Visto il proseguire delle storie 'cult' in PkAppGrade (si è lasciato Martina e ci si è inoltrati negli anni '80) mi chiedo se questo termine abbia più un senso, magari meramente temporale più che di qualità:
non so per quanto ancora uscirà PkAppGrade ma temo che, dovesse durare ancora a lungo, ci ritroveremo 'cultizzate' tutte le storielle degli anni '80.
Saran pure passati più di trent'anni ma di 'cult' comincio a non trovarci più nulla (già gli ultimi lavori di Martina mi lasciavano perplesso: figuriamoci questi!).
Nell'ambito delle storie di Paperinik (e non solo) sarebbe interessante domandarci cosa intendiamo veramente per 'cult', quanto entri in gioco la nostalgia (magari chi è più giovane di me considera 'mitiche' le avventure paperinike degli '80 più che dei '70) e quanto quel certo modo di scrivere e proporre il personaggio che è stato tipico del primo Martina. Per me l'unico decennio ancora 'cult' per quanto riguarda Paperinik restano i '70 (neanche tutti poi, come dicevo prima), oltre che i '90 per la serie PKNA (e dico ciò con la testa più che col cuore, non essendo mai stato veramente coinvolto dal mondo di PK).
In una società dello spettacolo in cui tutto è 'mitico' si confondono i miti veri con i presunti, dal cinema allo sport, dalla Tv alla musica: figuriamoci con il fumetto!
Per me ha ancora un senso parlare di storie 'mitiche' e storie 'cult':
sicuramente agisce il fattore temporale della nostalgia (e dunque non posso neanche puntare il dito contro le nuove generazioni legate a storie più recenti, non solo di Paperinik ma del fumetto Disney in generale) ma ancora di più dovrebbe agire il fattore qualità: cioè l'estrema cura nella scrittura e, dunque, nelle sceneggiature dei soggetti oltre che nel disegno, tipiche di molte storie (non tutte, ovviamente) di periodi passati Ante e Dopo Guerra, in America come in Italia.
Sicuramente 'mitiche' e 'cult' possono considerarsi tutte o quasi le storie di Gottfredson e Barks, complessivamente dal 1930 al 1967.
Con gli stessi termini possiamo considerare diverse storie italiane di Martina, Scarpa, Cimino, Barosso, Pezzin... dal 1955 al 1975/80.
Cult sono le 'inedite follie inglesi' del Paperino di Ward, magari più per una questione di tempo e luogo (l'AnteGuerra britannico) oltre che di difficile reperibilità che per una propria qualità (mio personale giudizio).
Negli anni 90 indicherei come 'mitiche' e anche 'cult' le storie di PKNA e di Don Rosa (Saga e non solo), passando dalla Disney Italia alla Egmont.
Riconosco che il Mito e il Cult debbano necessariamente porsi ad una certa distanza dal presente (magari più il primo che il secondo: un'opera, di qualunque natura sia, può effettivamente esser considerata subito 'cult' per una serie di fattori presenti, sicuramente particolari), non perché la produzione degli ultimi anni sia oggettivamente inferiore rispetto al passato (anzi, questi anni con la De Poli al comando li considero di autentica 'rinascita') ma per il fatto che una storia deve comunque essere ben 'digerita' e 'storicizzata' prima di fregiarsi di termini che io non voglio comunque banalizzare.