Beh, un nostro diritto - per alcuni è un compito - è quello di scandagliare la personalità di un artista amato, no?
Se per te il gossip si chiama "scandagliare la personalità", fa' pure.
Semmai sarebbero bugiardi Art Babbitt (ma allora perché non dovrebbero esserlo i sostenitori di Disney) e gli altri suoi collaboratori che si sono prestati a varie interviste negli anni.
Marc Eliot è stato sempre lapidato; nel suo libro riporta fonti verificabili da dove ha preso le notizie, che doveva fare di più?
Intanto, solo una parte delle affermazioni è supportato da dichiarazioni di collaboratori di Disney, molte sono senza fonte o "citano" fonti generiche e non verificabili (cose come "una volta un suo animatore lo sentì dire che...").
In secondo luogo, molti animatori intervistati in tarda età, e Babbit tra questi, si sono dimostrati, una volta che le loro dichiarazioni sono state passate al vaglio di ricerche accurate, fonti non completamente affidabili (e sì, questo vale anche per "i sostenitori di Disney").
Michael Barrier, che ha intervistato Babbit più volte, scrive così:
Babbitt's comments about his 1942 suit against Disney, for bonuses he claimed he was due for work on Pinocchio and other cartoons, must be taken with a large grain of salt. Babbitt lost that suit, and the language of Judge John Gee Clark's opinion does not suggest that he was secretly sympathetic to Babbitt. In fact, Clark found that Babbitt owed $216.74 to Walt Disney Productions. (Babbitt had borrowed $400 from the studio, but part had been repaid from bonuses for his animation on Goofy's Glider.) As the judge noted, no one got bonuses for their work on Pinocchio and Fantasia, because those films lost money.
Babbitt's inflammatory accusation about false time cards is particularly questionable. The surviving records of the case show that it was not Babbit but the Disney studio that submitted time cards as evidence. I suspect that more than forty years of nursing resentments had distorted Babbitt's memories of a particularly painful period in his life. In 1942, he jousted with the Disney studio not just in Superior Court in Los Angeles but also in an acrimonious National Labor Relations Board proceeding. It is probably best to read his comments not as statements of fact, but as reflections of his state of mind.
Il libro di Eliot è oggettivamente inaffidabile, non perché parli male di Disney, ma perché, in base a ricerche serie, molte delle sue affermazioni si sono dimostrate false o molto dubbie.
Eliot è semplicemente uno scrittore scandalistico, neanche lontanamente paragonabile a veri studiosi come Barrier o John Canemaker, i cui scritti hanno alle spalle ricerche scrupolose (e peraltro non si sono mai tirati indietro quando si trattava di raccontare episodi "poco edificanti" riguardanti Disney o chiunque altro).
Ora scusatemi, ma devo prepararmi per la fine del mondo che avverrà nel 2012 (l'ho letto in un libro affidabile e ben documentato di Giacobbo).