Che sia o non sia uno scherzo - in passato sono persino spuntate pseudo-nipoti di Martina -, c'è chi ha dato spago al post quindi mi intrufolo pure io. Può essere che sia vero, perché Faraci ha dichiarato una volta che il suo palato non è fatto ad esempio per apprezzare le Parodie.
Inviterei tutti, belli e brutti, a non montarsi troppo la testa.
Oggi siamo diventati troppo raffinati... ma solo in apparenza, perché in realtà seguiamo le serie fumettistiche e televisive più becere solo perché hanno una continuity, che fanno in modo si instauri un rapporto a volte deleterio con lo spettatore, che vuole quindi che personaggi e cose della serie vadano come dice lui: quello si metta con quella, quello lì faccia quella determinata scelta a discapito di un'altra eccetera, annullando la capacità critica dello spettatore di fronte all'opera che gli viene prospettata davanti.
Può essere uno dei motivi per cui c'è una vera invasione di fan di serie televisive, che se gli dài davanti un film puro non te lo sanno apprezzare. Perché in un film i personaggi "muiono" con la fine della pellicola al contrario delle serie con infiniti episodi.
Coi fumetti Disney, che continuano da 80 anni, sembra essersi instaurato un rapporto del genere.
Guido Martina scriveva storie "autoconclusive", in cui contava la complessità indubbia della sceneggiatura e le scene di azione, senza pippe mentali sui personaggi che di sicuro i lettori dell'epoca non si facevano. Importavano le battute, divertenti per le storie dei paperi e comunque argute nelle storie di Topolino.
I detrattori di Martina - che sono padronissimi di esserlo, per carità! - trovano fertile terreno perché Martina al contrario di altri ha scritto veramente una mole infinita di storie, quindi il materiale più debole - anche se è difficile, se non impossibile, trovare dei prodotti martiniani veramente pessimi - esiste effettivamente.
Oggi ci commuoviamo con pessime ruffianate come Novecento (mi stupisce veramente il risultato ottenuto nei sondaggi, mentre l'avrebbe meritato sicuramente Casty) che una trama neanche ce l'hanno, e lo dice uno che ha scritto un articolo entusiastico sul volume-premio a Tito Faraci, perché al suo valore ci credo veramente. Però ultimamente c'è troppa nerdaggine e faciloneria che viene scambiata per sentimento.
Contemporaneamente alla corrente di pensiero dei nostalgici che rivangano il passato e tutto quello che è nuovo gli dispiace, sembra essee nata di contro una corrente incapace di appassionarsi alle opere passato, che pensa: il passato nell'oblio, ci piace solo il nuovo.
Non montiamoci la testa.