Tornando seri, la Saga di Paperone è bella anche perchè è un'eccezione, e tale deve rimanere, secondo me... Zio Paperone era senza dubbio il personaggio Disney più adatto ad avere una vita storicizzata, è stata fatta, e va bene così. Ma con altri personaggi non andrebbe bene. Niente vita di Topolino, Paperino, e tutto il seguito.
Non sono del tutto d'accordo. Anni fa un utente di questo forum, Quackmore, scrisse un'ottima fan fiction sulla vita di Paperino, ricalcando la Saga di Don Rosa e facendo comprendere nella storia senza stravolgimenti, le strisce di Gottfredson, quelle di Al Taliaferro, la storia sulla vita di Paperino di Lockman e Strobl e persino alcuni corti animati (ignorando le storie di PP8), fino ad arrivare allo status quo delle storie barksiane, donrosiane e degli autori non italiani, giustificando anche l'assenza dei genitori di Paperino (con la loro morte) e di Qui, Quo e Qua, (con la scomparsa in un incidente aereo).
Scrisse anche "La traversata" una storia per giustificare i principali cambiamenti di status quo dalle storie statunitensi a quelle italiane, con avvenimenti come l'arrivo di Brigitta a Paperopoli, l'assunzione di Battista, l'arrivo di Gedeone de'Paperoni e il passaggio da Famedoro a Rockerduck come rivale di Paperone.
Però stiamo sempre parlando di saghe "storicizzate", cioè che rispondono a un preciso contesto storico e non all'eterno presente di tutti gli autori tranne Don Rosa (presente nel senso che le storie si svolgono contemporaneamente a quando vengono pubblicate, con riferimenti all'attualità che ci sono fin dai tempi di Gottfredson).
Per Topolino il discorso è diverso, come concorderanno molti utenti del forum, Mickey è cresciuto nelle strisce di Gottfredson (questo lo disse il sommo Paolo): da ragazzino irrequieto che vive in campagna, diventa un giovane intraprendente che vede la città (che noi chiameremo Topolinia) crescere intorno a sè, per poi diventare un adulto riflessivo è un po' compassato che spesso diventa spettatore, non attore di quello che succede intorno a lui. L'intera produzione delle Mickey Mouse strips potrebbe essere vista come un colossale romanzo di formazione, che poi continua grazie alle storie italiane e alla nuova giovinezza che è stata data a Mickey dai nostri autori, prima di tutti da Romano Scarpa.
Quindi sembrerebbe fuori luogo una saga del genere, al limite qualche storia ambientata ai tempi del soggiorno a casa di Zia Topolinda avvenuto prima che Topolino diventasse indipendente, però se non ci sono valide idee dietro si finirebbe per fare storie filologiche ma fondamentalmente piatte e inutili.
Che poi questi discorsi sono validi solo per noi fan sincretisti che vorremmo più coerenza nel mondo Disney, quando spesso ogni autore fa quel che cavolo vuole: l'importante è che ci siano storie valide anche se presentano versioni diverse a storie già esistenti (per esempio Storia e Gloria della dinastia dei Paperi e la Saga seguono indubbiamente versioni diverse ma le adoro entrambe).
Un'opera di sincretismo di tal genere è stata fatta solo da Alessandro Sisti che curò Disney Parade, raccolta che cercava di riunire tutta la produzione con i personaggi canonici (dai primi corti a PKNA) in un mondo coerente che cercava di riunire le varie versioni della vita dei personaggi, opera che a me piacque molto visto che l'Universo narrativo Disney deve essere coerente, per essere più credibile, ma non deve nemmeno essere appesantito da una continuity stile Marvel e DC che finisce per limitare la creatività degli autori che sono costretti a fare cose come One More Day (anche la storicizzazione alla Don Rosa è limitante, per i riferimenti al passato è sempre meglio rimanere nel vago, piuttosto che evitare cose ridicole come il Paperone ultracentenario della storia celebrativa di Panaro, che nonostante fosse vissuto a fine Ottocento viveva tranquillamente nel 2007) .
Ah, se c'è una cosa che eliminerei senza pietà dalle storie Disney, sono i riferimenti al passato stile Happy Days con balli della scuola e teenagere stile anni'70 che non si adattano a personaggi che negli anni'30 erano già adulti e destinati a non invecchiare mai per un solo motivo: divertirci e farci sognare.