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Le storie dove appaiono i nuovi personaggi come le preferite? Una storia introduttiva dove viene spiegato il passato del personaggio e viene introdotto al resto dei personaggi (Doppioscherzo, Paperinik) o una storia dove il personaggio semplicemente appare, già conosciuto dagli altri personaggi come se fosse già apparso precedentemente (Filo Sganga, Paperone)?

Una storia introduttiva dove il personaggio non è conosciuto da nessuno (o viene presentato come un parente lontano) e nelle successive storie viene però approfondito a livello storiografico!

Per dirla tutta, Paperone si pone a metà delle due categorie: non ne viene spiegata subito tutta la storia, ma alla prima apparizione gli altri non lo conoscono.

Le storie dove appaiono i nuovi personaggi come le preferite? Una storia introduttiva dove viene spiegato il passato del personaggio e viene introdotto al resto dei personaggi (Doppioscherzo, Paperinik) o una storia dove il personaggio semplicemente appare, già conosciuto dagli altri personaggi come se fosse già apparso precedentemente (Filo Sganga, Paperone)?

Son d'accordo con Ok Quack, preferisco una storia introduttiva che mostri a lettori e protagonisti il nuovo arrivato. Tra l'altro credo sia proprio per questo motivo che apprezzo tantissimo Paperinik il diabolico vendicatore perchè non viene spiegata l'essenza del personaggio fin dall'inizio, ma tutto appare misterioso.

Immagino che dove c'è stata una certa introduzione l'autore già pensava di riutilizzare successivamente il personaggio (come nei casi scarpiani di Paperetta o Zenobia) mentre l'apparizione improvvisa di un nuovo character potrebbe dipendere dalla momentanea inventiva dell'autore che non sa o non ha comunque programmato un prosieguo per lui (o lei). Sempre nel caso di Scarpa, decisamente l'autore italiano più prolifico in quantità e qualità nel far nascere nuovi personaggi, il fatto che Brigitta appaia come ci fosse sempre stata non credo però significhi il non pensare di riutilizzarla.

Mentre nel caso di Barks con Paperone sembra sia andata così, anche se, col senno di poi, risulta difficile credere che l'autore non vedesse fin da subito certe potenzialità del personaggio. Molti personaggi barksiani sono apparsi improvvisamente come se ci fossero sempre stati: oltre a Scrooge, Gastone, Archimede, i Bassotti... mentre Amelia e Cuordipietra, nella loro prima storia, si sono presentati ex-novo.

Il preferire o meno una formale introduzione del nuovo personaggio piuttosto che una storia dove questo appare quasi all'improvviso dipende dalla qualità della medesima: la presentazione di Sgrizzo, ad esempio, è stata divertentissima, folle e piena di ritmo; Pico de' Paperis, introdotto addirittura da Walt Disney in persona nell'animazione, ha esordito con tutti gli onori nel fumetto presentandosi ai parenti calisotiani con tanto di tappeto rosso alla discesa dal treno; l'arrivo di Bruto prevedeva il parallelo allontanamento di Gancio che veniva sostituito dal 'figlioccio'.

Non ricordo se Plottygat e Indiana Pipps hanno avuto una storia introduttiva o siano comparsi dall'oggi al domani mentre Trudy mi sembra sia apparsa come se ci fosse sempre stata. Sicuramente il piacere di una introduzione può scaturire nel lettore in seguito, quando il personaggio è diventato familiare e comincia ad incuriosire circa il suo passato; nel momento in cui lo si vede la prima volta (magari la prima di una lunga serie) non credo faccia differenza sapere qualcosa in più o in meno: il lettore sarà interessato alla qualità della storia e basta.

Nelle storie di Gottfredson (altro creatore di tanti nuovi personaggi diventati familiari e tuttora utilizzati)  Basettoni e Manetta hanno esordito senza troppi preamboli, come ci fossero sempre stati mentre Eta Beta, il Pirata Orango e Macchia Nera hanno avuto una introduzione coi fiocchi (anche se questi ultimi due mai più utilizzati dal Gott); altri characters come Musone, Setter o Eli Squick mi pare siano apparsi nella quotidianità di Topolinia senza particolari squilli di trombe.

no plottygat appare nel pippo lupo senza qualche preambolo, mentre Indy viene presentato con tanto di dida "per la prima volta sui vostri scherm... ehm pagine"

Direi che preferisco l'introduzione; anche se spesso diventa una cosa molto "telefonata", come quella di Paperetta Yé yé, dove i personaggi sembravano quasi consapevoli di essere una "banda Disney", di essere dei fumetti; eppure é una signora storia. Introdurre un personaggio significa spiegarne le caratteristiche fondamentali, non per forza raccontarne il "passato" come sembrano pensare alcuni, quindi, se si vuole, lo si può fare pure in seguito. Però, ecco, nel caso dei personaggi così introdotti, si DEVE approfondire in seguito, vanno riutilizzati, o tutto sarà stato inutile. Mi ha sempre fatto un po' strano leggere di Brigitta e Filo come tutti li avessero sempre conosciuti, specie Brigitta, che nel debutto afferma di tacchinare Paperone dal lontano 1898, rendendola sua coetanea (!!!) e creando un problema di sovrapposizione con Doretta, che poi Scarpa stesso risolverà facendole incontrare nella storia di Paperetta.

Adesso bisogna decidere se Paperone e Gastone rientrino o meno nel novero. Paperino sapeva già della loro esistenza, ma, almeno con Paperone, non sembrava averlo visto granché, ed i nipotini meno ancora, anche se pure loro sapevano di avere uno zio ricco con quel nome. In un certo senso, Zio Paperine viene più "introdotto", anche se Don Rosa deciderà di aggiungere il "vero" momento dell'incontro, mentre Gastone é più considerato uno che é sempre stato conosciuto. Non credo valga per i Bassotti: sono considerati ladri famigerati, che non per forza hanno avuto già a che fare con Paperon, mentre Archimede appare la prima volta come un conoscente di Gastone, non é chiaro se gli altri lo conoscessero già.

Sarebbe interessante vedere delle storie in cui vengono narrate "le prime volte" in cui un personaggio ne incontra un altro, anche se, nelle mani sbagliate, il rischio boiata é altissimo. /

Direi che preferisco l'introduzione; anche se spesso diventa una cosa molto "telefonata", come quella di Paperetta Yé yé, dove i personaggi sembravano quasi consapevoli di essere una "banda Disney", di essere dei fumetti; eppure é una signora storia.

Colgo l'occasione per domandarvi una cosa che mi chiedo da sempre: cosa vuol dire che una storia o un finale è telefonato?

Colgo l'occasione per domandarvi una cosa che mi chiedo da sempre: cosa vuol dire che una storia o un finale è telefonato?

vuol dire che si capisce facilmente dove va a parare, penso

Esatto, anche se nella frase in questione, quel termine l'ho usato male io. "Telefonato" vuol dire che si capisce dove si va a parare, io invece nel post intendevo dire che la storia in questione, cioè Arriva Paperetta Yé Yé, che pure mi piace molto, ha un qualcosa di artefatto, di "finto", nel modo in cui tutti i personaggi si riuniscono per festeggiare l'ingresso di Paperetta tra di loro. Un po' come se la "quarta parete" venisse sfondata, come se fossero consapevoli di essere personaggi Disney e non persone. Mi scuso di essermi espresso male.

Grazie ad entrambi della spiegazione

nel post intendevo dire che la storia in questione, cioè Arriva Paperetta Yé Yé, che pure mi piace molto, ha un qualcosa di artefatto, di "finto", nel modo in cui tutti i personaggi si riuniscono per festeggiare l'ingresso di Paperetta tra di loro. Un po' come se la "quarta parete" venisse sfondata, come se fossero consapevoli di essere personaggi Disney e non persone.

L'ingresso di Paperetta nella vita dei paperi di Paperopoli è divertente e anche realistico, se vogliamo, in quanto l'arrivo di una nuova quasi parente nipote di quella Doretta che tutti gli amici e familiari bene o male conoscono è normale che induca alla curiosità se non proprio all'entusiasmo.
Il 'finto' che dici e che rende i paperi consapevoli di essere personaggi Disney viene da Paperetta stessa che, una volta sbarcata a Duckburg, fa vedere di conoscerli tutti perché li ha visti su 'Topolino' (e il libretto viene anche sventolato) facendo le imitazioni dei suoi preferiti (Brigitta, fra gli altri).
Queste autocitazioni possono rendere più 'finto' ma anche ironico un incontro spumeggiante e brillante, nel più puro stile di Scarpa che gioca con i suoi personaggi originali e con quelli preesistenti andando un po' 'sopra le righe' (come accaduto anche in altre occasioni con altri autori).
Definiamo 'finte' situazioni che in realtà sono 'vere' in senso oggettivo (i paperi sono davvero dei personaggi di carta che compaiono su 'Topolino') ma che si allontanano dalla nostra realtà soggettiva di lettori che si immedesimano in luoghi e situazioni realistici (se non addirittura 'reali') dove i personaggi non recitano ma vivono normalmente le loro storie che sono la loro vita: dopo la parola "Fine" Paperino & C. non vanno a riposarsi in camerino ma continuano normalmente a vivere (e le tavole di raccordo di Perego nei Classici servivano, a volte, a vedere proprio cosa accadeva in questi 'buchi' fra una storia e l'altra).