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Spero veramente che la Disney non sia coinvolta, ma se lo è, credo che lo sia indirettamente, cioè, magari la Disney deve fare 1 milione di peluche di Pippo e dà in appalto alla ditta con il prezzo più basso la realizzazione dei peluche, questo significherebbe che la Disney firmerebbe il contratto, ma i responsabili dello sfruttamento sarebbero i padroni delle fabbriche...
Quindi, credo che la Disney sia stata coinvolta in questo sporco affare indirettamente...

Sì, ma non e' che i candidi e ingenui dirigenti della Disney firmino i contratti senza minimamente immaginare come siano trattati i lavoratori....

Peccato che la Disney faccia questo, ma anche secondo me è coinvolta solo indirettamente...

È venuto fuori il caso della Disney, ma probabilmente tutte le aziende occidentali che hanno aperto stabilimenti in Cina si comportano allo stesso modo, che altrettanto probabilmente non è affatto peggiore di quello delle aziende locali. Dietro all'impetuoso sviluppo industriale cinese ci sono milioni di lavoratori sottopagati, sfruttati, con orari estenuanti e in condizioni di lavoro spesso pericolose o malsane. I diritti sindacali sono praticamente inesistenti. E purtroppo nel mondo globalizzato sono diventati nostri diretti concorrenti, e grazie a ciò producono a prezzi più bassi. Qualcuno dice: "No ai dazi sui prodotti cinesi. La Cina è un'opportunità, non una minaccia". Sì, un'opportunità per chi vi trasferisce la produzione, così può sfruttare meglio i suoi operai!  

Mi è capitato, in questi giorni, di entrare in un negozio Bottega del mondo (catena di negozi che vende prodotti del commercio equo e solidale); tra le varie pubblicazioni in vendita c'era anche un libretto che denunciava svariate situazioni di questo tipo in svariati ambiti e/o settori merceologici. Tra i casi presentati (oltre ad alcuni famosi, tipo Nestlè; e purtroppo vi erano anche aziende italiane come Kappa e BNL) c'era anche la Disney, che dunque non sarebbe nuova ad episodi del genere, visto che nel libretto in questione (che a questo punto mi pento di non aver acquistato, respingendo il primo impulso che avevo avuto, se non altro per potervene dare il titolo preciso) si citava il caso di sfruttamento di lavoratori in Estremo Oriente nella produzione di magliette per i Disney Stores americani. Anche in questo caso la Disney rispondeva che avrebbe verificato la situazione, ma evidentemente il lupo perde il pelo ma non il vizio, anzi forse neanche il pelo (sullo stomaco?)...

la disney non è peggio di tante altre aziende italiane e straniere.
se non vogliamo chiudere gli occhi, guardiamo cosa abbiamo sulla nostra scrivania. una penna con una scritta pubblicitaria? una calcolatrice tascabile non di marca (ma, secondo casi, anche di marca)?
e cosa indossiamo? un cappellino da baseball? una t-shirt?
dove credete che siano prodotti tutti questi oggetti, a desenzano sul garda? e quanto credete che costino a chi ve li vende?
scrivo tutto ciò non per cinismo o per dimostrare "tutti colpevoli nessun colpevole": semplicemente, perché il problema esiste e non è facile risolverlo, né con un semplice boicottaggio (tipo: non compriamo prodotti nestlé), né introducendo dazi doganali di tipo protezionistico.