Vedi, è proprio questo datare ogni avvenimento che fa pensare sia implausibile che i paperi vivano oggi pur essendo apparsi tanti anni fa.
Sono perfettamente d'accordo: nella mia visione i paperi hanno un contesto storico ben preciso (anni Cinquanta), e i personaggi nascono e muoiono come dei veri esseri umani. In particolare, Paperone è nato nel 1867 ed è morto nel 1967: questo è un punto di partenza inderogabile per me.
Io ribalterei la frase: vedi, è proprio questo tentativo di eliminare le date degli avvenimenti che fa pensare sia plausibile che i paperi vivano oggi pur essendo apparsi tanti anni fa.
La regola di citare date e avvenimenti è una prerogativa solamente donrosiana che vuol far sì che i suoi fumetti abbiano un tono più realistico poiché l'intera sua opera è dedicata durante gli avvenimenti dell'opera barksiana. Don Rosa non è un fan Disney, è un fan del tempo di Barks e dei suoi fumetti, quindi può permettersi il lusso di ignorare tutto il resto e di creare una continuity personale, come se il mondo di Barks fosse messo a disposizione per sé stesso e stop, dato che per lui la Disney si ferma a Barks. Messa così il pensiero di Don Rosa può anche avere un suo senso.
In realtà la storia delle date non è un'invenzione di Don Rosa, ma di Barks: è Barks che cita numerosi avvenimenti storici come la corsa all'oro del Klondike del 1896. Indipendentemente da cosa pensasse della continuity, il Klondike è citato in numerosissime avventure e questo colloca indelebilmente il passato dei personaggi in un preciso contesto storico. Il problema congruenza si pone dopo il ritiro di Barks, visto che citare in tempi recenti il Klondike significa trasformare Paperone nel supercentenario più longevo del mondo.
Ma se noti bene, nella vera ottica Disney, è perfettamente normale fare rimandi al passato SENZA citare date, ma facendo soltanto intuire gli avvenimenti trascorsi. Tito Faraci l'ha fatto di recente con Topolino, facendo vivere a Mickey dei flashback direttamente dall'epoca gottfredsoniana. Avrebbe stonato la citazione agli anni '30 forse? Forse (imho no). Fattostà che Topolino parla di "tanto tempo fa", e il gioco è fatto. E se al momento in cui le vecchie storie sono state scritte si citano date come "la palandrana comprata a un'asta nel 1902", van prese come licenze poetiche e bisogna tener conto che al momento in cui le storie furono scritte la data era perfettamente plausibile. Un po' come i capodanni festeggiati dai personaggi. Se oggi Paperino dice buon 2009, non vuol dire che fra 30 anni Qui Quo e Qua debbano ricordare il 2009, semplicemente sarà stata una vecchia avventura.
Di tutto questo, ciò per cui provo più fastidio non è tanto il desiderio di una continuity serrata e datata nel mondo Disney, quanto il fatto che vogliate far passare in errore tutti gli autori (cioè, a parte Don Rosa, TUTTI gli altri!) che fanno storie secondo lo spirito immortale Disneyano.
Piccola curiosità personale, senza pretendere che questo dimostri qualcosa: l'anno 1902 come data dell'acquisto della palandrana di Paperone, viene citato da Barks in due storie diverse: "Zio Paperone e il vello d'oro" (1955, all'inizio e alla fine della storia) e "Zio Paperone e la macchina scassatutto" (1959, vedi link seguente):
http://disneycomics.free.fr/Ducks/Barks/1959/paulbunyan/05.htmlParlando seriamente, tu usi termini come "vera ottica disney" e "spirito immortale disneyano", ma nhon stupirti se poi questi termini, quando finiscono su wikipedia, vengono evidenziati come "senza fonte" e poi eliminati in quanto frutto di "ricerca originale": non mi risulta che Disney abbia mai teorizzato o imposto il concetto di immortalità, tantopiù che non avrebbe mai potuto prevedere che i suoi personaggi avrebbero superato gli 80 anni di storie. Le "regole" a cui alludi sono in realtà delle non-regole, in quanto frutto di convenzioni tra gli autori sviluppatesi negli anni. Certo, anch'io le conoscevo e condividevo, prima di conoscere la rivoluzionaria opera di Don Rosa. Mi sono innamorato di questa sua concezione, oggi per me sarebbe assurdo tornare indietro, e sono seriamente dispiaciuto che autori a lui contemporanei non abbiano saputo cogliere il fascino del suo "eterno presente nel passato", perdendo così un'importante opportunità di rinnovare il fumetto disney.
Tu hai messo una faccina che ride di fronte al ragionamento che TUTTI gli autori seguono e ciò di cui è composto il pensiero disneyano, senza sapere che probabilmente è la maggior parte degli autori a ridere delle baggiannate che taluni si inventano per giustificare questo e quel fatto nel rendere tutta la commedia dei paperi simile a un filone da soap opera o telefilm.
La faccina che ride l'ho messa dopo aver letto questa tua frase:
Va bene usare questi elementi con genuinità disneyana non badando troppo alla rigidezza del Don... Per dire, Don Rosa ha stabilito che il Deposito di Paperone è stato costruito tal anno sulla collina, e questo va bene. Ho pensato: ma se proprio tu sostieni che le date del passato vadano eliminate, perchè ora dici che va bene accettare come un dato fisso la costruzione del deposito nel 1902?
E comunque gli autori attuali, più che ridere di Don Rosa, di me, o degli autori di importanti siti specialistici come lo splendido "who'swho in duckburg" oppure questo
http://duckman.pettho.com/history/index.html dovrebbero rimboccarsi le maniche e studiare un modo per fermane la costante e inesorabile diminuzione di lettori.
E non saranno certo quelle opinioni a voler far credere che Don Rosa sia quello cui fa storie plausibili e concrete e che tutti gli altri fanno assurdità incompatibili, perché
1) Disney non è la realtà;
2) le regole funzionano così praticamente da sempre, e se non le accettate o volete forzare il tutto credendo che le storie odierne si trattino di what if o paralleli o ambientate comunque al passato nonostante i rimandi all'attualità, significa che non condividete le scelte disneyane dimostrando un solo interesse parziale. Cosa fattibilissima, ma estremamente deprimente per chi si spaccia come fan Disney, di Paperino o Paperone (soprattutto poi per chi ne vorrebbe leggere la morte).
Ah, ad ogni modo rispetto i gusti personali e non ti obbligo di certo a cambiare opinione, ma preferire Rosa a Scarpa pure per i disegni nonostante l'uno faccia le donne che sembrano travoni e l'altro era anche un grande animatore e Maestro di disegno, mi pare una bestemmia.
Sulle "regole" che "funzionano così da sempre" mi sono già aspresso.
Quanto ai disegni, sostenere che le donne di Don Rosa sembrano travoni è una tua (discutibilissima) opinione personale, non basata su dati oggettivi: anch'io potrei dire che "Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante", per citare una storia che ho a portata di mano, ha dei disegni inguardabili, che sembrano fatti da un bambino di dieci anni; e per limitarci ai volti dei personaggi, potrei proporre di confrontare l'ultima vignetta della terzultima pagina di questa storia scarpiana con la donrosiana "Il vigilante di Pizen Bluff", quinta vignetta dell'ultima pagina.
E' invece un dato oggettivo che Don Rosa renda meglio lo spessore dei personaggi, la tridimensionalità e i contorni delle figure, nonchè i dettagli degli oggetti. Basta citare la quadrupla d'apertura dell'ultimo capitolo della Saga, con OGNI moneta disegnata singolarmente, oppure la quadrupla di introduzione all'intera opera, con meno monete della precedente ma infiniti dettagli più di Scarpa.
Per non parlare dei primi o primissimi piani: pensa a Paperone prima poco prima che chieda il prestito a Soapy Slick, pensa ai volti di Doretta e Paperone nel finale di “Cuori dello Yukon”, pensa alla scena del rimorso di Paperone nel penultimo capitolo, pensa alle immagini dell’incontro con Paperino e Qui Quo Qua. Mi fermo qui, perché ho l’impressione di ripetere le solite tautologie (ma solo io vedo questa straordinaria abilità grafica di Don Rosa?), e anche perché l’aspetto grafico mi interessa di meno.
Poi, riguardo alla morte di Paperone: la sua di morte nel 1967 è un fatto assodato per me, ma non ho mai chiesto a Don Rosa di raccontarcela in una storia, anche se, ovviamente, sarei prontissimo a leggerla qualora venisse un giorno scritta. Secondo te sarei per questo uno che si spaccia per un fan disney, ma potrei dire anch'io la stessa cosa di te.
Mah, credo che sia dopo la saga che il Don è diventato troppo citazionista, più si andava con il tempo e più citazionista diventava, c'ha preso gusto, ma poi a me va bene il citazionismo, ma perché non citare anche storie di altri autori, un po' come fa nel primo capitolo della saga, con il lustrascarpe?
Ma secondo me l'autocitazionismo è un grande pregio, quindi ogni (auto)citazione è un motivo in più per aprezzare la storia. Dopo la Saga, la possibilità di autocitarsi è aumentata, quindi anche la continuity deve aumentare.
Citazioni di autori diversi da Barks? Brrr, mi viene un brivido della schiena. Citazioni di altri autori farebbero perdere significato al progetto iniziale. Finchè la cosa è fatta con parsimonia, tutto bene: va bene citare Pico, usare i Tre Caballeros, ripescare i nomi Della/Elvira/Humperdink/Fanny, ricordare l'origine della 313, o usare il 9 giugno comne data di nascita di Paperino. Ma queste sono eccezioni, e devono rimanere tali.
semplicemente ho gusti troppo diversi da quello dei fan donrosiani. Ci sono fumetti che necessitano e in cui mi aspetto una stretta continuity ma i disney non sono tra questi, ci sono fumetti in cui è benvenuta una certa carica di introspezione e pathos e i fumetti disney sono tra questi ma non a mio parere nei modi esibiti dal don (semmai come faraci o artibani). Continuerò quindi a godere delle riletture di don rosa considerandole una simpatica anomalia così come faccio per altre storie atipiche, esempio quella dei 60 anni di paperino e altre
Quindi per te storrie cariche di pathos come ULDC sono orribili in quanto piene di sentimento? :o Sono sconcertato.
I gudti personali sono gusti, ma mi pare che anche idetrattori di Don Rosa non la pensino come te in questo caso. Certi telefilm moderni strappalacrime vengono dimenticati dopo una settimana, storie come quelle del Don resisteranno fra cento anni.
E comunque, paragonare Don Rosa a Faraci o Artibani mi pare irriguardoso nei confronti del primo.
Sono in gran parte d'accordo con piccolobush: anche se piu' che di melensaggine parlerei di un eccesso di sentimentalismo in Don Rosa. Questo non implica necessariamente un difetto e certo non impedisce a molte delle sue storie di essere capolavori; pero' si puo raggiungere un coinvolgimento emotivo del lettore altrettanto forte senza farvi ricorso (si veda il finale della Stella del polo), mentre Rosa sembra avere soltanto questo mezzo.
Su questo argomento ho già risposto a piccolobush.
Inoltre allargherei la critica alla sensibilita' di Don Rosa all'umorismo: le sue gag divertono, ma mi danno in genere l'impressione di essere un po' "grossolane", aritificiose, non cosi' spontaneee come quelle di altri (di nuovo, il primo esempio che mi viene in mente e' Barks). E anche sulla profondita' psicologica: ma vi ricordate il passaggio di Paperino dalla gioia per la beffa riuscita al rimorso in il tesoro vichingo (Luck of the north)?
Certo che me lo ricordo, è una delle scene più commoventi delle storie di Barks. La grandezza di Don Rosa è stata riprendere e accentuare questi aspetti dell'opera del Maestro.
Quanto alle gag donrosiane, potresti citarne qualcuna che reputi grossolana e/o artificiosaSe ritieni che Don Rosa abbia "svilito" il personaggio di Paperino, allora mi chiedo quante storie del Don hai letto.
Cioè, dite tanto che Don Rosa ha stravolto i canoni disney ecc...ecc... e poi, però, invece che fermarvi a godervi le storie in sé e per sé state sempre pronti a evidenziare ogni piccola cosa (anche interpretabile diversamente) che possa rafforzare questa vostra convinzione, invece che provare a fare il contrario.
Le storie di Don Rosa hanno numerosi livelli di lettura: c'è la trama in sè, ci sono le citazioni barksiane, le autocitazioni, le citazioni storiche o mitologiche, le citazioni personali (vedi il baule di ZP, identico a quello del nonno del Don), gli inside joke (i D.U.C.K., i topolini, i cammeo di Pico) ecc.
E' chiaro che un autore deve scrivere storie comprensibili a tutti, e in fatti tutti possono apprezzare il primo livello del Don, cioè la trama in sè. Ma perchè dei fan disney dovrebbero rinunciare a priori a individuare e interpretare gli ulteriori livelli di narrazione? Io stesso fino a dieci giorni fa non mi ero accorto che il rifugio dei Bassotti nel decimo capitolo della Saga è lol stesso di queello visto nella barksiana "ZP e il pozzo dei dollari",m e quando l'ho scoperto ho provato una grande gioiaì, paragonabile a quella che può provare il critico letterario che trova messagi nascosti in opere centenarie. Ogni volta mi viene da pensare: "Cavoli, che idea geniale, ne sai una più del diavolo".
No no, non ci siamo affatto capiti. Don Rosa non è affatto un autore normale, Saga a parte. E se dico che ha fatto praticamente solo quella non lo dico per darle più importanza di quel che ha, ma per dare pari dignità al resto. In pratica io considero qualsiasi storia di Don Rosa un corollario, un appendice o una naturale prosecuzione di quell'unico grande progetto che ha la Saga come epicentro. E' come se ci raccontasse una storia unica, di qualità costante, in cui la Saga svolge il ruolo di prequel e nulla più.
E questo è il grande merito di Don Rosa, riuscire a creare collegamenti con la Saga o con fatti barksiani anche in storie apparentemente scollegate.
Ottimi gli interventi sia di Grrodon che di Vito i quali esprimono al meglio quella che secondo me è l'intera opera donrosiana: la saga al centro come inizio e fine naturale di tutte le cose e tutte le altre storie intorno che, anche se non esplicitamente connesse alla Saga, ne fanno riferimento in un modo o nell'altro. La nascita di un microcosmo, di un mondo a parte, quasi di un universo parallelo che io, dal mio umile e personale canto, amo moltissimo.
D'accordo in linea generale, anche se l'espressione "universo parallelo" non mi pare molto felice.