cliche precostituiti e quasi la avvicina al fumetto d'autore.Dopo Napoleone (se vogliamo coniderarla una miniserie, per me eccezionale!) e Volto Nascosto, è la serie Bonelli migliore al di là delle storiche testate, Tex e DD

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      Bramo
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        Re: Caravan
        Risposta #32: Lunedì 15 Mar 2010, 18:54:17
        Caravan # 10 - Punto di Rottura (Medda, Mammucari)



        L'editoriale che apre il terzultimo numero di questa miniserie ci riporta celebri testimonianze dal mondo del cinema (come sempre) su uomini che a un certo punto sono sbroccati, che hanno continuato la loro vita tranquilli per anni per poi impazzire all'improvviso. Ovviamente si dice subito che per Massimo Donati il "punto di rottura" sarà meno violento, ma a mio parere intriso comunque di una grande intensità drammatica.
        La storia si apre con il funerale della mamma di Davide, e per tutto il numero Medda è davvero molto abile a mstrarci un Massimo diverso da quello che abbiamo conossciuto finora restando però nel contempo coerente con se stesso: un Massimo molto più cinico, melanconico, rassegnato e segnato da quello che è successo. Momenti come quelli in cui si fa la barba e la vignetta indugia sulla lametta sul collo sono da brividi, per Davide che lo osserva come per il lettore.
        Intanto la carovana arriva a un nuovo campo in cui fermarsi per un po', e si vede che ormai il comitato formato da alcuni cittadini di Nest Point si è disgregato... nessuno pare più interessato alle condizioni in cui vivono, o al motivo della deportazione, come dice Massimo tutti stanno con la pancia piena e ora hanno anche la serata di svago, ideata dai militari sfruttando la presenza di un noto comico presente nella cittadina, che li allieterà insieme ad altri artisti dilettanti o meno tra i cittadini.
        Panem et circensen,  come Donati senior osserva, sempre più lucido grazie alla tragedia che l'ha colpito.
        E alla fine, la drammatica presa di decisione di Massimo: unirsi a un cittadino, Gordon Ratner, per raggiungere la città vicina dove vive sua sorella che in qualche modo è riuscita a mettersi in contatto con lui... il compagno di cui ha bisogno per la missione è Massimo, che ha preso la decisione per "far qualcosa che serva" (come direbbero gli Afterhours  :P )
        Cosa troveranno là i due uomini? E cosa succederà nella carovana?
        Insomma, dal lato della narrazione abbiamo un grande affresco: per la prima volta manca un vero e proprio lungo flashback, rimaniamo quasi sempre nel presente. In questo modo Medda riesce a trasmetterci vividamente le sensazioni di Massimo Donati, la sua figura sofferente, e ci tiene sulle spine per facendoci capire che l'ora della verità è vicina. Questo numero mi ha intrippato, anche grazie ai disegni di Mammucari che dopo averci deliziato con tutte le copertine (compresa questa, bellissima anche se non la migliore) ci regala uno dei numeri meglio disegnati della mini... bel tocco di stile è che cambi il modo di disegnare, rendendolo quasi cartoon, quando ci sono le vignette che rappresentano la barzellette che sta raccontando il comico, barzellette che medda ammette aver preso dalla tradizione americana dopo attenta ricerca... l'ultima, tra l'altro, ha un pesante sapore metanarrativo.
        Numero grandioso, spettacolare, uno dei migliori senza dubbio...

        Next, Rivelazione, che come si deduce dal titolo, dalla cover e dalla descrizione, ci chiarirà finalmente (o perlomeno inzierà a chiarirci) il mistero delle nuvole!

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        Bramo
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          Re: Caravan
          Risposta #33: Sabato 10 Apr 2010, 16:16:24
          Caravan # 11 - Rivelazione (Medda, Valdambrini)



          Pesanti SPOILER nelle prossime righe!

          E così ci siamo. La prima svolta della serie è senz'altro stato due numeri fa, con la morte di Stephanie. La seconda e la terza sono arrivate all'inizio e alla fine di questo penultimo numero della serie, numero libero da flashback di alcun tipo (come il numero scorso) e che si concentra sul presente, sulla situazione dei cittadini di Nest Point. O meglio, su Davide. Perchè la serie sarà anche corale, ma fin dal primo numero si capiva che il protagonista principale è senz'altro il ragazzao, non foss'altro per il fatto che è il narratore dei fatti grazie al suo resoconto sul computer portatile.
          La drammatica conseguenza della missione in cui il padre Massimo Donati si è buttato alla fine dello scorso numero è, come almeno io avevo intuito, la morte dell'uomo. Lui e il compare ideatore della spedizione avevano trovato un aereo precipitato, con a bordo la donna del governo, quella del cubo di Rubik, morta. Da essa, Massimo trafuga una chiavetta usb che conta di dare a Davide una volta tornato, ma ecco che avvistati da un aereo militare i due tentano la fuga, nella quale Massimo cade e picchia la testa, restandoci secco. L'altro si consegna, ed è nell'ospedale del campo che consegnerà a Davide la fatidica chiavetta.
          Da qui, la seconda svolta: la scoperta del mistero delle nuvole! O meglio, la parziale scoperta, dato che di misteri ce ne sono ancora attorno a tutto ciò. Ma per ora, nelle ultime tavole veniamo a sapere che non c'entrano gli alieni, la fine del mondo, il 2012 in anticipo o quant'altro: è tutto un esperimento del governo americano, denominato Painted Sky, che ha scelto Nest Point dopo un'analisi dei profili piscologici, sociali, demografici ecc della popolazione.

          Tutto qui? No, è questo il bello. La storia non presenta certo solo le due "rivelazioni", e infatti Medda pochi giorni fa sul suo blog ha sottolineato ancora quanto a lui non importi di far fare "Oooh!" ai lettori. A lui interessa la storia, le storie. E difatti trovo che Medda sia stato in tutti gli scorsi numeri e in questo un abilissimo narratore di storie. Soprattutto, di emozioni. Questo traspare in questo numero, dove è palpabile l'angoscia del giovane Davide di fronte alla disgrazia che l'ha colpito. I suoi sentimenti, non solo il dolore ma la rabbia, il senso di ingiustizia, la paura e la decisione di essere all'altezza della situazione proprio come lo riteneva in grado di esserlo suo padre. E la scena in cui Davide diventa tipo The Punisher sfogando la sua frustrazione per tutto questo lo fa come transitare verso una nuova maturità.
          Altro elemento importante nella storia è il filo rosso dell'Apocalisse: Medda è abile a tirare avanti la storia senza dare la rivelazione del titolo, e tutto quel parlare più o meno velatamente di apocalisse tende a ingannare il lettore. Ma l'Apocalisse è vista più come Giudizio in questa storia, e infatti alcuni personaggi vi si sottopongono: esempio più lampante è costituito dal terzetto di teppistelli Kurt, Jim Bob e Rico, dei quali Jim si pente a metà storia, e gli altri due avranno modo di riflettere sul loro stile di vita dopo l'azzuffata bestiale con Davide. Ma anche il padre di Kurt, Bresler, fa ammenda di fronte all'altro figlio per il suo egoismo, e alla fine anche quel figlio stesso (Lance) si pente nei confronti di Davide.
          Se a questo aggiungiamo la vecchina che recita l'Apocalisse di San Giovanni a memoria e le riflessioni di Jeff, ecco che l'affresco che Medda dà delle colpe degli uomini è completo. Caspita, vuoi vedere che la carovana in realtà è il Purgatorio? :P
          In realtà, proprio con le parole di Jeff ("Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo") è come se Medda insinuasse quello che già da mesi dice e ripete: quello che per lui conta non è il mistero delle nuvole. E infatti la soluzione scoperta in questo numero non è così imprevedibile o innovativa nella narrativa, direi che era una delle tante che potevano venire in mente a ogni lettore dopo il primo numero. Ma intanto è ottima per virare il tutto su un versante complottistico e inoltre chiarisce molte cose sui comportamenti di soldati e cittadini nel corso della miniserie.

          Comparto grafico: buono, ormai a Valdambrini mi sono abituato e non mi dispiace, qui è stato forse migliore che nelle sue precedenti prove.

          Un numero quindi all'altezza delle aspettative, che prepara magnificamente il terreno al numero finale che avremo fra un mese, e che io sto già aspettando adesso con ansia.

          Next, I Cancelli dell'Eden

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          Bacci
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            Risposta #34: Mercoledì 14 Apr 2010, 13:26:03

            In realtà, proprio con le parole di Jeff ("Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo") è come se Medda insinuasse quello che già da mesi dice e ripete: quello che per lui conta non è il mistero delle nuvole. E infatti la soluzione scoperta in questo numero non è così imprevedibile o innovativa nella narrativa, direi che era una delle tante che potevano venire in mente a ogni lettore dopo il primo numero. Ma intanto è ottima per virare il tutto su un versante complottistico e inoltre chiarisce molte cose sui comportamenti di soldati e cittadini nel corso della miniserie.

            Ecco, appunto. Nonostante il fatto che questa cosa sia stata detta e ridetta molte volte, su altri forum vedo come, a parte alcune eccezioni, l'intera serie venga ormai giudicata solo in funzione della rivelazione sulle nuvole del cielo. E che il 90% dei commenti sia incetrato solo su questo.
            Che poi a dirla tutta Medda, l'hype che si è creato (volutamente o no di numero in numero) lo sfrutta, diciamolo pure, perchè intanto bene o male fa fare "Ohh"al lettore comunque, come è giusto che sia, altrimenti perchè avrebbe tenuto la rivelazione alla fine dell'11° numero?

            Parlando un po' di questo episodio, a me è piaciuto come gli ultimi numeri, cioè tanto. La scelta di farci vedere la morte del padre di Davide in modo così improvviso, ha un suo perchè, ed è anche molto destabilizzante, per certi versi. Soprattutto perchè era un personaggio a cui mi ero affezionato.
            Un'altra cosa che da una parte mi è piaciuta, e da un'altra un po'meno è stato il fatto che praticamente ad ogni pagina c'è un riferimento più o meno velato all'apocalsse o rivelazione , che dir si voglia. Se da una parte questo mi crea nella narrazione una grande serietà di fondo e una grande coerenza narrativa, dall'altra parte mi restituisce in un certo qual modo un senso di artificiosità non indifferente, che negli altri numeri non avevo provato in modo così forte. Anche in Nove per un dio perduto accadeva qualcosa di simile, con tutti i collegamenti al numero nove, ma queste connessioni lì mi sono parse più naturali, nello svolgimento dell'intreccio.
            La sfuriata di Davide contro i bulli nei bagni si inserisce bene nel contesto del numero precedente, del "cane di paglia", ecc..ecc....
            e la rivelazione finale a questo punto poteva essere davvero una qualunque, anche quella del pesce d'aprile di Medda. Tanto le belle storie di vita personele dei vari personaggi narrate in tutti gli episodi precedenti non vengono mimimamente toccati o sviliti da un finale alternativo a questo.
            Aspettiamo con ansia questo 12esimo numero! ;)
            « Ultima modifica: Mercoledì 14 Apr 2010, 16:53:32 da bacci88 »

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            Marci
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              Risposta #35: Venerdì 14 Mag 2010, 14:23:01
              Solo una cosa:l'ultimo numero è semplicemente stupendo, pochissime volte mi sono emozionato così tanto nel leggere un fumetto. Una trovata finale degna di un grande narratore. A molti non piacerà, ne sono certo, ma per me questo finale è la ciliegina ad una serie che secondo me è destinata a diventare un piccolo cult del fumetto italiano.

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              Bacci
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                Re: Caravan
                Risposta #36: Venerdì 14 Mag 2010, 22:05:57
                                                                [size=14]Caravan 12 - I Cancelli dell’Eden [/size]
                                                                     Episodio Finale (con qualche spoiler)

                Alla fine è .... finito. Dopo un anno esatto dalla pubblicazione del numero uno, con I cancelli dell'Eden si chiude la miniserie Bonelli di Michele Medda, con qualche rimpianto da parte mia perchè era diventato un bell'appuntamento mensile.

                L'atto conclusivo è in linea con quello che è stata finora tutta la serie, cioè una non-spiegazione molto poetica che NON fornisce una spiegazione risolutiva degli eventi fin qui narrati.
                Medda lascia così che ognuno possa scegliere l'interpretazione che preferisce, non solo sull'effetto atmosferico del cielo, ma anche su altre parti della trama, come la verità sulla morte del padre, le vere ragioni dei militari, addirittura sulla sorte dei protagonisti a fine storia.

                Non trovo più nulla da commentare su questo ottimo finale, perchè è per me di sicuro il migliore possibile, con buona pace di chi avrebbe voluto un ultimo episodio in cui con un bello spiegone finale tutti i tasselli rientravano al loro posto, come in un fumetto Bonelli ordinario, cosa che Caravan non è stato assolutamente. ;)

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                Bramo
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                  Re: Caravan
                  Risposta #37: Mercoledì 19 Mag 2010, 20:18:13
                  Caravan # 12 – I Cancelli dell’Eden (Medda, Olivares)



                  Premessa 1: sarà uno dei miei sproloqui più lunghi, già vi avviso… E’ da più di una settimana che ho letto quest’ultimo numero della mini e solo ora sono riuscito a mettere per iscritto il mio commento, il che è di per sé straordinario.
                  Premessa 2: ha un certo fascino che la mini si concluda lo stesso mese del gran finale di Lost
                  Premessa 3: possibile presenza di spoiler

                  L’ultimo numero di Caravan è qualcosa di spettacolare. E’ incredibile come un finale possa essere così chiarificatore degli obiettivi di tutta la serie e nello stesso tempo così ermetico, così povero di spiegazioni. Il che per una serie Bonelli è qualcosa di inusuale.
                  Se nello scorso numero abbiamo scoperto, insieme a Davide, che il mistero delle Nuvole non è altro che un esperimento del governo, nelle prime pagine di I Cancelli dell’Eden vediamo il ragazzo – ormai vero protagonista di Caravan – tentare di convincere la popolazione, o perlomeno le persone più significative che abbiamo incontrato negli scorsi numeri, che quella è la verità e che occorre far qualcosa. Ma proprio quelli che si convincono sono i meno propensi ad agire. La spiegazione la dà Whitley, il tipo che credeva agli alieni nel # 5, in un monologo splendido, spietato, definitivo, che inquadra perfettamente almeno uno degli obiettivi principali che Michele Medda aveva nel raccontare questa grande storia. Alla luce delle parole di Whitley vediamo assumere ancora maggiore importanza agli episodi America, America e Il Gioco della Guerra, per fare due esempi lampanti, cioè una acuta e profonda analisi dei meccanismi del potere e del consenso popolare. Il controllo delle masse, ci ricorda Medda, non è una cosa del passato, una cosa da ricordare nel nazismo e nei regimi dittatoriali del Novecento e basta, ma è viva e presente ancor oggi. Non basta usare la parole democrazia per pensare che chi comanda non possa far credere quello che vuole, come vuole, quando vuole alla gente. Anzi, con la sempre più massiccia diffusione dei media il poter “addomesticare” il popolo è sempre più facile. L’autore ce lo ricorda, mostrandoci nell’esperimento “Painted Sky” un test per vedere se davvero si può portare a spasso un’intera città senza dare spiegazioni agli abitanti ma nutrendoli e intrattenendoli. E così capiamo anche come tutti i racconti di vita vissuta che Massimo Donati, Carrie e altri hanno fatto nel corso degli 11 numeri passati – quelli che molti lettori criticavano – non fossero messi a caso, e nemmeno per rendere preziosi quei singoli albi su cui comparivano, ma stanno a significare come sia importante che ci venga raccontato il passato perché alcuni meccanismi (di solito i più terribili) tendono a ripetersi, magari in forme diverse ma tornano.
                  Insomma, quando Jolene sbotta “Non c’è nessun tornado, capitano. Oh, scusate, l’hanno detto i soldati, allora è vero… perché a quello che dicono loro ci credete tutti, giusto?” mi vengono i brividi, perché se al posto della parola “soldati” ci metti “televisione” mi appare terribile il potere coercitivo dei media, vecchi e nuovi.
                  Tornando alla storia, Davide è disperato: la sceneggiatura è perfetta nel dipingere, ancora meglio che nello sbrocco del numero precedente, l’avvilimento di Davide, smarrito, che anche se può contare su Carrie e Jolene sente su di sé il peso della situazione apparentemente senza via d’uscita e della responsabilità verso le persone che dipendono da lui. Questo porta a un secondo grande tema importante, che deflagra nella didascalia dell’ultima tavola: Caravan è dedicato alla memoria dei genitori di Medda, il che rende ancora più autoriale di quanto si poteva credere l’intera serie. Il rapporto genitori-figli visto in tutta la mini (soprattutto nella famiglia Donati, ma anche nella famiglia Bresler, tra Carrie e Jolene, nell’episodio dell’indiano, nella storia del sindaco Banks nel # 3…) appare evidente e pesante nell’economia della serie, una marcata sottolineatura della figura dei padri (come in Lost!) e delle madri che scandaglia uno dei rapporti interpersonali più affascinanti e complicati del genere umano. Il rapporto dei figli coi genitori si può facilmente vedere anche come recupero della memoria storica, del passato che i “vecchi” trasmettono ai giovani, e ritorniamo dunque all’importanza dei flashback.

                  “Adesso sanno cos’erano quelle nuvole e finalmente sono contenti, quegli idioti. Di tutto il resto non gli importa.” scrive Davide nel suo diario. E’ impressionante il valore meta-narrativo che assume questa frase, se si pensa ai tanti lettori che avevano equivocato gli obiettivi della serie e che mese dopo mese aspettava indizi per scoprire il mistero della Nuvole, e che in vari forum su Internet nel commentare il # 11 si concentravano sulle ultime tavole che contenevano le rivelazione.
                  A Davide invece non basta sapere quello per starsene buono buono, la scomparsa dei suoi genitori e gli insegnamenti tratti dai racconti di suo padre lo hanno forgiato, insieme all’assurda situazione di deportazione che sta vivendo… è maturato, è diventato un nuovo capofamiglia accettando i pregi ma soprattutto i pesanti oneri che questo comporta, ha preso il testimone da Massimo con consapevolezza. E allora prende la decisione di fuggire dalla carovana, fuggire da tutti quei pecoroni dei suoi concittadini, fuggire dai militari, dalle loro bugie e dei loro intrighi: con un abilissimo trucco sapientemente raccontato dall’autore, il gruppo formato da Davide, la sua sorellina, Jolene, Carrie e il cane Chip riescono a scappare, incappando però nelle Nuvole. Davide non si ferma, accelera consapevole che è solo un effetto speciale, peccato che non può sapere che i militari non sono gli autori di quel fenomeno, in quel momento. E al contrario degli elicotteri che stavano inseguendo i nostri, la macchina di Davide supera le Nuvole e finisce… fuori dai cancelli dell’Eden.
                  Un finale spiazzante, più che aperto, oscuro, metafisico quasi. Intanto sicuramente allegorico: Davide come dicevo prima è maturato, ha preso coscienza del mondo e di se stesso e ha saputo prendere una decisione coraggiosa anche quando nessuno gli dava retta. La sua fuga è stata premiata, si è liberato da chi lo ingannava ed è arrivato in un posto nuovo, dove poter andare avanti insieme ai suoi cari.
                  Il cosa sono queste Nuvole, identiche a quelle del progetto “Painted Sky” ma non mandate da nessun governo, è secondario in fondo. Che sia un intervento divino, un deus ex machina, uno strappo nello spazio-tempo, una giustizia superiore o il buco dell’ozono, è la sua portata metaforica che è importante, il suo messaggio liberatorio non solo per Davide ma anche per i lettori in ansia per lui da svariati numeri. Io mi sono commosso a leggere quelle ultime tavole proprio per il vedere Davide e le persone per lui importanti che sono riusciti a liberarsi dall'infernale baratro in cui erano finiti. L’origine di queste nubi… ognuno può immaginarselo come vuole, io penso. E il fatto che non sapremo mai cosa succederà ora alla carovana di Nest Point, se andrà avanti, se i militari li faranno tornare indietro, dove li avrebbero condotti ecc non è per me un difetto, in fondo la storia di quella realtà importava quando era funzionale a raccontare altro, quello che abbiamo visto in questi 12 numeri.
                  Due parole sui disegni di quest’albo: mi sono sembrati ottimi, Olivares fa un ottimo lavoro sia tratteggiando le fisionomie dei personaggi principali sia negli sfondi, spesso molto dettagliati (ad esempio nella città fantasma). In alcune vignette pecca un po’ in qualche sguardo di Jolene, invero, ma sono dettagli che non inficiano il buonissimo lavoro del disegnatore.

                  Caravan è finito, dunque, dopo un anno di pubblicazioni. Un anno in cui mi ero affezionato moltissimo a Davide ma anche a tanti altri personaggi, e anche all’atmosfera che si respirava. Ogni mese non vedevo l’ora di mettermi in colonna con gli altri personaggi, in coda alla carovana per godermi un nuovo episodio. Molte storie raccontate mi hanno lasciato dentro qualcosa di importante, riflessioni, tristezze e sorrisi amari, e alla luce di tutta la mini questi sentimenti valgono anche per il disegno generale.
                  E’ stata sicuramente una miniserie coraggiosa, originale, unica nel suo genere e fuori da qualsiasi standard, non solo della Bonelli ma anche di qualunque altra casa editrice che mi viene in mente. Un modo di raccontare, presentare i fatti e soprattutto taluni argomenti e messaggi decisamente innovativo e affascinante, un esperimento – se vogliamo – perfettamente riuscito, secondo il sottoscritto.
                  Non posso che ringraziare la Bonelli per averla pubblicata e soprattutto complimentarmi con Michele Medda per quest’opera grandiosa.

                   

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