Ho ripristinato il
mio titolo del topic, dopo che è stato cambiato per la terza volta. Domanda ai moderatori: ma non c'è una regola che vieti a chiunque di cambiare il nome di una discussione senza il consenso dell'autore?
Per rispondere alle domande:
Per estremizzare intendo appunto il voler "dogmizzare" tutto ciò che dice Don Rosa. A me Don Rosa come autore piace molto (anche come disegnatore spesso e volentieri lo salvo), e mi piace molto anche il fatto di voler creare una continuity nelle sue storie, proprio perchè -riallacciandomi al tuo post- le storie troppo, palesemente irreali non mi piacciono, e quindi, di riflesso, quelle in cui si rende palpabile l'aspetto veritiero mi attirano.
Però, nonostante questo, niente e nessuno potrà mai impedirmi di godermi una storia ambientata in pieno XXI secolo in cui Paperone , spaparanzato sulla poltrona del salotto di Paperino, rievochi i tempi della corsa all'oro nel Klondike alla fine del 1800. Fa parte del personaggio.
Ma tanto ormai è chiaro che su questo argomento tu ed io non andremo mai d'accordo...
Bè, con i link che postato prima ho già dimostrato quanto l'assenza di "dogmi" allontani i lettori dalle storie disney, ma forse avete la concezione di questo mondo come una "casta" chiusa alle nuove generazioni di lettori che non fate nulla per trattenere.
Quanto a ritenere "dogmi" proprio le storie di Don Rosa, mi pare che non ci sia nulla da dire: è l'unico che si è fatto un mazzo così per raccogliere filologicamente tutti i dettagli presenti nelle storie del creatore di un universo narrativo, anche i più piccoli, e costruire storie legate a questi, spiegando tutti i retroscena in modo credibile, intelligente e divertente. E' ovvio che il punto di riferimento filologico sia lui e lui solo (oltre a Barks, ovviamente)
Trovo ridicolo che in storie chiaramente ambientate dopo il 2000 si citi il Klondike; quando ciò accade, comunque, generalmente leggo lo stesso queste storie, anche se chiaramente considero i fatti narrati dei "non fatti", e le storie delle favole, alla stregua di leggende sui personaggi storici: sono fatte pèr far ridere e non per essere prese sul serio. E proprio perchè i personaggi disney sono personaggi di fantasia, non capisco cosa vi scandalizzi tanto il fatto che qualcuno consieri alcune storie "immaginarie", cioè appartenenti a un differente universo narrativo, ovviamente autoconclusivo, che non ha nulla a che vedere con quello "vero" di Barks e Rosa. Probabilmente è vero che non saremo mai d'accordo su questo; tuttavia non parlerei di invasati, malati, fanatici maniaci, concezioni balorde, concezioni idiote, così come non vandalizzerei mai il titolo di un topic aperto da chi non la pensa come me.
Ma la cosa che voi fanatici maniaci non sapete, è che Zio Paperone, Paperino & co. sono nascono e si sviluppano come personaggi letterari universali. Le loro opere non moriranno mai, sono destinati a far compagnia generazioni di lettori di tutte le età e affronteranno indegni tutte le epoche. La morte che tanto ti piace e che trovi realistica in realtà è quanto di più sbagliato ci possa essere nella concezione Disney. Quella la lasciamo ai telefilm o ai fumetti seriali, che nascono e finiscono in pochi cicli. L'opera di Don Rosa, seppur bella, è quella lì e stop. Dopo di lui basta, finisce tutto, non si può tramandare nulla da ciò né tantomeno creare. Con Don Rosa i personaggi, anche se non li vedi morire, è come se lo facessero. Da lì non si esce, i paperi sono bloccati in quella dimensione e a parte le poche storie dell'autore non ci rimane null'altro. Chi, invece, come il sommo Barks, capisce l'immortalità letteraria, continua a produrre storie con questi personaggi ai giorni nostri, e lo faranno finché concezioni balorde come quella di Clinton e di tutto il fandom donosiano non avrà la ribalta decidendo di far diventare alla stregua di una "serie" i fumetti Disneyani.
Se Walt Disney avesse avuto la stessa concezione di Don Rosa non saremmo manco qui a parlare dei nostri fumetti preferiti, sarebbe tutto finito lì. Invece si continua a sognare e produrre affinché ci siano sempre queste magiche creature letterarie pronte e farci sognare per sempre.
Don Rosa ha stabilito delle date di nascita e per alcuni anche di morte, ma non per questo ha preteso che venissero prodotte solo storie con Paperino e Paperina anziani e sposati. Semplicemente ha ambientato le sue storie in un "eterno presente" che coincide con gli anni Cinquanta, conciliando l'immortalità dei personaggi con il realismo cronologico. E quando le due cose coincidono è sempre un fatto positivo. Che comporta du importanti conseguenze: primo, l'ambientazione temporale moderna ma non contemporanea riproduce quell'"aura magica" che secondo te il Don avrebbe distrutto; secondo, aiuta a produrre storie durature, immortali e sempre attuali, e non effimere come tante storie di oggi che soffrono di recentismo, come direbbe wikipedia, e non supereranno la prova dei dieci anni. Senza contare che l'assenza della tecnologia attuale è fondamentale in molte storie, vedi "Il segreto dell'olandese" che rileggevo stamattina. E poichè il fumetto ormai non può più competere con altri media nel saper parodiare la società attuale, deve sapersi rinnovare, come si rinnovarono la pittura e il teatro per non essere cancellati dalla fotografia e dal cinema. Don Rosa ha attuato un rinnovamento, molti autori attuali no.
E' questa la differenza più grande. Barks vedeva i paperi come uomini per i loro difetti e la loro umanità interiore, non di certo per farli morire, far fare sesso o quant'altro.
Veramente ho citato Barks solo perchè ZioPaperone aveva ricordato che stiamo parlando di Paperi. Ad ogni modo, Don Rosa non è certo un maniaco sessuale che mette il sesso in ogni storia: la Prigioniera è UNA storia. Come ha detto sempre ZioPaperone, che non è certo un fan di Don Rosa, il sesso era già implicito nell'archetipo del ratto della fanciulla. Ovviamente Barks non poteva metterlo in "ZP e la Stella del Polo", visto che ai suoi tempi furono tagliate TUTTE le quattro tavole del flashback.
Nella sua ultima storia prima del ritiro sono però presenti riferimenti sia alla morte (di Khan Khan) sia al sesso (gli antenati di Paperino e QQQ vorrebbero "comprare" delle schiave caldee): nella GDDP, Luca Boschi ipotizza che Barks avesse osato rompere i tabù proprio perchè non ci sarebbero state ripercussioni su di lui da parte dell'editore, essendo quella l'ultima storia.
Purtroppo esisteranno certamente concezioni idiote che contesteranno queste cose solo perché Don Rosa "è il più figo" che fa fumetti adulti.
Bah, ma che ci venite a fare in un forum di Disney a parlare di morte di Paperino... e meno male che dici pure di leggere poco...
Non lamentatevi poi se le storie disney le leggono solo i bambini
QQQ sono bambini sia negli anni '40 che nel '67, cosa che neanche gli arzigogoli mentali di Clinton potrebbe mai giustificare in termini realistici!
Mi dispiace deluderti, ma Don Rosa
ha spiegato l'età di QQQ in termini realistici: sono nati nel 1940, le prime storie di Barks avvengono in realtà poco prima del Natale sul Monte Orso, nel 1947 hanno 7 anni, e le storie successive sono ambientate tra il 1948 e il 1955. Ad esmpio in "L'ultima slitta per Dawson" Don ci mostra in alcuni regisri contabili la data 1954, nonostante la storia sia chiaramente ambientata dopo "La stella del Polo" (1953), "Il vello d'oro" (1955), e "A nord dello Yukon" (1965; inoltre Soapy Slick parla del 1898 come di "67 anni [fa]"). Quindi Don Rosa suggerisce esplicitamente che anche le storie di Barks del periodo 1956-1967 sono ambientate in realtà nel periodo 1948-1955.
Ma a dirla tutta, secondo me manco Don Rosa ci arriva a pensare a una cosa così!
E' proprio questo fandom pippone che ha ammazzato tutto il resto, più di quanto la continuity stretta e realistica di Don Rosa abbia fatto... (lol, non posso trattenermi dallo sbellicarmi di fronte alla spiegazione che QQQ nelle storie "tarde" donrosiane possano avere benissimo 15 anni ma non li dimostrano! LOL LOL LOL, credo che dovrebbe venire assegnata una coppa per la frase più patetica e arrampicata sugli specchi!)
Che QQQ abbiano 15 anni non mi sembra così forzato guardando il loro aspetto fisico, e ricordando che i paperi vengono disegnati con molti meno dettagli degli esseri umani. Nella famosa vignetta di Don Rosa, si vede che QQQ 51enni non hanno le basette e hanno gli occhi piccoli come da bambini (come Gastone, per esempio). Dunque è perfettamente plausibile che in una storia in cui Matilda è invecchiata di 25 anni rispetto al 1930 QQQ siano dei 15enni. Inoltre i problemi che risolve questo piccolissimo salto d'immaginazione supera di gran lunga ogni disagio iniziale.