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Transmetropolitan

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Bramo
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PolliceSu
    Transmetropolitan
    Sabato 7 Apr 2012, 23:58:30
    Transmetropolitan # 1 - Di nuovo nella mischia (Warren Ellis/Darick Robertson)



    Da fine gennaio la RW-Lion ha distribuito il primo volumetto di Transmetropolitan, serie Vertigo iniziata nel 1997 e ideata da Warren Ellis (Authority, Planetary). E finalmente al Cartoomics sono riuscito a pigliarmelo, pure in versione cover variant!

    Iniziamo col dire che mi sono appassionato in maniera efferata ed esagerata a Transmetropolitan. Già che il protagonista fosse un giornalista, vista la mia passione per la categoria e l'ambiente, mi metteva in buona predisposizione d'animo. Ma questa caratteristica potrei dire che è solo il "la" per tutto quel che di ottimo propongono questi primi episodi!
    Non si può non cominciare lodando la figura di Spider Jerusalem: il protagonista della serie rappresenta la motivazione per la stessa, dal momento che col suo carisma, il suo cinismo, il suo sguardo disincantato verso il mondo e le sue velleità da raddrizzatore di torti, non è solo il personaggio principale ma è l'essenza stessa di tutto il fumetto, rappresenta quello che condanna, il perchè lo condanna e lo fa con uno stile cazzaro e determinato, estremo e incisivo. Leggete questa descrizione applicandola a Spider e applicandola alla serie e vedrete che funzione in entrambi i sensi.
    La figura di un giornalista anticonformista, estremo, ironico/satirico, decisamente pazzo e perlopiù fatto, con una vena creativa formidabile e un grande senso della moralità e della giustizia a suo parere cestinate dalla società... è semplicemente un modello narrativo vincente, che funziona e ha facile presa sul lettore appena un attimo attento a certe tematiche.
    Perchè anche con l'ambientazione futuristica, è indubbio che le critiche lanciate da Spider al lassismo della società e alla sua dissoluzione sono perfettamente additabili alla nostra realtà attuale.

    Ed in definitiva io, da giovane rockettaro con uno straccio di voglia di onestà addosso e con un certo disprezzo per come certi atteggiamenti siano sempre più diffusi e veicolati anche e soprattutto ad alti livelli e dai posti di potere (che sia polito, sociale, mediatico), non posso che esaltarmi all'ennesima potenza quando Spider Jerusalem scrive un pezzo sulla guerriglia urbana tra polizia e un gruppo di "diversi" direttamente dal cuore dell'azione e smascherando intrighi sordidi; o quando affronta il presidente in un bagno pubblico; o quando tenta di sopravvivere ai talk show-merda televisivi, o infine quando vuole smascherare tutte le finte religioni che imperversano.

    In ognuna di queste situazioni il protagonista si trasforma in tante piccole schegge impazzite che si muovono con aria beffarda in mezzo a tutto lo sporco che ci circonda, lo disprezzano e ci sputano addosso.
    Perchè Spider Jerusalem incarna lo spirito del vero giornalista: non quello che scrive e basta, ma quello che attraverso la sua scrittura vuole cambiare quello che non va nel mondo che lo circonda. Ed io lo amo per questo.

    Ottima l'idea di affiancargli, ad un certo punto, una giovane assistente, Channon, che ben si amalgama alla figura estrema di Spider.
    Le citazioni a Watchmen e a Preacher, poi, impreziosiscono il tutto.

    I disegni di Darick Robertson sono davvero fantastici! Costituiscono una buona parte dell'esaltazione provata, infatti riescono con il loro segno fresco e pulito ad essere dettagliati nel mostrare l'estetica del protagonista, decisamente iconico, ma anche gli ambienti futuristici che sono davvero interessanti e graficamente molto suggestivi.

    L'edizione Lion, a parte le tavole tagliate ai bordi che sono effettivamente una cosa poco simpatica, per il resto mi pare molto buona: copertina con alette, introduzione di Garth Ennis molto sentita, e in fondo al volume un pezzo molto interessante sul periodo storico in cui è nata la serie e su alcuni aspetti della stessa, scritto dal bravo Riccardo Corbò che all'interno del TG3 Web sta facendo belle cose riguardo al fumetto.

    Meno male che fra poco esce già il secondo volume!

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    piccolobush
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      Re: Transmetropolitan
      Risposta #1: Domenica 8 Apr 2012, 08:49:07
      Quoto tutto, transmetropolitan stramerita ;)

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      Bramo
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        Re: Transmetropolitan
        Risposta #2: Domenica 27 Mag 2012, 23:04:55
        Transmetropolitan # 2 - Brama di vivere (Warren Ellis/Darick Robertson)



        Spider Jerusalem si conferma in questo secondo volume come uno dei personaggi migliori della narrativa fumettistica da me incontrati.
        Il cinico giornalista che abbiamo già avuto modo di conoscere nei primissimi episodi prosegue il suo tentativo di ambientarsi nuovamente nella grande città, a colpi di articoli al vetriolo e di scostanti visioni della vita. A questo proposito mi ha molto colpito la seconda storia qui presentata, dove Spider praticamente neanche è presente se non tramite le parole del suo pezzo, e tramite di esse assistiamo a un elemento di questo ipotetico futuro che scatena riflessioni non da poco.
        Ma certo, se di dilemmi etici si vuol parlare anche la prima storia non scherza, con quella procedura di download umano che ha risolto il problema su quando un essere umano cessa di essere tale; o la terza avventura, in cui si pone la questione del mantenimento delle culture di ogni popolo.
        Ma sicuramente la storia più articolata e complessa è quella in 3 parti che chiude l'albo, che concentra in sé una quantità di situazioni assurde, terribili e grottesche che da una parte coinvolgono il lettore nella complessità della trama, dall'altro contengono una componente divertente non da poco: la figura del cane poliziotto parlante che l'ha giurata a Spider è da antologia e gestita a mò di tormentone, così come quella del presunto figlio del protagonista, che si è installato nella redazione del giornale.
        Il tutto per un complesso piano che sembra avere a che fare con l'ex moglie di Spider, che si è fatta ibernare anni prima... trovatosi in una trappola più grande di lui, il giornalista dovrà far uso di tutte le sue risorse per riuscire a salvare il culo, come direbbe lui.

        Continua l'impressione più che positiva per questa serie, graziata dai disegni ottimi di Robertson ma soprattutto dagli ottimi dialoghi di Ellis (che nella prosa degli articoli di Spider tira fuori dei pezzi da brivido) e dalle trame affascinanti per come raccontano un futuro distopico mettendo in luce le contraddizioni della società che già oggi si possono riscontrare con facilità.
        A fine volume, un interessante contributo ad opera di Riccardo Corbò: un'intervista fatta a Darick Robertson in cui si parla un po' della serie, del protagonista e di come fatti e tecnologie immaginati nel 1997 per un ipotetico futuro possano apparire credibili oppure no leggendo oggi il fumetto.

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        Bramo
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          Re: Transmetropolitan
          Risposta #3: Sabato 24 Nov 2012, 16:24:49
          Transmetropolitan # 3 - L'anno del bastardo (Warren Ellis/Darick Robertson)



          Capolavoro.
          In senso assoluto?
          Praticamente sì.
          Con questo terzo volume Lion, Transmetropolitan si attesta una lettura che tocca molteplici temi attraverso una narrazione senza remore, freni o mezzi termini. Esattamente come il credo che professa Spider Jerusalem, questo fumetto è l'articolo che ti schiaffa in faccia lo schifo del mondo sotto forma di cronaca politica, è il servizio che disturba la tua digestione all'ora di cena, è quel grido di rivalsa che l'uomo qualunque grida contro un sistema che non solo non lo rappresenta, ma che vuole fotterlo in tutti i modi possibili, dai più banali ai più fantasiosi.
          Spider Jerusalem, novello Rorschach, sentenzia ad un certo punto del terzo volume "La verità. A qualsiasi costo". E il costo sa essere dannatamente elevato per l'etica e per la sanità mentale del protagonista, andando oltre qualsiasi compromesso perché nessun compromesso è accettabile, a meno di non piegarsi alle regole di quello stesso gioco che si vuol condannare.
          "Odio questo post" è il titolo della bellicosa rubrica di Jerusalem, e niente meglio di questa frase rappresenta l'animo di questo turbolento giornalista fattone che ricerca nelle droghe sintetiche che la futuribile società immaginata da Ellis mette a disposizione, una fuga da quel modo che tanto lo disgusta e al contempo una via per rimanervi ancorato cercando di far capire a centinaia di stronzi quello che ogni giorno fanno finta di non vedere.

          Quello che più mi affascina è che a dispetto dell'essere ambientato nel futuro, non ci sono mole differenze con la società attuale. E ovviamente in tale humus un personaggio come Spider Jerusalem non può che essere l'unico eroe possibile: scorretto, moralmente discutibile, dai modi grezzi, ma efficaci per schiaffare in faccia nel modo più chiaro possibile la situazione che vede attorno a sé.
          L'anno del bastardo parla di elezioni in America, ma questo è il pretesto per parlare in senso più ampio di politica, società, rispetto per l'essere umano in quanto tale, in quanto cittadino e in quanto elettore. E' il pretesto per mostrare la faccia sporca dell'ipocrisia, del far finta di niente, del potere per il potere.
          L'anno del bastardo è di gran lunga migliore del secondo volume e perfino migliore del bellissimo volume 1, e personalmente è il momento in cui ho capito che questo fumetto è una delle cose migliori che abbia letto finora.

          Transmetropolitan # 4 - La Nuova Feccia (Warren Ellis/Darick Robertson)



          Spider Jerusalem a mezzo servizio?
          Narrativamente lecito, vista la drammatica conclusione dello scorso volume, che ha preso in contropiede perfino lui.
          Eppure, è magnifico vedere in azione questo giornalista anche nei suoi momenti sottotono: va in giro per la città, fotografa (letteralmente e sotto forma di cronaca) la gente comune, che vive al limite della decenza, che tira a campare, che fa parte delle fasce più sfigate della popolazione... la nuova feccia, appunto, di cui Spider è diventato un po' il faro se non il simbolo, in qualche modo.
          Il mondo è impazzito sotto i colpi del progresso senza remore e della ingordigia e avidità di chi ha in mano il potere e se lo gusta a lunghi sorsi. E Spider inizia a subire questa realtà, al contrario di quanto ha fatto da quando è tornato in pista.
          Almeno fino a quando non gli viene data la possibilità di intervistare il Presidente uscente degli Stati Uniti, da Spider soprannominato "la Bestia": l'episodio migliore del volume è questo scambio di opinioni tra la Bestia e Spider, due visioni diametralmente opposte che però ci mostrano il Presidente sotto una luce leggermente diversa da quella sotto cui lo potevamo vedere fino al volume precedente.
          Warren Ellis è fottutamente bravo nello scrivere quei dialoghi, e il ribaltamento di prospettiva non è nemmeno così marcato, com'è naturale e giusto: d'altro canto, quando Spider intervisterà l'avversario della Bestia, il Sorridente, il lettore avrà in mano il quadro per capire che la merda è da entrambe le parti.
          Ma che solo i cittadini avranno la capacità di scegliere la merda peggiore.

          Questo quarto volume prosegue più che degnamente questa storia di fanta-politica futurista, mostrando sempre più gli intenti della serie e attestandola su un livello qualitativo decisamente alto, soprattutto nei testi e nelle tematiche, ma offrendo anche un comparto grafico eccellente.

            Re: Transmetropolitan
            Risposta #4: Giovedì 17 Gen 2013, 15:33:47
            Confermo ho potuto leggere solo il primo numero ma è indubbiamente una grande storia

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            Bramo
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              Re: Transmetropolitan
              Risposta #5: Lunedì 1 Apr 2013, 11:56:21
              Transmetropolitan #5 - Soli in Città (Warren Ellis/Darick Robertson)



              Dopo la vittoria del Sorridente alle elezioni, evento con il quale si concludeva il precedente volume, uno si poteva aspettare che tale situazione fosse centrale negli sviluppi della trama. Ma Warren Ellis dimostra ancora una volta di essere uno scrittore molto abile, e confeziona un gruppetto di storie che non mettono mai in primo piano il nuovo Presidente, che infatti non compare in questo volume e viene nominato pochissimo, ma la sua assenza è assai ingombrante, visto che pian piano gli effetti dei risultati elettorali si vedono in alcune cose, che possono essere tocchi di atmosfera, malinconia di Spider e stato sociale.
              Per quanto il tutto esploda fragorosamente nelle 3 storie che compongono la miniserie Soli in Città, anche i precedenti albi raccolti in questo quinto volume non sono per niente da dimenticare, con un'unica eccezione: Nati per morire abbandona leggermente la traccia politica ma in compenso fa un bilancio pseudo-filosofico e sadico dell'esistenza umana attraverso un monologo riuscitissimo, mentre Mostrizzando è un irriverente e divertentissimo esempio di come Spider Jerusalem intende il giornalismo d'inchiesta/d'assalto :P 21 giorni in città, invece, mi ha effettivamente un po' annoiato, la struttura a didascalie con splash page ripetute non incide quando potrebbe e risulta tirata per le lunghe, finendo per stufare un po'.
              Ma poi arriva Soli in Città, appunto, e si va alla grande, perché tutta la rabbia e la preoccupazione di Spider, che non sempre vanno di pari passo, si incanala nell'omicidio di un giovane avvenuto per strada, attorno al quale le indagini si muovono in modo inusuale. Ma per vederci chiaro, stavolta il prezzo da pagare è più alto di quello che il nostro giornalista preferito avrebbe mai immaginato. E quanto avviene nelle ultime tavole è uno scacco che lascia Spider di stucco e, forse per la prima volta, davvero spaventato. L'ultima tavola, con quelle vignette piene di pioggia, esemplificano perfettamente, grazie al sempre affascinante stile grafico di Darick Robertson,  lo stato d'animo del protagonista.
              Un altro bellissimo volume, e ormai arrivati a metà dell'opera non posso che dirmi davvero conquistato da questo fumetto: duro, cattivo, spietato, senza compromessi, satirico, politico, di denuncia... una boccata d'aria di fronte al conformismo e al politically correct.
              PS: le immonde assistenti sono sempre più ottime :P

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                Re: Transmetropolitan
                Risposta #6: Lunedì 17 Giu 2013, 13:00:55
                Transmetropolitan #6 - Scavati via (Warren Ellis/Darick Robertson)



                Forse l'apice della serie. E sto parlando di una serie che finora mi ha entusiasmato tanto quasi ad ogni volume.
                Ma qui ben si evidenzia la crisi, già descritta precedentemente: qui si mette bene in chiaro cosa è stato fatto dal potere a Spider Jerusalem. Ed è terribile, nella sua semplicità: si delegittima la persona nel modo più bieco, la si rende personaggio e in questo modo diventa il simpatico cazzone a cui non si può certo dare credito. Una macchietta, e la storia che vede ai disegni guest-star del calibro di Risso e Quitely (giganti del fumetto seriale USA) ben rappresenta lo sputtanamento che il protagonista subisce dai media.
                Ma la conseguenza di questa situazione è la rivalsa del giornalista, che si organizza e capisce come rimettersi in pista: in questo volume c'è la sua rinascita, l'inizio della sua rivincita, un uomo che capisce che quello in cui crede e che è diventa più importante di qualunque attacco. E dopo un tripudio narrativo tanto intelligente quanto divertente (per quanto di un riso amaro, talvolta), non vedo l'ora di vedere come prosegue la serie nel prossimo volume, serie che peraltro inizia ad avviarsi alla sua conclusione, mancando circa 4-5 volumi :)

                *

                Bramo
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                  Re: Transmetropolitan
                  Risposta #7: Lunedì 5 Ago 2013, 17:36:30
                  Transmetropolitan #7 - In Ginocchio (Warren Ellis/Darick Robertson)



                  Pensavate che Spider Jerusalem fosse figo quando scriveva per "The Word", la popolare testata giornalistica? Be', forse perché non lo avete ancora visto scrivere per "The Hole", la testata indipendente!
                  Il filo conduttore di questo nuovo volume della serie è proprio questo, secondo me: Spider, che alla fine dello scorso volume abbiamo visto abbandonare per quanto possibile la "vita pubblica" e il suo lavoro, qui riemerge più forte che mai, con alle spalle la forza di un giornale che non deve dipendere da sponsor e quindi dai capricci di chi lo sovvenziona. E quindi può tornare a dire quello che vuole, in una rubrica tutta sua, dove continua a fare quello che ha sempre fatto: sbattere in faccia alla gente la verità che non vuole sentirsi dire, parlando dalle fogne dove loro stessi vivono.
                  La differenza è che stavolta è una vera e propria missione: lo era anche prima, intendiamoci, ma stavolta il pericolo è un potere più insidioso di quanto non fosse ai tempi della Bestia: ora il Presidente USA è il Sorridente, e occorre essere ancora più accorti per combattere lui e quello che rappresenta.

                  La satira socio-politica di Ellis ha il pregio di essere cangiante: non si fossilizza sui soliti temi o su un taglio sempre uguale in cui lanciare frecciate, ma varia mostrando come le facce del male sociale, del disagio della civiltà occidentale e di chi sostanzialmente contribuisce a mandare tutto in rovina per il proprio tornaconto mentre ti fa credere che sta lavorando per il tuo bene... be', non sono sempre le stesse, ma cambiano a seconda dei tempi, dei luoghi e delle situazioni. Le inchieste che Spider conduce in questo numero vanno a scavare nell'orrore dei bambini che si prostituiscono per arrivare alla connotazione sociale che hanno le persone con disturbi psichiatrici: sono cose che fanno male, ma che alla fine sono ben note e in fondo tollerate.
                  Spider allora prosegue la sua guerra contro l'indifferenza e l'ignoranza, e il colpo di scena a fine TP, per quanto accompagnato da segnali abbastanza chiari durante tutto il volume, dà un senso di urgenza a questa missione, e ci fa immedesimare ulteriormente con questo gran bastardo di un giornalista, che se sa conquistarmi così tanto non è solo per quello che fa e per i valori di cui è portatore, ma anche per lo stile assurdo, spaccone ed estremo che lo rendono un personaggio già fondamentale per il mio immaginario!

                   

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