Dietrologia.
Stavo per scrivere "delirio puro" ma forse "dietrologia" è più azzeccato.
Spiacente Florian, ma tutto questo bel cut&paste che ti sei sforzato di fare non ha nessun fondamento. È opera di qualcuno che ha leggiucchiato quello di cui parla, o forse, più probabilmente, lo ha letto in mala fede volendo vederci, lavorando con
grosse forzature, intenti che assolutamente non c'erano.
La frequentatrice dei centri sociali come modello della tipa di Anderville, ROTFL. "Pippo e il genio nell'ombra" come demolizione deliberata del personaggio Topolino, ma STRAROTFL. MMMM manovra di sinistra ma che non piace al pubblico di sinistra perché non abbastanza denigratoria, ULTRAMEGAROTFL.
No Florian, rileggiti quelle opere con animo sereno, non c'è proprio niente di quello che tu (e l'autore di questo articolo, se non sei tu stesso) ci hai visto.
Alcune repliche:
Esistevano una cultura nazionalpopolare ed una controcultura militante. Il magazine di Topolino rientrava di diritto nella prima, ma aveva molti e accesi sostenitori nella seconda.
Questo incipit tanto per chiarire che chi scrive è contrario a qualsiasi appropriazione politica di topolino... che non sia quella della sua parte.
Fino alla caduta del muro di Berlino Topolino verrà ritenuto da questa parte politica uno sbirro reazionario, Minni una donnetta tradizionalista e Paperone ovviamente il bieco capitalista
Sbirro? Non credo proprio. Reazionario? Forse. Di certo è meno popolare, e questo, è stato ripetuto più e più volte, è colpa di autori che con storie poco riuscite lo rendono saccente ed antipatico. Parlo di storie come Topolino e il mostro volante, per esempio. Lì Topolino non è antipatico perché reazionario, ma perché arrogante, tratta con aria di superiorità tutti, arriva perfino a dare dei visionari ad un intera tribù solo perché hanno detto qualcosa cui lui non crede. Quello è il Topolino che cede la palma di eroe preferito al "rivale" (ma solo nella tua testa) Paperino.
La Minni tradizionalista e il Paperone bieco e disonesto non sono solo negli occhi dei lettori, sono sotto gli occhi di tutti in storie in cui Paperone non esita ad usare rapimenti, contraffazioni e mille altre irregolarità. Molte di quelle storie, belle o brutte che siano, sono di Martina. Se opera di demolizione del personaggio c'è stata, è stato Martina a compierla. Informati presso la Commissione Mitrokhin, magari il professore era stipendiato dal KGB.
Si prendano Topolino e Tex: per anni ritenuti, a sinistra, alla stregua di sgherri del potere costituito, eccoli diventare ora le icone del progressismo democratico e poliziesco di marca girotondina.
Citare le storie, prego. Spiegare perché quelle storie sono diverse dalle millemila storie simili del periodo precedente.
La destra, che un tempo nell’immaginario popolare era rappresentata da borghesi, militari e preti, diventa ora l’habitat esclusivo di imprenditori mafiosi e fatue veline televisive.
NELLE STORIE ?!?!?! Lascia perdere quello che (a tuo sentire) era nella testa malata dei lettori di sinistra, DOVE nelle storie vedi tutto ciò?
Questo cambiamento ha interessato, si è detto, anche il personaggio di Topolino. Questi, attraverso le sceneggiature di Tito Faraci, ha smesso i panni del detective legalitario nella perbenista e sonnacchiosa città di Topolinia, ed è stato catapultato in un posto sperduto dell’America Latina, in cui la legge è notoriamente impugnata da sceriffi corrotti e dittatori militari.
Anderville era in America Latina?
Tra i due si instaura una complicità che vede per la prima volta il forzuto (Gamba) diventare intelligente e il debole (Topolino) recitare la parte dell’ingenuo. Topolino abituato a fiutare la minaccia per istinto diventa così vulnerabile preda della furbizia altrui. Non solo, perde anche la sua centralità indiscussa nelle storie poliziesche successivamente ambientate a Topolinia. Faraci, infatti, abbandonato il tradizionale stile giallistico per il più moderno e decadente noir, preferisce servirsi di personaggi fino ad allora comprimari (Manetta) per trame sorprendentemente ironiche e persino grottesche.
Ironiche.
Ironiche.Ironiche.Lo vedi che lo dici anche tu?
In una di queste (Topolino e il genio nell’ombra) la coppia Faraci/Ziche arriva a proporre sottotraccia una dissacrante rilettura dell’universo topesco: ovvero che la mente astuta nell’ambito della coppia sia Pippo, anziché Topolino, declassato miseramente al rango di spalla.
Ma l'ha letta la storia, il tipo che ha scritto tutto questo? O si è limitato alla pagina di apertura? Perché la ha capita tutta all'incontrario!
in base anche alla difficoltà con la quale i nuovi sceneggiatori si trovano a padroneggiare un personaggio difficile quale è ritenuto Topolino.
Su questo posso essere d'accordo. Topolino, già protagonista di migliaia di storie, è diventato difficile da usare per trame nuove. Logico che si sperimenti con nuove angolazioni o nuovi personaggi, senza bisogno di vederci chissà quale messaggio politico.
Topolino mostra in questa storia pose sarcastiche, è permaloso, iracondo, persino insofferente nei confronti della tenera Minni.
Lo ammetto, un po' il Topolino sarcastico, cinico, con la palpebra a mezz'asta a fare la faccia da duro disturba anche me, perché è "fuori personaggio". Questo te lo concedo. Ma non è un Topolino di sinistra, e neppure una caricatura di un uomo di destra fatta da un autore di sinistra. Dirlo è, secondo me, assurdo.
Topolino si trova ad aver a che fare con tassisti, baristi e un universo popolato da figure più inclini al proletariato che al ceto medio. [...] da una tipa sveglia che sembra fuoriuscita da un centro sociale.
Anderville riprende stilemi di una forma letteraria, il noir d'azione, che non ha una connotazione politica di alcun tipo. Il pezzo grosso corrotto, la tipa sgamata, tutti gli altri. Volerci vedere simboli della sinistra (di quella specificatamente italiana, per giunta), a mio giudizio è una forzatura che, mi spiace, ma fatico a credere possa essere fatta in buona fede.
(da sempre nell’immaginario collettivo la sicurezza, la solarità e l’ordinarietà sono aspetti tipici dell’uomo di destra, mentre la riflessività, la mutevolezza e l’introversione sono caratteristiche dell’uomo di sinistra)
Da sempre? Nell'immaginario collettivo? Boh. Forse nel tuo.
Topolino che in qualunque tempo e in qualunque luogo, per indole e personalità, opterebbe di certo per il Corsera,
Sempre perché "noi non vogliamo mettere un cappello politico a Topolino", vero? Allora evita uscite di questo tipo...