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La protesta di Bruno Concina

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Leo .
Sceriffo di Valmitraglia
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    La protesta di Bruno Concina
    Martedì 22 Gen 2008, 18:40:36
    Da afnews segnalo la lettera di protesta di Bruno Concina :
    Citazione
                IMPORTANTE
                     E URGENTISSIMA




    Venezia, 22 gennaio 2008

    ===================================================================================================
    PREGO LA GENTILISSIMA FRANCESCA FAGIOLI DI VOLER CONSEGNARE COPIA DI QUESTA LETTERA AI DOTT. ALESSANDRO BELLONI - MAURO LEPORE - VALENTINA DE POLI - VERONICA DI LISIO - MARINA MIGLIAVACCA, DATO CHE LE E-MAIL LORO INDIRIZZATE MI TORNANO REGOLARMENTE INDIETRO PER "INDIRIZZO EMAIL ERRATO"

    ===============================================================================================================


    Venezia, 21 gennaio 2008


    Carissimi,

    credo di dovervi due righe di spiegazione sul perchè riceverete questa lettera e la seconda, scritta col "copia-incolla" dopo di questa.
        Tutti sappiamo che "Topolino" sta attraversando una grave crisi di vendite, di immagine e di stile dei personaggi addetti a confezionarlo (non uso a caso il termine "confezionarlo").
        Gli amici giornalisti ai quali questa è diretta per conoscenza mi hanno confermato di averne già avuto numerose notizie indirette da varie fonti.
        Tengo a sottolineare con loro e con tutti gli altri ai quali indirizzo queste righe che NESSUNA NOTIZIA MI E' PERVENUTA DA FONTE INTERNA AL GIORNALE,  MA UNICAMENTE DA FONTI ESTERNE BEN INFORMATE. MOTIVO PER IL QUALE NON VIENE  INFRANTO ALCUN  PATTO DI SEGRETEZZA (PERALTRO MAI SOTTOSCRITTO SU QUESTO SPECIFICO ARGOMENTO ED EVENTUALMENTE RIGUARDANTE SOLO NOTIZIE APPRESE ALL'INTERNO DEL GIORNALE) NE' MIO PERSONALE NE' DI ALCUN ALTRO, DATO CHE SI TRATTA DI DATI NORMALMENTE CONOSCIUTI E ALTRETTANTO "NORMALMENTE" TACIUTI.

       Sembra esista una giacenza di Tavole disegnate da pubblicare (e nemmeno questo è un "segreto" interno alla redazione) che ha reso necessario ridurre drasticamente il lavoro assegnato ai collaboratori esterni. Che sono sempre stati molto più che "collaboratori esterni", ma la vera spina dorsale, la struttura portante del giornale. Siamo stati noi, cioè, a "fare grande" "Topolino", e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Questo comporterebbe un minimo di lealtà da parte di chi è chiamato a confezionarlo. Un minimo di TEMPESTIVA informazione che è venuta completamente a mancare.

        E' in corso una drastica riduzione del lavoro per i collaboratori esterni, molti dei quali, come me, si sono dedicati esclusivamente alla Disney e con i proventi (sordidamente tirchi) derivanti dal loro lavoro campano con le loro famiglie. Qualcuno, fiutato il vento infido, ha già trovato un secondo lavoro come CAMERIERE, altri emigrano con armi, bagagli e famiglia verso la Francia, altri ancora attendono o attendevano fedeli che la crisi si risolvesse, fedeli al loro posto: come avevo fatto io.

        Poichè scrivo questa lettera a titolo personale, sarà bene dica due parole di presentazione su di me:

    1)   collaboratore da TRENTA ANNI E ALCUNI MESI delle riviste Disney
    2)   più di seicento storie scritte per le varie testate (sono forse settecento, ma voglio peccare per difetto)
    3)   inventore delle "storie a bivi", unica vera novità apparsa sul panorama del fumetto mondiale dalla sua prima uscita
    4)   inventore della serie "Macchina del tempo" (contemporaneamente ma del tutto autonomamente dall'altro inventore Giorgio Pezzin,       una delle migliori penne della Disney, andatosene ormai da tempo, disgustato per il modo in cui veniva trattato)
    5)   inventore dei "DUCKIS", delle "MAGNIFICHE QUATTRO" e di altri personaggi ancora
    6)   traduttore di fumetti Disney dall'americano (periodo durato non meno di due anni)
    7)   conferimento della "COPERTINA D'ARGENTO" per la mia carriera di sceneggiatore disneyano (massima onorificenza che
          attribuiva all'epoca la Disney), il secondo anno della creazione, subito dopo il conferimento della stessa al più grande sceneggiatore
          disneyano mondiale Romano Scarpa.

        Questo per fornire una breve panoramica delle mie attività presso la Disney.

        Fedele alla Disney fino all'idiozia (mia), ho accettato di non avere alcun aumento di retribuzione (misera) negli ultimi cinque anni. Quello che contava era fare un lavoro ben fatto, al meglio delle mie possibilità, sia per amore dei personaggi sia per l'amore di questa azienda matrigna che non vi corrispondeva con altrettanta lealtà.

        Una larga parte di noi ricorderà bene che, nella prima riunione che segnò il passaggio dalla gestione Mondadori all'assunzione in prima persona della Disney, l'allora Presidente Bertini (presente il Direttore Generale Virri) ci promise una PERCENTUALE SU OGNI SINGOLA RISTAMPA O TRADUZIONE ALL'ESTERO del lavoro da noi svolto. Esistono in vita almeno dieci persone in grado di testimoniarlo e, a richiesta precisa e netta dello scrivente sempre nel corso della stessa riunione, tale dato venne confermato.
        Promessa che si rivelò poi del tutto infondata e che l'allora Presidente e Direttore Generale Umberto Virri negò, seccatissimo, fosse mai stata fatta, dandoci dei "bugiardi". Lascio a voi giudicare chi fosse "bugiardo".
    .

        Dopo lunghe lotte, ci venne concesso un miserabile 5% pagato a dicembre sulla quantità di lavoro svolto nel corso dell'anno. Un secondo contratto, due anni dopo, annullava anche questa concessione che sembrava quasi una carità.

        Quando chiesi un aumento, dicendo che mi sarei accontentato anche di £ 3.000 "simboliche" a pagina, il responsabile dell'epoca (di cui, per discrezione, non dico il nome) mi disse che avrebbe considerato offensivo offrire "a una persona del mio valore" un tale ridicolo aumento. Evidentemente dimenticava che l'ultimo aumento era stato esattamente della stessa cifra.

        Caricati di tutti i doveri: proporre e portare a termine un lavoro di ottima qualità...privati di qualsiasi diritto, se non quello di ricevere un piatto di ceramica a Natale.

        Sollecitati a lavorare intensamente (basterà chiederne conferma al Direttore dell'epoca, di cui mi riservo su richiesta di fare il nome), stroncati nella produzione nei periodi di giacenze eccessive.

        BENE! Comunque, il prodotto era ottimo...almeno fino a quando non ci si aggrappò ai computer, affermando ad esempio che "una storia simile era uscita negli anni '50". Si lavorava con passione e non solo per portare a casa la pagnotta...certo anche per quella. Ma più ancora per l'entusiasmo e un certo clima di simpatia che girava per la redazione.

        Poi cominciarono ad apparire fatti sorprendenti.
        Un mio soggetto venne approvato con DICIOTTO correzioni che lo snaturavano, svilivano, distruggevano...e che per motivi deontologici non volli fare. Lo stesso soggetto, parlandone tre mesi dopo con l'addetta alla supervisione, Dott.ssa Barbara Schwartz, passò SENZA ALCUNA CORREZIONE. Cioè, i DICIOTTO punti "fondamentali" corretti vennero tutti annullati e potei stendere la sceneggiatura come l'avevo prevista in origine.
        Una storia natalizia di 36 (trentasei) pagine venne bocciata per UNA vignetta. Parlandone con la Direttrice Muci che non la ricordava, la storia la entusiasmò e ricordò di averla bocciata lei stessa PER QUELLA SINGOLA VIGNETTA. Le feci presente che una vignetta su trentasei pagine era meno di zero e che bastava cambiare quella. Approvò e la storia venne sceneggiata come l'avevo proposta, senza alcuna modifica a parte quella sciagurata vignetta.
        Altri fatti? Critica di un soggetto dicendo che una cosa "era impossibile farla perchè il protocollo la impediva rigidamente". Rimandato il giornalista a una storia precedente in cui avveniva un fatto analogo ottenni come risposta...un costernato silenzio telefonico.
        Ma i fatti si sprecano e per ricordarli tutti servirebbe un'enciclopedia.

      
    « Ultima modifica: Martedì 22 Gen 2008, 18:41:17 da LPSO »

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      Re: La protesta di Bruno Concina
      Risposta #1: Martedì 22 Gen 2008, 18:42:26
      Citazione
         E qui arriviamo al punto più divertente. Nell'assegnazione della quantità di storie realizzabili da gennaio a ottobre, vagliando la situazione dei singoli autori, a questa persona che scrive ("Copertina d'Argento", sei-settecento sceneggiature prodotte e TUTTE pubblicate meno quelle ancora giacenti), quante ne vennero assegnate? Dieci? Nove? Otto? Valutavo, data la crisi, un numero dalle cinque alle sei, anche avendo sentito altri numeri di storie assegnate a colleghi. Beh, mi fu comunicato che me ne venivano elargite DUE!

          Una carità pelosa, come diciamo a Venezia, una deliberata provocazione o un insulto?

          Si fosse trattato di attendere anche mesi senza lavorare, avrei potuto accettarlo. Essere trattato come l'ultima pezza da piedi, un povero vecchio cane tignoso, no.

          Tuttavia possiedo un mio stile. Con la stessa gentilezza (stavo parlando con una persona educata e gentile, un amico imbarazzato per quanto mi stava dicendo e che era solo un portavoce) con cui le due storie mi venivano offerte, le rifiutai con la lettera che tra poco seguirà.

          Perchè, allora, dopo il tono che spero troverete impeccabile della mia prima lettera, i toni aspri di questa? Perchè quei "signori", pronti a chiamarti quando avevano bisogno di te, non avvertirono neppure il dovere morale di una telefonata di ringraziamento per TRENTA anni di attività costante, fedele e di ottima qualità (e questo non me lo dico da me, ma lo affermarono loro nel conferimento di quella ormai famosa "Copertina d'Argento", ora sostituita da orribili topi verniciati di giallo).

          I miei colleghi sceneggiatori sono sparsi per tutta Italia. Venezia, Roma, Napoli, Milano, Torino, La Spezia eccetera. Siamo una categoria disunita per necessità logistica, non certo per affiatamento e amicizia. Io dico loro: alcuni dei partecipanti a quella prima riunione ci hanno purtroppo lasciato per un mondo migliore (speriamo lo sia, almeno). Ma restiamo ancora in numero sufficiente (una quindicina) per poter testimoniare che alla prima riunione ci venne offerta una percentuale SU TUTTO IL VENDUTO IN RISTAMPA E SU TUTTE LE TRADUZIONI ALL'ESTERO. La testimonianza di ALMENO OTTO PERSONE E' VALIDA PER CONFERMARE UN CONTRATTO NON SCRITTO? E DICO OTTO PERSONE, PERCHE' SICURAMENTE QUALCUNO NON VORRA' METTERE IN PERICOLO IL SUO ORTICELLO O QUELL'OSSO CHE GLI VIENE ANCORA BENEVOLMENTE BUTTATO SOTTO IL TAVOLO E CHE SI PRECIPITA AD AZZANNARE. COSA DICE LA LEGGE IN PROPOSITO? VALE LA PAROLA DI OTTO-DIECI PERSONE CONTRO QUELLA DI DUE O FORSE DI UNA SOLA? UN CONTRATTO VERBALE, RIPETUTO E CONFERMATO SU RICHIESTA ESPLICITA DELLO SCRIVENTE, VALE QUANTO UN CONTRATTO SCRITTO O LE PAROLE SONO SOLO FLATUS VOCIS PRIVE DI SIGNIFICATO?

          Odio le rivolte. Ma se mai ce ne fu una di sacrosanta, è questa. Venne mancato alla parola data, siamo stati adoperati come oggetti quando occorreva ed ora trattati con supponente degnazione...anzi  NON trattati, dal momento che  non siamo nemmeno degnati di una risposta.

          Mi dice una fonte bene informata che la mia precedente lettera (che leggerete tra poco) non è stata l'unica. E che è in atto una "simpatica" e ipocrita congiura del silenzio. O dello struzzo: non vedo, quindi questo non esiste. Molto carino. Per questo, ingenuamente ma non troppo, ho indirizzato la prima lettera a quindici persone: pensavo che fosse difficile far sparire quindici lettere. Accipicchia, come sono ingenuo! Per questo, meno ingenuamente, ne informo adesso anche la stampa. Il "muro di gomma" è destinato a crollare, finalmente. Vediamo un po' se finalmente saremo giudicati degni di almeno un rigo di risposta o di una telefonata.

          Una buona scusa? La direttrice di "Topolino", Valentina de Poli era a casa influenzata. Giustissimo e me ne dispiace. Tuttavia il giornale viene pubblicato ugualmente. Esistono altre figure che lo mandano avanti. Come mai NESSUNO di costoro ha sentito il bisogno di rispondere con una telefonata o una riga di email alla mia lettera?

          Era una lettera gentile, che NIENTE chiedeva e non muoveva ALCUNA LAMENTELA. Vedere che nemmeno la cortesia, la gentilezza, l'umana comprensione contano minimamente, mi ha indotto a scrivere questa, che spero sia abbastanza dura per risvegliare qualcuno.

          Ecco, comunque, copia della prima lettera da me indirizzata a QUINDICI persone della Disney. Dal Direttore Generale Publishing al Direttore Divisione Periodici, alla Direttrice (che purtroppo mi dicono influenzata e alla quale faccio i più sinceri auguri), al Vicedirettore, a due Caporedattori, a due Caposervizio e a giornalisti vari. O forse in Via Sandri c'era un'epidemia generale d'influenza da "gommite" (= muro di gomma)?



      -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


      LA PRIMA LETTERA

      ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

                                                                     IMPORTANTE



      Venezia, 17 dicembre 2008


      Cara Valentina,

      ho parlato oggi con Stefano Petruccelli. Come sempre è stato gentilissimo: è una persona che stimo molto, oltre che per la sua educazione e intelligenza, anche per la sua serietà professionale.

          Stefano mi ha detto che, da oggi a tutto ottobre, mi sono state assegnate due storie. Sinceramente, mi sono messo a ridere al telefono.

          Capisco chiaramente che ormai a "Topolino" si nutre poca stima di me. Un grande disegnatore Disney (non faccio il nome per correttezza) ha detto una volta parlando di un altro grandissimo disegnatore (Romano Scarpa): "Non si può restare maestri per tutta la vita".
          Parole sante.
          Ti prego di credermi, quando ti dico che ti scrivo con l'affetto e la sincerità di sempre. Io ti voglio bene fin da quando eri quasi una bambina in segreteria e ti hanno rubato la borsetta in Sardegna, ricordi? Ci siamo stretti tutti attorno a te, solidali, ed Elisa è andata a comprarti una borsa nuova.
          NO, non ti preoccupare, puoi leggere serenamente, in questa lettera non ti chiedo niente: anzi, regalo.
          Vedi, cara Valentina, io sono un guerriero e sono abituato a battermi con le armi che mi trovo in mano. Fossi un giocatore di carte (non lo sono, per fortuna), giocherei con quelle che mi danno e seguendo le regole del gioco. Se le regole non mi andassero, mica pretenderei di cambiarle a mio favore: mi alzerei dal tavolo e me ne andrei, semplicemente.
          Quindi non nutro assolutamente nessun rancore (che sarebbe ridicolo), ma solo sincera amicizia e comprensione per te e il tuo difficile ruolo.

          Io, alla Disney, sono stato per un lungo periodo una Superstar (lasciamo perdere, per una volta, la falsa modestia). Non ti faccio un elenco del premio, delle mie invenzioni, dei personaggi nuovi, di storie che appaiono sulle antologie scolastiche...di tutto.

          Però, buttare un osso guasto a un cane che attende mendicando sotto il tavolo di un banchetto, con due pezzetti di nervo attaccati... beh, non è il mio ruolo e nel mio carattere.

          Forse avrete pensato: "Questo poveraccio ha lavorato per trent'anni e mezzo per noi, diamogli una caramella!". O forse, più sottilmente: "Quando vede l'offerta offensiva che gli facciamo, se ne va per conto proprio!". O forse, a calcoli fatti, restavano solamente due storie per me?

          Comunque, mi dispiace, ma non posso accettare. Sai, siamo lontani da Milano (252 km per l'esattezza) ma tra noi le notizie corrono e so quante storie sono state assegnate ad alcuni miei colleghi. Indubbiamente varranno più di me.
          Ma non era forse più dignitoso da parte vostra (scusami, non vi sto giudicando, esprimo solo una considerazione) dirmi che non servo più, come avete fatto con Lino Gorlero?


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        Re: La protesta di Bruno Concina
        Risposta #2: Martedì 22 Gen 2008, 18:45:14
        Citazione

            Vedi, cara Valentina, io sono povero: ho due paia di scarpe, due jeans (uno estivo e uno invernale, ma pulitissimi, li lavo molto spesso) e un paio di vestiti che non mi vanno più bene perchè sono ingrassato. Però mi chiamo Bruno Concina. E nessun Concina, almeno fino ad oggi, ha mai chiesto o accettato la carità. Forse io sarò il primo. C'è sempre una prima volta.

            Non mi sembra il caso che io venga da te a Milano a supplicare, a mostrarti le bollette del gas, ad avere malori (come capitò qualche anno fa a un mio collega). Cosa potremmo dirci su questi punti? Certo, avrei piacere di vederti e salutarti di persona...ma il biglietto per Milano costa ormai più di quanto io possa permettermi di spendere. Smetterò di fumare, non comprerò più quotidiani, insomma spero che in qualche modo un panino e due fettine di mortadella non mi mancheranno.

            Con la stessa gentilezza con cui Stefano mi ha offerto le due storie, le rimetto nelle tue mani. Penso che i miei ex colleghi saranno felici di avere un po' di lavoro in più.

            Non è che mi si offrano molte alternative al lavoro con voi, lo sai bene. Ma non posso, per decoro personale, accettare un'offerta simile.

            E adesso che la parte commerciale è terminata, posso finalmente dirti che ti voglio bene. Tuo


                                                                                                Bruno

        -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

            
           Ritengo fosse una lettera cortese e, più che cortese, addirittura gentile per una persona che si vede presa per i fondelli e che, DOPO TRENT'ANNI di attività si vede frustrata, umiliata, presa in giro da un'offerta inaccettabile da qualsiasi punto di vista. Era talmente compromettente darle una risposta? Era così pericoloso, tanto da far temere di rischiare la scrivania? O si aspettava il ritorno della direttrice (mi dicono influenzata) per sollevare il telefono e chiamarmi? Ho TRE telefoni: casa, studio, cellulare. Sono reperibile in qualsiasi ora del giorno e della notte. Non si chiedeva nulla di più di un gesto cortese, davanti a un rifiuto necessariamente indispensabile per non abbassarmi al rango di chi mi faceva una simile proposta che oserei definire "oscena".

            Ed è tutto. Stavolta non aspetto risposte: non mi interessano. Tuttavia ritengo che sia indispensabile che noi, sceneggiatori e disegnatori, tutti uniti, ci coalizziamo in un unico gruppo per ottenere quanto ci spetta di diritto per promessa formale. Le famose percentuali su ristampe e traduzioni, prima affermate solennemente e poi negate con un motto di stizza, sufficienza, arroganza dal Presidente e Direttore Generale Dott. Umberto Virri.

            Cordiali saluti.


             E, a differenza di altre persone, dato che non possiedo scrivanie dalle quali temo mi si si voglia staccare a forza, mi firmo


                                                                                 Bruno Concina


        Telefoni

        casa      ... (omissis nella versione web per privacy)
        studio    ... (omissis nella versione web per privacy)
        cell     ... (omissis nella versione web per privacy)

            I miei numeri di telefono dovrebbero essere tanto conosciuti da non doverli segnare, ma con gente che ha la memoria corta è sempre bene riscriverli.

        Per altre informazioni rimando ad afnews : http://www.afnews.info/public/afnews/news/newsitem1200994884,48406,.htm .



        Commenti: che altro c'è da dire, la lettera parla chiaro e quale trattamento è riservato a chi si fa un mazzo così per tutta una vita dando tanto al mondo Disney, ma le cause sono molteplici e difficilmente individuabili, ma sicuramente non imputabili tutte alla "casa madre"...
        « Ultima modifica: Martedì 22 Gen 2008, 23:05:13 da LPSO »

          Re: La protesta di Bruno Concina
          Risposta #3: Martedì 22 Gen 2008, 19:33:56
          Negli ultimi anni i segnali del genere sono stati ormai troppo frequenti, per cui è facile pensare che la direzione degli eventi sia questa. Però in questi casi l'ideale è sentire più versioni, anche dalla parte avversa, non certo per spettegolare o prendere posizione, ma per avere un'idea più chiara della situazione: perché è interessante, ma soprattutto perché ci si rende conto di quanto siano cambiati i tempi, confrontando ad esempio i rapporti tra autori e azienda nelle varie epoche. Proprio ora mi sto rileggendo un po' tutte le schede degli autori Disney redatte da Becattini nel volume "I Disney Italiani" e la differenza si percepisce eccome.

            Re: La protesta di Bruno Concina
            Risposta #4: Martedì 22 Gen 2008, 20:13:49
            Citazione
            E DICO OTTO PERSONE, PERCHE' SICURAMENTE QUALCUNO NON VORRA' METTERE IN PERICOLO IL SUO ORTICELLO O QUELL'OSSO CHE GLI VIENE ANCORA BENEVOLMENTE BUTTATO SOTTO IL TAVOLO E CHE SI PRECIPITA AD AZZANNARE.

            ...senza ripetere il commento di LPSO,

            Complimenti per il coraggio di farsi avanti, Concina!!
            - Abbiamo bruciato i villaggi, distrutto i raccolti, imprigionato la popolazione e minato il pianeta, signore
            - Incapaci! Avevo detto nessuna pietà!
            [PKNA - Frammenti d'Autunno]

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              Risposta #5: Martedì 22 Gen 2008, 20:50:00
              solidarietà a Concina.....
              temo che, per quanti sforzi possa fare, non potrò mai diventare famoso! - Paperino

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                Re: La protesta di Bruno Concina
                Risposta #6: Martedì 22 Gen 2008, 22:05:47
                Concina è un Uomo coraggioso e una persona seria. Mi è sempre piaciuto leggerlo come autore, mi è piaciuto ora leggerlo come uomo offeso ma non avvilito.

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                  Re: La protesta di Bruno Concina
                  Risposta #7: Mercoledì 23 Gen 2008, 09:50:10
                  Solidarietà al grande autore Bruno Concina.
                  "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

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                    Re: La protesta di Bruno Concina
                    Risposta #8: Mercoledì 23 Gen 2008, 11:07:23
                    Negli ultimi anni i segnali del genere sono stati ormai troppo frequenti, per cui è facile pensare che la direzione degli eventi sia questa. Però in questi casi l'ideale è sentire più versioni, anche dalla parte avversa, non certo per spettegolare o prendere posizione, ma per avere un'idea più chiara della situazione: perché è interessante, ma soprattutto perché ci si rende conto di quanto siano cambiati i tempi, confrontando ad esempio i rapporti tra autori e azienda nelle varie epoche. Proprio ora mi sto rileggendo un po' tutte le schede degli autori Disney redatte da Becattini nel volume "I Disney Italiani" e la differenza si percepisce eccome.

                    Certo, Gentilini e Capelli ovviamente facevano l'interesse dell'azienda ma erano persone anche corrette e rispettabili, oltre che competenti e infaticabili[come racconta Chendi nel suo libro, quando Capelli andò in pensione quattro persone (!) presero il suo posto in nuovi ruoli creati all'uopo]. Gli attuali passacarte non meritano un minimo di considerazione, così come non lo merita l'azienda nel suo complesso..... >:(

                    Ovviamente Bruno Concina, che ha dimostrato grande dignità in questa vicenda, ha tutto il mio rispetto e solidarietà, un autore del suo calibro spero non abbia problemi a "riposizionarsi" nel mercato francese o presso un editore italiano rispettabile e degno della sua fiducia.
                    « Ultima modifica: Mercoledì 23 Gen 2008, 11:12:34 da Pk »

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                      Re: La protesta di Bruno Concina
                      Risposta #9: Mercoledì 23 Gen 2008, 11:22:38
                      non ho motivo per dubitare di quanto scrive Concina... i fatti, l'andazzo che negli ultimi anni ha preso il Topo, parlano da sé

                      se questo è il trattamento riservato ad autori storici, che hanno fatto la fortuna del Disney made in Italy...  :-X

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                        Re: La protesta di Bruno Concina
                        Risposta #10: Mercoledì 23 Gen 2008, 13:45:13
                        Un paio di frasi per commentare questa vicenda.
                        Sicuramente sono cose che si sapevano già, in gran parte. Le modalità di lavoro dei collaboratori esterni (sceneggiaotri/disengatori) si sapevano, si sapeva che è un lavoro a tempo indeterminato. Questa lettera aperta apre gli occhi una volta di più su questa vita, che spesso noi dimentichiamo. Noi lettori, intendo.
                        Molti di quelli che leggono fumetti e che sono sollazzatori o paperseriani aspirerebbero un giorno a far sognare altri giovani lettori come ad oggi hanno fatto i Grandi del fumetto Disney muovendo Paperi e Topi. Ma qualcuno già disse sul Papersera che è quasi impossibile fare delle sceneggiature il prprio sostentamenti di vita. Che è quello che mi dicono anche quando dico che vorrei fare lo scrittore professionista.
                        Ora, certo Bruno Concina - colonna portante delle sceneggiature Disney, che ha avuto e ha molti meriti in questo campo, che dalle sue sceneggiature dimostra di essere persone intelligente - sapeva come andavano le cose. Con o senza tirare in ballo la vituperata crisi del fumetto.
                        Forse però non si aspettava un decurtamento di lavoro tanto drastico. Forse si apsettava più xomprensione, più rispetto, di più. Quel di più non gli è stato dato. Allora ha dimostrato ancora intelligenza scrivendo la prima lettera, per cercare di capire i perchè che lui non vedeva.
                        Qui l'errore della Disney, che non ha risposto. Qui il gesto drastico di Concina della lettera aperta. Appena l'ho letta ho pensato anc'io che fosse una bomba, forse invece non lo sarà. Semplicemente ribadisce un modus operandi già noto, più o meno, e di certo ci fa simpatizzare per Concina assurto a simbolo di molti altri come lui, lui a maggior ragione perchè in Dinsey da anni e anni. Ma non credo che la Disney soffra di questo. La cassa di risonanza di questa lettera sarà limitata agli amanti del fumetto, farà pensare un po' male della Disney perchè non risponde a una mail cortese di chi non è il primo venuto, ma niente di più. Che la De Poli risponda o no alla nuova lettera, il risultato porobabilemnte non cambierà.
                        E in fondo, un tempo si diceva che i poeti erano poveri. Oggi lo sono anche gli sceneggiatori Disney.
                        Di certo c'è tutta la mia stima e la mia solidarietà a Concina, uomo che mi sembra ormai disilluso vesro l'azienda che sforna i personaggi che lui tanto ama.
                        Ah, no, no,scusate, chi sfornma quei personaggi sono gli autori, non l'azienda. Be', ma allora c'è in programma uno sciopero come quello degli sceneggiatori delle serie TV USA? Forse sì, forse no...
                        Per Concina, gli auguro ovviamenti tutto il bene possibile per il suo avvenire, sperando che possa superare questo momento di frustrazione e incazzatura.
                        Per la situazione... mah, incasinata, ma non diversa da quella di altri lavorui diversissimi. Purtroppo. Chiamatela flessibilità o precariato, ma è così.

                          Re: La protesta di Bruno Concina
                          Risposta #11: Mercoledì 23 Gen 2008, 14:05:45
                          Se la situazione va avanti così prima o poi (spero, e penso speri anche gente come Concina) che qualcuno getterà la goccia che fa traboccare il vaso, con uno sciopero magari...
                          - Abbiamo bruciato i villaggi, distrutto i raccolti, imprigionato la popolazione e minato il pianeta, signore
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                            Re: La protesta di Bruno Concina
                            Risposta #12: Mercoledì 23 Gen 2008, 14:06:03
                            Sono le parole di un uomo incazzato.

                            Non conoscendo ciò che è al di fuori delle lettere in sé, più di quel tanto non dirò.

                            Ma, partendo dal presupposto che abbia dichiarato la verità (io ho sempre il beneficio del dubbio, picchiatemi pure) dirò poche cose.

                            Un libero professionista, come uno sceneggiatore di fumetto, dovrebbe lavorare per più testate per avere una maggior sicurezza lavorativa. E' un libero professionista. Se un'agenzia (la Disney) va male doveva già trovare delle strade alternative. Fermo restando che apprezzo l'opera fumettistica di Concina. Ma in certi punti sembra che non sappia far altro che sceneggiare in Disney.

                            Sul contratto. La laurea in giurisprudenza è propria di Warren, quindi se dico boiate mi corregga lui illimitatamente (o chi sa le cose).
                            Un contratto è, in genere e a grandi linee, un accordo tra parti che convergono.
                            Stando ai fatti citati da Concina, Bertini propose una quota sulle ristampe e dieci artisti la accettarono.
                            Perché non fu messo nero su bianco subito?
                            La parola può aver valore giuridico, ma credo che ora solo strumenti come la confessione in tribunale di tutte le parti possa aver valore giuridico.

                            Anzi, credo che dicendo certe cose di vita privata sulla DePoli possa anche cadere sulla violazione della privacy se non diffamazione sulla Disney se nulla sia vero o tutto inesatto (o parzialmente).

                            Internet ha contagiato troppo.
                            O vie legali o silenzio.
                            Il polverone lo lasciamo a Biscardi.
                            A già, siamo italiani.

                            « Ultima modifica: Mercoledì 23 Gen 2008, 14:11:00 da Samuele »

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                              Re: La protesta di Bruno Concina
                              Risposta #13: Mercoledì 23 Gen 2008, 14:17:04
                              Be', ma allora c'è in programma uno sciopero come quello degli sceneggiatori delle serie TV USA? Forse sì, forse no...

                              direi di no, se no uno che mangia mentre sciopera?

                              però sempre di più potrebbero iniziare a guardarsi intorno e pensare di affrontare nuove sfide e nuovi progetti, in altri mercati magari... è ora di dare una bella svegliata a questa gente, certi diritti degli autori andrebbero riconosciuti (come già fanno i vari Bonelli, DC, Marvel etc)
                              "Remember: when people tell you something's wrong or doesn't work for them, they are almost always right. When they tell you exactly what they think is wrong and how to fix it, they are almost always wrong." - NG

                                Re: La protesta di Bruno Concina
                                Risposta #14: Mercoledì 23 Gen 2008, 14:24:17
                                Per curiosità, negli altri stati (ma anche come dici tu Everett nelle altre case) come se la passano gli autori?

                                Di recente afNews aveva pubblicato una tabella con gli stipendi degli stipendiati Disney americani...
                                - Abbiamo bruciato i villaggi, distrutto i raccolti, imprigionato la popolazione e minato il pianeta, signore
                                - Incapaci! Avevo detto nessuna pietà!
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