Visto che con grande insistenza mi si chiede di dar conto del Rodari-pensiero, dirò la mia. Spero solo che per le frasi che riporterò (citazioni dell'Autore) all'attenzione non venga nuovamente accusato di essere un copia-incolla. (Di una certa capacità autonoma di giudizio mi sembra di averne dato prova nelle letture che ho dato di Topolino e del fumetto quale mezzo espressivo.)
Dunque, Rodari.
Se la persona in questione fosse stato un meccanico, un impiegato alle poste o avesse espletato un qualsiasi altro lavoro manuale, nessuno probabilmente si sarebbe sentito in diritto di chiedergli conto delle sulle opinioni sulla politica, sull'economia e sulla storia. Ma vista che parliamo di una persona che ha esercitato una professione intellettuale è ovvio ritenere che la sua produzione rifletta i propri convincimenti.
E quali erano i convincimenti di Rodari? Era un anticapitalista ed un antioccidentale. Ma attenzione: non del tipo blando di cui oggi è facile imbattersi nei giornali e nelle Università.
No, Rodari era un bolscevico confesso e la sua causa intellettuale a favore dell'uomo nuovo e della società collettivista e materialista furono talmente apprezzati ad Est che i suoi libri per bambini diventarono libri di testo nell'Unione Sovietica.
Adesso mi si consentirà di dire che un libro scelto dalle scuole moscovite in epoche di forte contrapposizione ideologica deve necessariamente avere dei contenuti ideologici, mascherati abilmente sotto forma di fiaba.
Ma ascoltiamo il pensiero di Rodari, da lui espresso in un libro di storia per bambini intitolato: La storia degli uomini.
Lenin? "Un uomo che è tra i massimi geni espressi dall'umanità nel suo cammino".
Lo Stato socialista? "Nell'Unione Sovietica l'economia socialista, senza padroni, senza banchieri, senza aiuti celebra le sue prime vittorie (...) Il socialismo sta già dimostrando la sua superiorità sul capitalismo. Non c'è più disoccupazione, non c'è più analfabetismo."
Il capitalismo? "I salari non sono fissati in relazione al valore del prodotto. Cento operai, lavorando otto ore, possono guadagnare centomila lire: ma la merce che essi hanno prodotto ne vale duecentomila o trecentomila. Il capitalista intasca il profitto... Naturalmente gli imperialisti raccontano le cose in un altro modo."
E' naturale che un intellettuale che professi tali idee con tale convinzione (fu militante comunista tutta la vita) non vada a nasconderle nella sua produzione letteraria, che infatti fu contrassegnata da una precisa volontà di combattere attraverso la fiaba quel tipo di pedagogia che egli riteneva oscurantisca e conservatrice. I suoi scritti sono attraversati da unaben visibile satiria sociale che evidenzia le presunte storture del mondo occidentale e dei potenti che ne dirigono gli sviluppi.
Niente di strano che i suoi libri negli anni sessanta-settanta venissero promossi da una certa parte di società in opposizione ai classici autori per l'infanzia. Così come è del tutto ovvio che determinate case editrici dal passato militante (Einaudi e Feltrinelli lo furano certamente) abbiano un catologo ideologicamente indirizzato.
Ciò che mi stupisce, e qui abbraccio un discorso a carattere più generale, è come Topolino, la testata tradizionalista per eccellenza, che in passato era accusata da questi signori di essere asservita al potere yankee, non si faccia oggi problemi a veicolare sottotraccia messaggi antitetici a quelli di un tempo. Oggi il pubblico che compra Topolino guarda i Simpson e i Griffin, si diverte con Zelig e ascolta i brani che passano su MTV.
La cultura si è uniformata, non c'è più destra e sinistra, non c'è più una netta separazione di valori e contro-valori. Perchè le idee che veicolava la contestazione negli anni sessanta hanno conquistato il proscenio e sono state accettate dalle masse in maniera più o meno conformistica.
Per i giovani di oggi dunque chi si oppone ancora al relativismo culturale, chi confida in dei valori forti, in parole semplici: chi ritiene esista una Verità e un Errore, è confinato al rango degli assolutisti e degli intolleranti. Si disconosce la Verità cristiana di una Libertà nella Verità e si confonde la libertà con il libertinismo amorale, con l'etica individualista e falsamente tollerante, per cui ciò che non piace alle maggioranze politicamente corrette è un Errore da combattere laicamente ma inflessibilmente.
Topolino non ha mai parlato esplicitamente il linguaggio della Fede, questo è vero. Ma chi conosce la produzione disneyana, soprattutto cartonistica, non può disconoscere come la visione di Walt Disney lo fosse cristiano nel profondo e che se è possibile scorgere un messaggio nella sua arte, sta proprio nell'osservanza di Valori morali, per difendere i quali aveva abbracciato una dura battaglia con le corporations hollywoodiane.
Ordine, pace, serenità, bontà d'animo, nobiltà di sentimenti... questo ha rappresentato il marchio Disney in tutto il mondo e questo è ciò che ancora rappresenta per i bambini che crescono con La Casa di Topolino e con i cartoni immortali del passato.
In Walt Disney il Male è sempre presente in forma visibile e distinto dal Bene. L'Ordine viene costantemente messo in pericolo, ma alla fine trionfa. Come le fiabe dei Fratelli Grimm che si concludevano del resto con l'immancabile frase: E vissero felici e contenti.
Oggi la società è cambiata e anche la Disney è cambiata. Ma nonostante il politically Correct rimane pur sempre un baluardo di questi Valori forti che alcuni definiscono falsi e conformistici ma che son pur quelli sui quali la nostra civiltà ha retto per secoli e si regge ancora.
C'è sempre stata una profonda differenza, non solo di stle, fra la Disney e la Warner Bros. E' la distanza che passa tra la riverenza e l'irriverenza. Tra l'ideale che muove Le Cronache di Narnia e quello che invece ha dato vita a opere sul genere di Shreck.
Per questo motivo mi sarei augurato che la Disney italia prestasse più attenzione a quella parte di società che ancora crede in questo ruolo morale della produzione disneyana. Che la sceglie non solo e non tanto perchè Paperino è un simpatico scansafatiche, ma perchè vorrebbe vedere crescere i propri figli sulla base di contenuti che considera irrinunciabili per una retta formazione. Walt Disney li ha assicurati per tanto tempo, chi lo ha profondamente amato vorrebbe che il suo lascito venisse da altri rispettato e consolidato.