Non mi sembra cosi' semplice. Se devi fare l'esempio di due innamorati dal destino tragico, tu prendi Piramo e Tisbe (qui, 37-39) o Romeo e Giulietta? O decidi quale coppia usare a seconda della lingua in cui ti stai esprimendo? La contaminazione culturale mi sembra evitabile soltanto con la chiusura stagna del cervello di fronte a quasi tutto cio' che incontriamo.
Attenzione, però, Romeo e Giulietta sono una coppia della letteratura nota in tutto il mondo e difficilmente, parlando d'amore, si può fare riferimento ad un binomio più emblematico. Voglio dire che forse nella cultura italiana - e salvo gli altri esempi già fatti - non c'è un equivalente così popolare, ma magari non c'è in nessun'altra cultura.
Il problema che pongo riguarda i casi in cui esiste l'equivalente italiano ma ci si ostini ad usare il termine o l'esempio estero, dimenticando ciò che abbiamo anche noi e forse di meglio.
Se parliamo di tenori forse anche all'estero il primo che viene in mente è il compianto Pavarotti, ma non per questo mi sentirei di dire che chi all'estero lo nomini sia un esterofilo.
Semplicemente è un emblema del canto lirico. Poi magari ci ricordiamo anche di tutti gli altri, così come le coppie già menzionate (che provengono da Dante, mica l'ultimo arrivato), ma Romeo e Giulietta sono scolpiti nell'immaginario collettivo.
Quello che mi sconforta non è certo la sete di conoscenza di cultura altrui, dove, anzi, proprio la multiculturalità è la ricchezza dell'uomo, ma il subirla incondizionatamente, accantonando la propria.
Forse non l'esempio piu' felice. "Adoption" al posto di "adozione" e' esecrabile; ma rendere "stepchild" con "figliastro" puo' portare indesiderate connotazioni negative (non so se "stepchild" abbia queste connotazioni in inglese, ma agli italiani puo' suonare neutro, mentre la desinenza in "-astro" ha associazioni sgradevoli).
Basta fare una brevissima ricerca per trovare subito soluzioni più accettabili, come "adozione del figlio affine" o "adozione del configlio".
https://it.wikipedia.org/wiki/Adozione_del_configlioSe vogliamo, spesso abbiamo la risposta italiana.
Infine: non so quanti di voi se ne siano accorti, ma un effetto della globalizzazione che trovo decisamente piacevole e' che da qualche anno nelle storie su Topolino ambientate in estremo oriente i nomi dati ai personaggi suonano molto piu' credibili che in passato.
Questo è condivisibile, trattandosi di nomi non nostrani ma provenienti da diversa cultura che in tal modo è maggiormente rispettata grazie ad una maggiore conformità con cui i nomi sono pensati.
Non dico che sia giusto o sbagliato. Ma succede.
Ma non per questo dobbiamo restare passivi.
E' come se fossi sul ciglio di un baratro e qualcuno stesse per darmi lo spintone finale: siccome non c'è via d'uscita non provo neanche a difendermi.
Il fatto che la storia sia costellata da guerre e brutture non può indurci ad un inno alla violenza piuttosto che alla pace, accettando tutto passivamente, altrimenti sconfiniamo nel cinismo e nell'arrendevolezza.
Anche se il paragone può sembrare eccessivo, tra 'guerre' e 'difendersi', non si può negare che oggi la nostra lingua (ma non solo la nostra) sia quotidianamente sotto 'attacco', anche da parte delle stesse istituzioni, che adoperano inglesismi o comunque espressioni straniere dove si potrebbe evitarlo.
E ne vediamo gli effetti negativi già da tempo: una volta nei titoli di testa di un TG rinomato (non ricordo se RAI o Mediaset) ho letto 'out-out' (inglese) quando intendevano dire 'aut-aut' (latino) e parliamo di svariati anni fa.
Il mio discorso non è certo di respingere l'acquisizione di un nuovo vocabolario, purchè sia 'nuovo' ed aggiuntivo, non sostitutivo di quello che già abbiamo.
Leggere frasi del genere fa davvero cascare le braccia. Si tratta di una generalizzazione ingiusta, ed è la solita trappola del considerare le nuove generazioni peggiori della propria (e anche qui studiare un po' di storia letteraria può aiutare).
Del resto, neanche si può mettere la testa sotto la sabbia.
Quello che si legge scritto su Facebook e sulla rete in generale è deprimente, soprattutto se viene avallato anche dai giornali, dove pare si sia letto 'hai' al posto di 'ai' (testimonianza non personale) oppure se sul Topo si divide 'cas-cata' in sillabe come ho appena fatto.
Se questo non viene denunciato e viene al contrario tollerato o persino giustificato dai 'grandi', i 'piccoli' cosa devono pensare? "
Lo fanno anche loro, si può fare". Se facciamo relativismo e diciamo che le regole si possono cambiare, ma senza ragione e senza sostiturvene altre che abbiano un senso maggiore (o almeno ne abbiano uno), siamo ad un passo dall'assenza di regole (che si chiama anarchia, ma lo scrivo tra parentesi per risultare meno drastico).
Generalizzare può suonare sbagliato, perchè ci saranno pur sempre i volenterosi con un dizionario in mano, ma se le istituzioni si abbandonano a facili esterofilie, i giornali (e qualche fumetto) scrivono con superficialità, gli insegnanti alzano bandiera bianca, la nostra lingua chi la difende?
Cioè, tra contaminazione linguistica ed ignoranza di base, i rischi li abbiamo sotto gli occhi e direi che delle misure dovrebbero essere prese. Quando il paziente è vivo può essere curato, dopo che è morto ci sono solo i funerali.
EDIT
Scusate se edito ma, tanto per confrontarci, su un articolo dell'arcinoto Sole 24 Ore al secondo rigo leggiamo "
un'utente sia moroso".
http://www.quotidianocondominio.ilsole24ore.com/art/il-condominio/2015-08-21/acqua-sospesa-colpa-un-solo-moroso-150421.php?uuid=ACWUUpk&refresh_ce=1